martedì 5 ottobre 2010

Italo Buiani - Deposizione del 29 giugno 1994 - Prima parte

Italo Buiani fu ascoltato il 29 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Buiani Italo, no è di la che deve uscire. Si accomodi prego. Venga qui. Vuol dare le sue generalità per cortesia?
Italo Buiani: Si, mi chiamo Buiani Italo, sono nato a San Casciano Val di Pesa, il xx.xx.xxxx
Presidente: E risiede dove signor Buiani?
I.B.: San Casciano Val di Pesa Via xxx, O.
Presidente: Benissimo. Senta, consente la ripresa televisiva?
I.B.: No, no.
Presidente: Allora non riprendete il signore, vogliamo legger quella formula per piacere? Dunque questo è indotto dalla parte civile.
I.B.: Consapevole delle responsabilità morali e giuridiche che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Bene, signor Buiani vuole rispondere innanzitutto per primo alle domande dell'avvocato Colao e successivamente degli altri, Pubblico Ministero e altri difensori?
I.B.: Bene, si, si.
Presidente: Prego, Avvocato Colao
Avvocato Colao: Grazie presidente, signor Buiani scusi, vuole dire lei che professione fa attualmente? Cosa fa ora?
I.B.: Ora praticamente sono in pensione, dal primo maggio di quest'anno e e prima ho sempre fatto nelle ditte di trasporti, ho fatto parte il magazziniere, parte l'autista e ultimamente prima di venire in pensione ero alla società Danzas  che sono stato per 32 anni e alcuni mesi.
A.C.: Senta, mi scusi l'attività di magazziniere le comportava un certo impegno di attenzione?
I.B.: Molta attenzione, tanta!
A.C.: Senta, vuole dire alla corte com'è avvenuto che ci siamo incontrati noi? Vorrei che lei chiarisse queste modalità.
I.B.: Si, io come ho già detto, come saprete, io nell'85 feci una testimonianza in Questura, poi anche se mi doleva qualcosa ho lasciato perdere e una signora che gli avevo detto di aver fatto questa testimonianza..
A.C.: Chi era questa signora?
I.B.: Si chiama Teresa, siamo amici, G. Teresa, gli raccontai un pò il fatto e in un secondo tempo mi disse che aveva avvertito, che aveva dato il nome però non sapeva nemmeno come mi... ...ci si conosceva un pò così, perchè l'è un annetto, che mi chiamavo Italo e disse, mi parlò proprio, che aveva dato il mio nome  a lei avvocato e che mi rintracciò tramite, per sapere, la persona del mio cognome, tramite la parrocchia di S.Andrea in Percussina dove praticamente sono molto a contatto e la domenica frequento.
Presidente: Bellissimo posto.
A.C.: Senta, scusi, venendo al fatto che lei vide, vuole spiegarci proprio per filo e per segno quale fu il giorno e in che occasione lei ritornava a casa percorrendo la via degli Scopeti? E poi dirci anche, prego in anteprima, lei se abita al termine di via degli Scopeti?
I.B.: Si, effettivamente dove abbiamo costruito prima era via degli scopeti, ora poi ha preso un altro nome perchè continua con altre abitazioni, io quando mi sposai tornai, allora era via Scopeti, la casa accanto poi ha preso un altro nome, ora attualmente si chiama Via xxx. Quel giorno inconfondibile era venerdì,  che lo ricordo benissimo per molte ragioni, perchè il venerdì facevamo sempre sulle tre ore, due ore di straordinario perchè era il fine settimana dovevamo riconsegnare tutta la merce, spedire all'estero, poi si lavorava solo per l'Europa, per l'America, tutto per l'estero, mai per... perciò veniva accumulata molta merce che venerdì si doveva tutta spedire e perciò si faceva un orario molto più lungo degli altri giorni era venerdì 6 dell'85, come poi dissi, perchè poi la domenica io ero alla gita...
Presidente: 6 di che mese?
I.B.: 6 di settembre del 1985 dovrebbe corrispondere al venerdì. Venerdì prima.
Presidente: Si, infatti corrisponde al venerdì.
I.B.: Ecco, la domenica poi io andai in gita con la misericordia, s'andò a Genga, nelle Marche, mi ricordo benissimo, con queste gite che s'era un pullman di 54 persone, il lunedì appunto poi fu scoperto questa cosa e dopo alcuni giorni, un pò, molto di mia volontà, anche pressato dai, lì dove lavoravo a Porta al Prato, da diciamo degli amici, conoscenti della Polfer che passavano sempre di lì dal magazzino a controllare, per... era il suo lavoro, s'era creato un buon rapporto e mi consigliarono di andare in Questura.
