venerdì 28 maggio 2010

Pietro Fioravanti - Dichiarazioni

L'avvocato Pietro Fioravanti il 5 dicembre 2002 fu sentito dal capo della squadra mobile, dott. Michele Giuttari. Alla domanda: "Cosa ci sa dire su un ipotizzabile significato esoterico o magico dei duplici omicidi di Firenze, considerato che anche tra i motivi di appello alla sentenza Pacciani ha fatto riferimento, al primo punto, a rituali satanici?" rispose: "Ho trattato quel tema dopo essermi documentato, anche contattando alcuni esperti, ma soprattuto dopo averne parlato col mio cliente, il quale diceva che queste storie sono minestre del diavolo, questi omicidi sono studiati a tavolino e la storia di questi omicidi è dentro lo spirito guida, intendendo per “spirito guida” la magia. (...) Mi ricordo che di questo me ne parlò Pacciani, ma ne parlò anche un’altra persona, mi aveva detto... mi aveva parlato delle riunioni magiche nella casa di Indovino, chiedendomi che la difendessi in un processo; quando seppe che avevo difeso Pacciani non si fece più vedere; si tratta della prostituta che poi venne a testimoniare nel processo contro Vanni e i suoi compagni, tale Ghiribelli, che mi contattò in un arco di tempo collocabile tra la fine del processo Pacciani e l'inizio di quello dei suoi compagni. Tornando alla notizia che avevo appreso, ricordo bene che Pacciani mi parlò del farmacista di San Casciano, il cui nome è Calamandrei, come persona interessata a questi discorsi di magia, chiaramente facendo riferimento ai delitti del “Mostro”, nonché di un medico di Firenze che non era buono a trombare e che faceva l’ortopedico. Nei discorsi che mi fece mi parlò per l’appunto di riti e di magia legati agli omicidi del “Mostro di Firenze” e mi spiegò che il Pacciani c’entrava con questa storia perché riordinava la villa dopo che avevano fatto i festini. Non mi fece i nomi dei partecipanti a questi festini, ma mi disse che c’era anche qualche avvocato, che c'era anche qualche giudice, concludendo che comunque erano persone importanti . Voglio consegnarvi una fotocopia di una lettera anonima consegnatami da Pacciani per il dottor Perugini."
Il 17 dicembre 2002 fu nuovamente sentito dalla Polizia Giudiziaria. In questa occasione gli fu mostrata una lettera manoscritta di Pietro Pacciani indirizzata allo stesso Fioravanti rinvenuta presso l'abitazione del suo assistito. La lettera riportava il testo che segue: "Avvocato Pietro Fioravanti, lei sta facendo tutti imbrogli di raggiri, di parole, rovesciamenti, accusando ora questo ora quello, mettendo calunnie, zizzanie da ogni parte. Si può sapere che strada percorre? (...) Lei si è presentato in Procura insieme alla Carlizzi e non ha risolto un fico secco. Lei ha parlato di sensitive e ne ha interrogate molte e ne ha fatto i nomi, streghe, messe nere e tante altre buffonate. E ora ha citato che a ...omissis... si fanno queste messe nere. Lei le ha inventate. Fu lei, avvocato Fioravanti, a parlare di queste sette sataniche che si recavano a Roma, che c’è un tempio: ha parlato di streghe e di magia nera, del processo dei sardi. Non è stato lei che ha parlato anche di sensitive e ne ha interrogate una decina? C’ho le lettere. E ci ha messo di mezzo pure il PR (forse riferito al Procuratore della Repubblica) e poi tutti in bianco... E' stato lei avvocato Fioravanti, che ha mandato tutte calunnie addosso alla gente...
In merito alla lettera mostratagli riferì: "Ricordo bene questa lettera che in effetti ho ricevuto. L’avevo portata con me anche in occasione della precedente assunzione di informazioni in questi uffici il decorso 5 dicembre, ma non c’è stata l’occasione di mostrarvela".
