sabato 27 marzo 2010

Udienza del 20 maggio 1999 - 11

Quella che segue è una sintesi dell'udienza del 20 maggio 1999 relativa al Processo d'appello per i delitti del "mostro di Firenze" davanti alla prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze.

Segue dalla parte 10
Avvocato Colao:Per la famiglia di Mainardi Paolo. Mi unisco allo stupore del collega, avvocato Pellegrini, e devo amaramente dire che per fatalità in questo processo, che ha visto 14 vittime, siamo stati abituati a volte a delle sorprese, che hanno un pò stupito in quanto che, in seconda fase, il procuratore generale, addirittura sminuisca la responsabilità del Vanni e ravvisando in un certo qual modo l'autore dei delitti nel Lotti è un indagine che si deve svolgere, che si deve accertare con delle prove, non si può prendere un profilo psicologico del Lotti e dire questo profilo si attaglia bene ma allora guardiamo il profilo del Vanni, vivaddio. Il Vanni come ha detto il collega Pellegrini, sbiancò al procedimento Pacciani quando fu costretto a venire a testimoniare. Gli indizi del primo procedimento contro Pacciani Pietro sono stati gravi, precisi e concordanti ed era un processo puramente indiziario, era chiaro però che il primo giudice di fronte a dichiarazioni che aveva fatto Vanni, questa paura confessata di Pacciani, senza poi giustificare il perchè e di fronte al fatto che un certo teste Nesi, amico del Vanni e di Pacciani, disse che una sera in via di Faltignano, alle ore 23,00 dell'8 di settembre dell'85 circa, avevano visto in macchina, provenienti dagli Scopeti, Pacciani con un altra persona, non sapendo però dire chi era quest'altra persona, era chiaro che il primo giudice dice: "signori, le modalità di questi efferati delitti comportano la presenza di altri complici", era pacifico, quindi non è surrettizia come la difesa dice nell'atto di impugnazione, era doverosa. Il primo giudice segnala incongruenze, dice: "attenzione non è possibile che uno solo abbia fatto tutto questo" e diciamo anche con un certo coraggio, in quanto chè c'era il profilo del serial killer, i professori di Modena e la stampa a livello internazionale era tutta orientata sul serial killer, il silenzio degli inocenti e quindi tutti quanti erano orientati là, quindi vivaddio, il primo giudice ha visto chiaro. Veniamo a parlare delle indagini sulla 128 rossa, si è creata una fortunata combinazione in questo processo, voi avete potuto ascoltare Lotti, quindi voi giudici e voi giudici popolari vi siete resi conto di che tipo è Lotti, il Lotti ragiona, ragiona bene, il Lotti dice solo quello che ha voluto dire, perchè è stato costretto a dirlo, è stato costretto perchè ci fu l'intercettazione telefonica con la Filippa Nicoletti che era una prostituta con cui lui si confidava e allora sorge la famosa frase: "e che ci posso fare? Ormai quello è Procuratore!" si riferiva al procuratore che lo interrogava, dice: "m'ha incastrato, m'ha preso nella trappola". Perchè? Perchè Pucci ci aveva parlato, o gli avevano fatto il bluff di avergli detto: "guarda che Pucci ha parlato, quindi te quella sera c'eri" e quindi un pò alla volta s'è dovuto aprire ma di certo dice bene Pellegrini: "ma vi pare mai possibile? Quello stava in un casolare di campagna viveva liberamente nei campi gli importava assai di poter avere una protezione", ma insomma veramente assurda la cosa, quindi il Lotti ha parlato perchè è stato costretto a parlare dalle indagini ben svolte dell'autorità giudiziaria, a parte le polemiche che in questi casi ci sono sempre purtroppo. Confermata questa 128 rossa da due testi indifferenti Ghiribelli e Galli, la presenza della 128 rossa con la coda tronca lì agli Scopeti, quindi il Lotti aveva detto la verità che lui quella sera era lì perchè i due un secondo tempo dice ma.. dice, fa questa ghiribelli, perchè lui frequentava questo giro di queste prostitute e tutti frequentavano la casa di Faltignano dove c'era un mago, cosiddetto, si chiamava Indovino di cognome e allora questo mago qua, faceva qualche