A.C.: Ecco, allora lei partì la sera del venerdì dal suo posto di lavoro verso che ora?
I.B.: Verso le nove, nove e cinque, ci avevo da chiudere a quell'epoca, ero un responsabile di quel magazzino e sicchè verso quell'ora presi la strada con la mia macchina per ritornare a cena, ci avevo anche abbastabnza appetito e su, mi inoltrai verso San Casciano, prendendo la classica Porta Romana, Galluzzo, Tavarnuzze, Scopeti e a quel punto è stato lì che io ho incrociato una macchina.
A.C.: Scusi, lei su che macchina aveva? Se se lo ricorda..
I.B.: Io una Uno, a quell'epoca avevo una Uno.
A.C.: E si ricorda che tipo di fari aveva in quella circostanza?
I.B.: Mah, io non è che utilizzavo molto...
A.C.: Fari lunghi, abbaglianti o anabbaglianti?
I.B.: No, no io ho sempre usato, qualche volta mia moglie mi brontola, ho sempre usato quelli bassi. Segnalo un pò alle curve e vado su. Fari normali, fari inabbaglianti.
A.C.: Ecco, bene, allora lei arriva ad un certo punto, ci vuol precisare qual'è questo certo punto?
I.B.: Non so, ora, prima della famosa piazzola, tanto quello ormai lo sanno tutti, un 350 metri, così, c'è una stradina che veniva adoperata dai trattori per portar via la legna, dall'Enel, mi uscì, appunto, all'ultimo momento, io stavo salendo, una macchina.
A.C.: Una macchina. Ho capito. Usciva da questa stradina, lei questa stradina la conosceva anche prima per esserci stato anche a piedi?
I.B.: No, l'avevo intravista solo, c'ero passato una volta o due a caccia quando ci invitava il Bandini ma non so proprio se ero passato di lì o più a valle, comunque essendo nato lassù un pochino le strade le vedo.
A.C.: Sa se questa era una strada con sfondo o senza sfondo?
I.B.: No, no assolutamente lì non c'è sfondo perchè giù c'è il fosso che si chiama noi della zona, oppure sarà il suo nome vero, a valle c'è il borro di Rimare.
Presidente: Borro di?
I.B.: Rimare, Rimare. Parlo male perchè la dentista mi ha tolto tutti i denti...
A.C.: Bene, scusi, allora, dunque lei procedeva ad una certa velocità...
I.B.: Si, perchè volevo rientrare..
A.C.: A casa con urgenza, perchè aveva fame, bene  e di punto in bianco, quindi si è immesso da questa stradina sulla strada una macchina, ci vuol dire che macchina era?
I.B.: Si, poi glielo spiego, si immesse questa macchina all'ultimo momento, io avendo fatto l'autista molto di quelle persone che quando entrano non ti danno o cosa, o tu freni o tu batti, questo gli è  il classico che, hai capito, non, di fare nulla..
A.C.: E lei cosa fece?
I.B.: Io frenai, frenai,  da fermarmi completamente sennò sbattevo.
A.C.: A che distanza avrà frenato dalla macchina che si era immessa?
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Ha urtato il paraurti?
I.B.: Ma guardi, la passò sui due metri, due metri e mezzo, perchè il tempo di fermarmi...
A.C.: Bene grazie, ci vuol descrivere che tipo ndi macchina vede?
I.B.: Si, io prima di vedere, se vuole vado per gradi..
A.C.: Si.
I.B.: Prima guardai in faccia la persona come tutti quelli che succede quando ti fanno una cosa che non torna,
A.C.: Una manovra scorretta.
I.B.: Scorretta perchè io avevo la precedenza assoluta e guardai in faccia questa persona bene e poi alla fine guardai anche la macchina, come dissi anche allora all'ispettore, se non sono errato, si chiamava Sizzi e dissi che 95/90% era una Fiesta. Una Ford Fiesta.
A.C.: Di che colore era?
I.B.: Era bianca, quando io prima di ripartire riuscii, guardai bene perchè lo feci passare, mi ricordo che c'era qualcosa come un rigo rosso, qualcosa di rosso c'era, una righina rossa, questo l'ho dichiarato all'ispettore allora, sempre perchè m'è rimasto, perchè l'occhio ce l'ho bono, ce l'ho sempre avuto bono. Anche per il lavoro che facevo. Mi dica.