Il 22 gennaio 2003 dichiarò: "Ricordo che quando si preparava il processo di primo grado tra i primi del '93 e l’inizio del '94, avendo chiesto se avesse sentito parlare del Narducci, il Pacciani mi rispose testualmente: «Ma questo è quel medico che aveva una villa in affitto a Vicchio e a San Casciano», il Pacciani sottolineava in particolare il ruolo del farmacista di San Casciano, il dottor Calamandrei. A questo proposito, anche durante il primo processo il Pacciani, nel mese di maggio '94, verso le diciannove di sera, dopo che era venuta a trovarmi la moglie del Calamandrei, su indicazione di un giornalista mi telefonò in studio il marito, chiedendomi: Narducci, a quanto riferitomi dal Pacciani, era inserito in questo ambiente e questo l’ho saputo anche per degli accertamenti che ho fatto di mia iniziativa, ma sempre nell’ambito della difesa Pacciani.(...) Oggi sono sicuro, rivedendo tutto in maniera retrospettiva, che le indagini sulla morte del Narducci furono bloccate dall’alto, sia a Firenze che a Perugia, e a Firenze forse anche per un intervento esterno. Sono successe cose piuttosto strane, molto strane, nelle indagini sui duplici omicidi attribuiti al "Mostro di Firenze".(...) Posso riassuntivamente dire la mia impressione: posso dire, posso dire questo: le mie fonti sono state le parole del Pacciani... si dice che ormai nei luoghi dei fatti sono sulla bocca di molti...(...) Circa il coinvolgimento nei fatti del Narducci e del farmacista ho già riferito che cosa mi aveva detto Pacciani ho anche capito che i discorsi del Pacciani sul punto li fanno ora in molti a San Casciano e molti parlano di medici coinvolti nella storia e in particolare del medico di Perugia. Ho sentito, sia nei discorsi in giro, sia al Ristorante "Da Nello" a San Casciano, che da persone che l’hanno saputo, da gente che praticava la farmacia di San Casciano. (...) A questi discorsi mi riferivo quando al dottor Mignini ho detto, quando sono stato sentito, che avevo fatto una mia attività di verifica.
In un'annotazione del 22 novembre 2004, della Polizia Giudiziaria, a firma del sovrintendente Borghi, si evince: "Continuaudo a parlare il Fioravanti raccontava che stava preparando un libro sui fatti del "Mostro di Firenze". Il legale riferiva inoltre di essere a conoscenza che Francesco Narducci aveva in sua disponibilità due stanze all’interno di Villa Corsini. Inoltre aggiungeva che qualcuno avrebbe dovuto spiegargli, oltre al fatto appena citato, anche le motivazioui della frequentazione del Narducci nel retro farmacia Calamandrei".
Tra gli atti vi è anche il verbale, in forma riassuntiva, dove Fioravanti sosteneva che il Narducci era stato visto insieme al farmacista Calamandrei, avendolo sentito dire in bar e in ristoranti della zona, aggiungendo: "Durante il processo ho tentato di parlare del Corsini ma il Presidente Ognibene mi riprese (...) Nel 1991 la ex moglie (Mariella Ciulli n.d.r.) del farmacista mi ha parlato di giubbotti insanguinati, di freezer e nella circostanza credo c'era pure il figliolo. E quindi praticamente io mi sono occupato della parte storica e l’avvocato Bevacqua della parte tecnica. Riguardo alla denuncia che ho preso dall’avvocato Zanobini, in cui durante la difesa Pacciani ho accusato il farmacista, devo dire che il farmacista si accusa da solo. Ricordo anche un episodio in cui il farmacista di San Casciano mi invitava a casa sua presso le Terme. Tale circostanza è avvenuta dopo che la sua ex moglie era venuta nel mio studio e mi aveva parlato di giubbotti insanguiuati. La moglie del farmacista in quella occasione mi apparve del tutto cosciente e in perfetto stato mentale".
Rif.1 - Sentenza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze contro Francesco Calamandrei del 21 maggio 2008

1 commenti:

Giuseppe Murri ha detto...

Che squallido personaggio questo Fioravanti...ha sempre fatto il gioco dell'accusa più che del povero Pacciani, infatti a largamente contribuito a farlo condannare nel processo del '94 con una difesa pressochè inconsistente..è bastato che Marazzita lo rimpiazzasse per cambiare le carte in tavola; non a caso Fioravanti si schierò contro Marazzita e in difesa della Procura fiorentina