venerdì 11 settembre 2009

Udienza del 19 maggio 1999 - 9

Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 19 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 8
Procuratore Generale: - Poi esce questa storia della lettera imbucata, "Mario mi chiamò, s'andò a Mercatale da Pacciani, Pacciani stava preparando una lettera, prese un boccaccio, da questo barattolo, tirò fuori qualchecosa, la mise in questa busta, bisognava andare a imbucarla a Vicchio", non ci vanno nella notte perchè è stato verso l'una di notte, ci va il giorno dopo, si lamenta Lotti: "ma com'è che io ci devo rimettere pure la benzina?", "E tu ci devi venire" gli dice Vanni e partono e vanno a imbucare questa lettera, della quale nulla di preciso, oltre quello che ho detto prima e poi che la faceva con giornali ma non quotidiani, settimanali e poi questa cosa presa da questo barattolo dal garage dove probabilmente era nascosta anche la pistola del Pacciani, insomma, vanno ad imbucare la lettera a Vicchio, alle ferrovie, vicino al bar, dal bar sono pochissimi passi lungo un viale alberato, s'arriva a questa buca che è lì, non è andato lui, Lotti, ma c'è andato Vanni ad imbucare, "io aspettavo in macchina". "Facciamo alla svelta sennò ci vede qualcuno", dissi. A conclusione delle dichiarazioni del Lotti, ma giovano per capire, nella piazzola di Vicchio, Lotti dice: "ci sono stato in un primo tempo con la Filippa, poi da solo, poi con il Pucci, poi con il Vanni ed infine con Vanni e Pacciani la sera dell'omicidio". "Alla piazzola", dice Lotti, "mi ci ha portato Filippa Nicoletti perchè io la strada non la sapevo". Nicoletti Filippa ha affermato, udienza pomeridiana 3 luglio '97, che nella piazzola della boschetta, così si chiama, riconosciuta dalla Nicoletti con un sopralluogo, c'è stata due o tre volte con Lotti Giancarlo che l'aveva portata di giorno sul posto, su un posto che lui, Giancarlo, conosceva. Sorgono dubbi in dibattimento sull'espressione usata dalla teste che precisa: "il Lotti mi ci ha portato la prima volta quindi nell'81 e poi successivamente nell'82 e forse in periodi successivi".
In dichiarazioni rese al pm il 18 aprile, Pucci dice: "...lei mi chiede se so qualcosa della Filippa, la donna di Salvatore Indovino, io le dico che la Filippa, come me, sapeva di tutti gli omicidi, glieli aveva raccontati il Lotti"
Su domanda dell'avvocato Santoni: "I ragazzi si accorsero che arrivava qualcuno?" Lotti risponde: "Si hanno visto, io ero vicino, lì a 2 o 3 metri di distanza", "Il ragazzo si alzo?", "Si, vidi, dovevano uscire ma invece arrivò loro". Secondo Lotti fu sparato solo all'uomo, la donna la portarono fuori.
-"E le spararono dopo?" chiede Santoni.
-"No cominciò col coltello a tagliare, non so".
- "Quindi lei non si ricorda se spararono alla donna?".
- "No, no alla donna no."
- "Quindi la uccisero col coltello?"
- "Si".
E che la donna non sia stata colpita dall'arma da fuoco Lotti lo ripete all'avvocato Pellegrini che gli faceva la domanda. All'avvocato Santoni che gli aveva chiesto in merito all'estrazione della ragazza dall'auto Lotti risponde: "Aprirono lo sportello, era aperto, non c'era la sicura, l'avranno aperto loro". Quanto alla via di fuga:
-"Vi fermaste da qualche parte?"
-"Mha, io non mi fermai".
-"Loro si fermarono da una parte?"
-"Questo non lo so perchè io allora andai a casa".
Gli ricorda il PM: "Ma tu ci hai detto di questo casolare..."
-"Si quella casa, si, lassù, s'andò a piedi, io credevo che gli avessero messo una pistola dentro però non so se l'hanno messa o no, io non ho visto bene, io ero fuori e loro erano dentro, sicchè se l'hanno messo o no..."
-"Ma lei vide il muro?"
-"Si vidi che andarono lì, però non ho visto, distante, lì, io ero vicino, fuori, se l'abbian messo dentro la pistola, questo non lo so".
-"Che facevano a questo muro?"
-"Facevano una specie di buca, però se ci abbiam messo la pistola non..."
All'avvocato Santoni che gli chiede se ha incrociato qualche automobile, Lotti risponde, "No, non ce ne passa, non me ne ricordo, no, non ce ne passa". Riutorna a parlare della lettera spedita a Vicchio, non sa fare il nome del destinatario, ma poi ricorda questo nome, Manuela, Manuela che è una testimone, collega di lavoro della Pia Rontini che venne a dire: "non sono stata io a chiedere a Pia Rontini di scambiarmi il turno di lavoro ma è stata la Pia Rontini che ha chiesto a me di fargli il turno serale in modo che lei fosse libera il pomeriggio". La mamma della Rontini dice di aver invogliato la figlia ad uscire, perchè lei sarebbe andata a dormire, il destino è segnato e in qualche modo doveva succedere che quella Panda si trovasse lì e quindi non credo che nessuno se ne possa fare colpa.