A.C.: Senta, scusi, dico, questa macchina Ford Fiesta che le tagliò la strada, rallentò la macchina o no? Fermò lei e basta?
I.B.: No, no, lui come se nulla fosse, non andò mai forte, non accellerò nè rallentò, fece tutto lineare, tranquillo, come quei classici, che ho detto prima, che quando partano non danno scampo alle cose...
A.C.: D'accordo, bene, allora senta, scusi, ci vuol descrivere la persona che lei vide?
I.B.: La persona io la vidi bene, una persona non di grossa statura, ma abbastanza, non vecchia ma abbastanza ben tenuta, alta, capelli poco grigi, un pò bianchi ma non molti, pettinati all'indietro...
Presidente: Non molti capelli o non molto bianchi?
I.B.: Non molto bianchi ma molti capelli. Pettinati all'indietro con questa grossa presenza che aveva, ben tenuto, alto, carnagione molto scura, questo qui, poi... E' un flash, però mi rimase...
A.C.: Senta, scusi, una cosa, come fece ad apprezzare lei la statura se il conducente era in macchina?
Avvocato Bevacqua: La domanda per cortesia.
A.C.: La domanda è questa, più di questo!
Presidente: Avvocato! Più domanda di questa!
P.M.: C'è anche il punto interrogativo in fondo!
Avvocato Bevacqua: No, però presuppone la riposta se lui era dentro...
A.C.: No, no no, ho detto come fece ad apprezzare la sua altezza? Se era seduto come  fece ad apprezzare l'altezza?
Presidente: Lei ha detto alto.
I.B.: Era un uomo molto distinto, molto bene, coso,
A.B.: Distinto.
I.B.: Si, si molto distinto.
A.C.: Va bene.
I.B.: Molto ben tenuto.
Presidente: Per distinto cosa intende?
I.B.: Si intende che non era nè curvo nè all'indietro, era molto sul volante però un uomo molto robusto e...
A.C.: Cioè lei vuol dire impegnava la macchina tutta?
I.B.: Si, si.
A.C.: Ingombrava tutto l'abitacolo.
I.B.: Ingombrava la macchina.
Presidente: Per "distinto" lei non intende uno elegantemente vestito...
I.B.: No, no ma non era...
Presidente: Col fiore all'occhiello, ecco...
I.B.: Non era male perchè poi non l'avrei visto il fiore all'occhiello perchè, solo la parte..
Presidente: In questo senso.
I.B.: Si, si, presidente mi scuso della riposta che le ho dato, ma...
Presidente: Senta, mi scusi, lei, ebbe modo di notare particolarità del viso?
I.B.: Si, viso, era una persona, appunto, con questa testa pettinata all'indietro, naso molto accentuato, una faccia, insomma, con una certa mole...
Presidente: Una certa mole, era un uomo in carne, lei dice.
I.B.: In carne, si, si, presidente.
Presidente: Di carnagione scura? Scusi avvocato Colao se mi inserisco.
A.C.: Prego, prego, no prego Presidente, ci mancherebbe.
Presidente: Cosa intende per scura?
I.B.: No, io terrei a precisare che se vi riferite a cose che io non ho mai conosciuto, quello, io, ho lavorato sempre a Firenze, io dico quello che ho visto. Quando sono uscito, non ho mai incontrato questo
Presidente: Vabbè, prosegua pure avvocato Colao.
A.C.: Senta, scusi, questa persona era solo o in compagnia in macchina?
I.B.: No, mi meravigliò appunto che questa macchina uscendo da quella viottola fosse solo perchè io facendo sempre quella strada ho trovato tante macchine ma generalmente erano coppie, capito? Lui era solo, come io ero solo a andare a cena.
A.C.: Quindi lei poi naturalmente passò avanti, andò a casa, poi cosa successe dopo? Nei giorni seguenti?
I.B.: Appena arrivai a casa, che vuoi, mangiare, insomma, ebbi subito, quando feci incontro, ebbi un certo presentimento, insomma, queste son cose mie personali, poi lo dissi a mia moglie, mentre mangiavo giustamente perchè era un'ora tarda, cercai di spiegarglielo anche alla moglie che avevo fatto quest'incontro, mi ricordo mio foglio era già uscito come fanno i giovani, si rimase appunto
A.C.: Ma a a noi forse non interessa questo, lei ha detto "ho avuto un certo presentimento", in che senso?
