mercoledì 17 dicembre 2008

Gino Bruni

Gino Bruni era un guardiacaccia. Durante il processo Pacciani dichiarò d'aver avuto motivi di contrasto con Pietro Pacciani per averlo trovato a cacciare dei fagiani e cuccioli di lepre. Pietro Pacciani replicò: "E' un infame, dovete denunciarlo, (...)era uno che si voleva profittare della mi' moglie. Una volta lo sorpresi in un capanno da fieno mentre l' abbracciava. L' Angiolina era gia' piuttosto fuori di testa, dopo la nascita della prima figliola. Al Bruni gli dissi di girare al largo. Se ci riprovi ti attacco a un pioppo". Angiolina Manni, moglie di Pacciani, aveva dichiarato: "Piu' volte tentata, ho avuto rapporti intimi con un certo Bruni di Dicomano, per varie volte nella capanna delle bestie." Dopo le dichiarazioni di Giampolo Cairoli, che sentì il Bruni nel 1992 dire che Pacciani detenesse una Beretta calibro 22, Gino Bruni fu ascoltato durante l'udienza che ebbe luogo l'8 giugno del 1994 ma smentì d'aver mai visto una pistola a Pacciani: "Non ho mai detto a nessuno che Pacciani aveva una pistola. Io non l' ho mai vista (...) Mi diede tante palate che, se sapessi qualcosa, si figuri se non parlerei".
Dalla testimonianza di Renzo Rontini, padre di Pia: "Bruni scoprì Pacciani che cacciava di frodo i fagiani nella sua riserva. Andava di notte con la pistola. I fagiani li tirava giù come sassi con quella Beretta lì. Bruni fece le poste e lo scoprì in flagrante. Ma non andò mai a denunciarlo perchè Pacciani gli puntò contro un forcone e minacciò di ammazzarlo. Lui aveva paura".
Rif.1 - Corriere della Sera - 9 giugno 1994 pag.15
Rif.2 - Corriere della Sera - 2 giugno 1994 pag.13
Rif.3 - Il mostro pag.66
Vedi anche: Deposizione dell'8 giugno 1994


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