messa nera, vi partecipavano Vanni, Pacciani, quindi c'era un fanatismo che gravitava intorno a questi delitti. C'era un fanatismo e parleremo dei moventi che sono più d'uno eccome e ritornando all'incidente probatorio in cui Lotti si è aperto un pò alla volta come fa il contadino, prudente come un serpente, poche cose necessarie che non lo compromettevano. E' chiaro che Lotti ne sa tanta di più e come no? Lotti ne sa tanta di più ma di qua a essere lui il mostro e quest'altro signore innocente ce ne passa! Eccome no. Nell'incidente probatorio quando si viene a parlare del duplice omicidio di Giogoli dei ragazzi tedeschi fu proprio questa parte civile che pose la domanda: "ma quando vi accorgeste che erano due uomini che successe?" "E che aveva a succedere? Nulla, erano uomini che si poteva fare? Ma il vanni era pronto con il coltello!" e questo lo disse il Lotti. Ora il Lotti è più sereno delle precedenti volte, lo avete visto anche voi, però sotto l'incalzare delle domande del collega avvocato Mazzeo, lui che il contrassegno ce l'aveva, quello vecchio, perchè l'aveva mantenuto, non l'aveva restiuito all'assicurazione, gli era rimasto il contrassegno sulla 128 rossa, però a un certo punto mettendogli la paura di quella famosa responsabilità di cui il contadino è una persona ignorante, teme a dismisura, poi infine l'avvocato Mazzeo contestandogli la responsabilità lui ha detto, non mi ricordo, e allora di qua possono nascere le contraddizioni in Lotti, che dice degli episodi veramente precisi ma Vanni è il co-mostro di Firenze insieme a Pacciani. Non lo guardate oggi, vecchio, dimesso un pò rimesso a posto perchè naturalmente le cure oggi ci sono, fortunatamente e tutti ne hanno diritto ma era forte e prepotente allora, noi nel processo ne abbiamo avuto ampia prova, sono venuti i testi a dirlo, assatanato di sesso, insieme a Pacciani, quel sesso basso, volgare, deteriore, quello che ha portato a questi efferati omicidi. E avevano anche una copertura perchè c'era un compagno di scorribande, delle famose merende, un certo maresciallo dei carabinieri, Simonetti il quale poi è morto e qui entra questo maresciallo che gli dava una copertura e così è stato per l'appuntato o brigadiere, non so, Toscano, che gli forniva le cartucce e quindi si sentivano anche, in un certo senso, ben protetti di poter uscire la notte e da qui gli veniva la tracotanza, perchè tracotanza vi è stata. Che Vanni non fosse questo angioletto è dimostrato dalle dichiarazioni della teste Sperduto in atti, la moglie di Malatesta, quello che fu trovato impiccato con i piedi che toccavano terra, perchè di questa donna, anche il figlio è venuto a dire le prepotenze che subivano da parte del Vanni che la faceva da padrone in questa casa e il Malatesta se ne doveva stare zitto. Vanni è co-mostro di Firenze come profilo perchè il teste Nesi, in una verbalizzazione del primo grado, disse che addirittura rincorreva la moglie con un coltello in mano e questo lo eccitava, associazione di sesso e sadismo. Teste Nesi, lo troverete a verbale. Ci sono stati dei testi, questo Nesi tra l'altro era amico del Vanni, mi ricordo si salutarono pure, quindi che motivo aveva di venire a dire queste cose? Pucci è stato preciso attento a non farsi coinvolgere più di tanto ed ha avuto un grosso merito e grossa responsabilità ce l'ha il Lotti, perchè a verbale c'è scritto che il teste Pucci voleva andare subito dai carabinieri, penso che questa sia stato il fatto che non gli ha fatto fare una chiamata in correo. Ha la pensione d'invalidità il teste Pucci, in Italia la pensione d'invalidità, negli anni passati, non s'è negata a nessuno, quindi questo si può dire che l'uomo è incapace psicologicamente perchè raggiunge il 65%.. ma in campagna era un modo di prendere una pensioncina per mettersi a posto. Ma il teste è stato preciso ha ricostruito soprattutto nel delitto degli Scopeti i movimenti che hanno fatto Pacciani e Vanni confortando così quelli del Lotti.
Segue...

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