In dibattimento ritorna a ripetere Lotti che a Vicchio c'era stato con la Filippa, descrive com'era il luogo a quell'epoca, ritornò con Fernando, c'era la macchina celeste, non dicono se hanno spiato o non hanno spiato, ma una sbirciatina Lotti ammette di averla data, "tanto è vero che ci hanno visto allora siamo andati via, noi si era a pochi metri", poi ridice che a Vanni ha raccontato di aver visto questa macchina, "perchè Vanni in precedenza mi aveva detto se tu vedi qualche macchina ferma in un posto, se tu vedi coppiette, mi disse così... aveva fatto questo discorso, prima degli altri due omicidi. Il giorno dopo ho parlato con Vanni che avevo visto questa Panda celeste con queste due persone, Vanni voleva vedere il posto di preciso indove c'era la macchina, si andò dopo due o tre giorni, l'idea fu di Vanni". Lotti torna a Vicchio, fa una parte della strada sterrata che conduce ad uno spiazzo dal quale si guarda la piazzola di sotto, per vedere se da quel punto qualcuno potesse vedere qualchecosa. Racconta che partirono da San Casciano, ripete i fatti, misero la macchina vicino alla Panda dei ragazzi per non farla uscire, dopo un pochino sentì sparare diversi colpi, "sparava Pietro dalla parte di là, sparava sul vetro, sul davanti Vanni era un pò più indietro del Pacciani, diversi spari, non sono stato mica a contarli, gli hanno sparato dalla parte dello sportello", poi dice che ci avevano qualche cosa per fare luce quando c'è buio. "Vidi Mario colpirla sul davanti col coltello era un coltello abbastanza grande, senti i lamenti della donna, lamenti normali non grida, proprio unnero... ....ero spostato, non proprio alla strada, la trascinavano verso il campo, non saprei dire quanti metri sarebbero. Non ho visto bene quando gli hanno fatto il coso di levare il seno, io mi sono allontanato, non ho visto se l'hanno fatto in quel momemto lì o dopo un pochino più tardi". Poi parla della buca che non è una buca ma una sorta di conformazione fisica del terreno, "un so' proprio sicuro che gli abbin messo quella roba della donna, ho visto lì mettere un giornale rinvoltato, piano, piano, dopo sono venuti via, sono andati a lavarsi al fiume. Non li ho visti andare a riprendere quella roba (il giornale con i feticci)". Nel lasciare la zona per far ritorno a San Casciano avevano percorso subito una strada sterratra che andava in su e parla di questa via di fuga. Circa i testi che dicono di aver visto le auto di Lotti e Pacciani, la Corte di primo grado ritiene non attendibili le dichiarazioni della teste Frigo perchè nel '92 fa una telefonata al PM che annota "auto rossa incrociata dalla Frigo", poi viene sentita dalla polizia giudiziaria e rende certe dichiarazioni, una delle due auto incrociate è rossa e poi diventa scura, quando viene sentita in dibattimento di primo grado, la signora da una spiegazione di questo sbaglio, non so quanto credibile, dice che chi verbalizzava a un certo punto dice "siccome al PM hai parlato di una macchina rossa com'è che ora scriviamo che la macchina che hai visto è bianca? Mettiamoci un generico scuro". Di tutto questo racconto la Corte ha finito col dire che non è credibile. Frigo che poi vedrà pubblicata la fotografia di Pacciani, e lo riconoscerà come colui che incrociò quella sera. La Frigo parla di una persona soltanto. Secondo il racconto di questa signora, mentre loro scendevano con la Citroen dalla localita La Rena, videro arrivare queste due macchine, "la prima saliva ad andatura forte, la strada è strettissima, questi ci vengono addosso", il marito era impegnato a far sollevare la citroen non sa dire granchè. La macchina, rossa, scura, bianca, come volete voi, quando arriva sterza immediatamente a sinistra ed evita lo scontro. Sull'orario la Frigo dice al crepuscolo, mentre ci fumavamo una sigaretta fuori, questo posto dove stava lei è distante in linea d'aria 4/500 metri in linea d'aria, abbiamo sentito un fragore con la parente che aveva parlato dello scoppio di un pneumatico, "ma allora deve essere un tir perchè era così forte!", numero di scoppi non ne dice ma lei ha sentito un fragore, con l'orario esce fuori la storia dell'ora legale cioè che la famiglia dove si trovavano non aveva l'abitudine di cambiare l'orario quando comincia l'ora legale e quindi colloca l'ora all'una di notte, il che va tenuto presente nella decisione, vuol dire gente che ha ammazzato ed è rimasta sul posto per un'ora, un ora e mezzo almeno!
Più sopra coppia Caini/Martelli, vedono pure loro queste due macchina che arrivano, la fontana dove si piglia l'acqua non sta sulla strada ma è sulla destra, i Caini avevano parcheggiato, illuminavano la fontana e vedono arrivare qureste macchine e la signora si indispettisce, voglio vedere chi è, ma l'ora qua diventa diversa perchè siamo intorno alle 11,30/mezzanotte. Dell'avere incrociato queste macchine il Lotti non ci dice nulla. Sui riscontri di questo fatto mi fermo.
Segue...

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