martedì 11 maggio 2010

Detto tra noi

Il 4 febbraio 1992 Piero Vigorelli (foto) condusse da Vicchio una puntata di "Detto tra noi" interamente dedicata al "mostro di Firenze". Parteciparono il capo della SAM Ruggero Perugini, Renzo Rontini, l'avvocato Santoni Franchetti, il giornalista del quotidiano La Nazione, Amadore Agostini, la giornalista dell'ANSA Manuela Righini e l'avvocato Pietro Fioravanti. In questa occasione il capo della SAM, Ruggero Perugini, fu intervistato dal conduttore e gli fu concesso di inviare un appello al "mostro di Firenze". Seguono l'intervista e l'appello che furono trasmessi quel giorno da Raidue.
Vigorelli: Ecco il commissario Perugini, il poliziotto che dirige la squadra speciale che da sei anni da la caccia al mostro. So che è stato in America, è stato altrove, che ha introdotto il computer, oltre centomila nomi schedati come se lo immagina il mostro, qual’è la sua idea?
Perugini: Farsi delle idee è un errore capitale per un investigatore, non crea un’infinità di suggestioni e noi siamo esseri umani e non sfuggiamo alla suggestione, ma non possiamo basarci su questo. Sono i dati oggettivi che devono essere la base, la roccia su cui costruire un’inchiesta. Il voler creare il voler immaginare, fare illazioni, può rendere questa inchiesta molta più fitta di vittime perché seguire determinate fantasie può creare nuove vittime, può portare nuovi nomi immotivatamente. Questa non è nostra abitudine, noi cerchiamo di operare seriamente, di contenere le vittime, non di crearne. Il
voler a tutti i costi fra rientrare un tassello in un mosaico soltanto perché ci risulta più simpatico sotto il profilo investigativo è da criminali, altrettanto quanto le azioni del mostro.
La ringrazio per la sua risposta e per il suo stile d’indagini, lei pensa che il mostro sia ancora vivo?
Non vedo perché dovrebbe essere morto.
Forse ha cambiato città o sta ancora qui.
Vede, lei mi chiede delle cose alle quali io non posso oggettivamente dare una risposta, io posso avere i miei convincimenti, ma, non hanno nessuna rilevanza in questa vicenda.
I maniaci, dicono gli esperti, anche i criminologi, che sono stati consultati e che hanno espresso i loro pareri, i maniaci, dicono loro, hanno bisogno di colpire sempre più spesso, invece questo dal 1985 non avviene, perché?Dovremmo iniziare un discorso, molto lungo e complesso per essere fatto in questa sede. Non tutti i maniaci hanno questa specifica, questa convulsione a colpire frequentemente, d’altronde se così fosse il mostro non apparterrebbe a questa categoria perché abbiamo visto che ci sono, tranne il periodo dall’81 all’85, ci sono degli spazi temporali piuttosto dilatati.
Può colpire ancora?Certamente, noi non sottovalutiamo questa possibilità, e come è noto tutti gli anni diamo vita ad una campagna che serve a rammentare che il rischio c’è ed è ancora concreto e continueremo a ritenerlo tale finchè non lo avremo preso.
La ringrazio dottor Perugini, forse lei vorrebbe parlare direttamente al mostro, poi le daremo questa opportunità.(...)
Vigorelli: Io so che lei non darà mostri qualsiasi per tranquillizzare le coscienze, lei non cerca un falso mostro ma cerca il vero killer. Sicuramente ci sta ascoltando, ci sta vedendo, vuole dirgli qualcosa?
Perugini: "Innanzitutto voglio dire che sono profondamente rincresciuto che sono stati fatti dei nomi, anche di indagati precedenti, perché noi siamo sempre preoccupati a non fare nuove vittime. Per quanto riguarda il mostro di Firenze, sì, avrei qualche parola da rivolgergli."
-"Io non so perché, ma ho la sensazione che tu in questo momento mi stia guardando e allora ascolta. La gente qui ti chiama mostro, maniaco, belva, ma in questi anni credo di avere imparato a conoscerti, forse anche a capirti e so, so che tu sei soltanto il povero schiavo in realtà di un incubo di tanti anni fa che ti domina. Ma tu non sei pazzo come la gente dice, la tua fantasia, i tuoi sogni, ti hanno preso la mano e governano il tuo agire. So anche che in questo momento probabilmente ogni tanto cerchi di combatterli. Vorremmo che tu credessi che noi vogliamo aiutarti a farlo. Io so che il passato ti ha insegnato il sospetto, la diffidenza. Ma in questo momento non ti sto mentendo e non ti mentirò neanche dopo, se e quando, ti deciderai a liberarti di questo mòstro che ti tiranneggia. Tu sai come, quando e dove trovarmi, io aspetterò."
 

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