Presidente: Bah, va be' avvocato, lasciamo fare i presentimenti, mancherebbe pure quelli! Andiamo avanti, veniamo ai fatti!
A.C.: Bene, nei giorni successivi lei parlò con sua moglie e cosa decise di fare?
I.B.: Si, appunto poi, si sta molto sul posto di lavoro e con la moglie, c'era lì quei, la parola giusta, quei ragazzi della Polizia ferroviaria e dei colleghi che gli raccontai l'accaduto e mi consigliarono di farmi sentire in Questura, dove però, insomma venne fuori una cosa un pò negativa, comunque...
A.C.: Ma chi? Com'è che venne fuori una cosa negativa? Che significa? Si vuole spiegare meglio?
I.B.: Mah, io cercai di descrivere questa persona. raccontai tutto, non venne fuori quasi niente, forse non ero capito, forse mi sarò spiegato male io, non fui preso molto in considerazione.
A.C.: Ma le fecero un identikit?
I.B.: Fecero uno schizzo, cercarono di fare un identikit che io contestai subito perchè non venne fuori quello che avevo visto.
A.C.: Quindi allora se abbiamo capito bene, lei fu deluso.
I.B.: Tanto deluso.
A.C.: Fu tanto deluso e quanto tempo gli comportò questo identikit e questo colloquio con la Polizia?
I.B.: Ci andai due sabati, un primo sabato s'andò giù alla scientifica che appunto cercavano di, poi, telefonarono a mia moglie, anche lì per sapere se avevo detto in casa, fra settimana, "Certo..." la disse mia moglie, "...che l'ha detto, perchè noi siamo una famiglia molto unita e tranquilli" e poi ritornai il sabato fui riascoltato su, mi pare allora, all'ultimo piano e gli dissi anche a loro ma mmhmm, venni via con ancor più delusione.
A.C.: Cioè lei in pratica non si presentò più, non insistette più.
I.B.: No, no, no.
A.C.: E non fu mai più chiamato.
I.B.: Si, è stata la Guarducci che mi ha incoraggiato, tramite lei, a..
A.C.: Scusi, lei ha parlato con la signoria M. Teresa L. di questo fatto. Ci può dire in che occasione lei parlò con la signora M. Teresa L.?
I.B.: Si, io quando andavo giù e ci ho un parente che lavora con lei e appunto la signora, siccome sa che sono un pò appassionato, come un pò tutti quelli di campagna, la voleva, come anche l'anno scorso, anche quets'anno un mazzo di asparagi, quelli di bosco e allora io andai a portarglieli e lì mentre conversavamo, allora mi sembra era già iniziato in quei giorni il processo, perchè..
Presidente. Gli asparagi sono di aprile, quindi, il processo è iniziato ad aprile!
I.B.: Si, si erano proprio quei giorni, c'era il giornale del mio parente che appunto...'nsomma gli spiegai un pò...
A.C.: E in che posto eravate, mi scusi?
I.B.: Sambuca Val di Pesa, presso la ditta Bagni, dell'olio.
A.C.: Ecco e lei cosa disse quando andò a prendere questi asparagi, insomma, se ho capito bene...
I.B.: Fu a un tratto, prima se c'era La Nazione sul tavolo, poi lei venne lì alla mia macchina a prendere gli asparagi e nel tornare ricadde il discorso sul processo Pacciani e fu lì che gli dissi che -Guarda, avevo testimoniato anche io, già a quei tempi - poi la signora la prese a cuore.
A.C.: Se ha testimoniato, si, però scusi, non le ha detto altro di più preciso alla Signora? Avevo testimoniato su che cosa?
I.B.: Io gli dissi che già a quell'epoca avevo testimoniato, che avevo visto questa macchina e tutto, come ho detto ora.
A.C.: Cioè che aveva visto la Ford Fiesta bianca.
I.B.: Si, si, si, glielo dissi e lei poi non so se è stato per una cena, per quale circostanza ha rintracciato, però come ho sempre detto pensavo d'essere chiamato e non mi preoccupavo più di tanto, poi c'è stato lei che mi ha, la signora Teresa che mi ha anticipato, dicendovi a voi quello che gli avevo raccontato e mi fa piacere d'essere stato chiamato e di essere qui da persona civile e che la giustizia debba fare il suo corso.
A.C.: La ringrazio signor Buiani non ho altre domande.
Segue...

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