lunedì 14 febbraio 2011

Laura Mazzei - Deposizione del 24 maggio 1994

 
Laura Mazzei fu ascoltata il 24 maggio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Si accomodi signora prego, ecco sieda pure signora, girata verso la Corte per cortesia, grazie.
L.M.: Va bene.
Presidente: Legga per cortesia, glielo vogliamo dare, Fausto, quella formula?
L.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Signora ci vuol dare le sue generalità per piacere?
L.M.: Mazzei Laura, nata a Firenze, xx/xx/xxxx
Presidente: Residente?
L.M.: San Casciano Val di Pesa, via x xxxxxxxx, xxx.
Presidente: Ecco, risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
P.M.: Non so se acconsente alla ripresa Presidente.
Presidente: Ah, consente alla ripresa televisiva?
L.M.: No.
Presidente: Allora per cortesia non riprendete la signora, riprendete altrove.
P.M.: Forse l'operatore non ha capito.
Presidente: Non la riprenda.
P.M.: A posto. Bene. Benissimo. Signora Mazzei lei è la moglie del signor Ricci?
L.M.: Si.
P.M.: Senta signora, lei conosce il Pacciani?
L.M.: Si.
P.M.: Come mai lo conosce? Come l’ha conosciuto? Quando l’ha conosciuto?
L.M.: Quando senta… proprio l’anno…
P.M.: Suppergiù, grosso modo…
L.M.: Io lo conosco ancora… da tanto perché era amico di mio babbo, il mio babbo è morto…
P.M.: No, no scusi…
L.M.: Si…
P.M.: Pacciani era amico di suo babbo?
L.M.: Sii
P.M.: Ah, scusi ho… Son’io che ho… Ci racconti, come non detto.
L.M.: Sii di mio babbo però il mio babbo è morto nel ’76, sicchè…
P.M.: Suo babbo era per caso originario del Mugello?
L.M.: No, no, no, no mio babbo era di San Casciano.
P.M.: Era amico del suo babbo…
L.M.: Si amico così per andare a bere un bicchiere insieme, così, ha capito?
P.M.: Quindi in che anni si frequentavano?
L.M.: Si frequentavano prima… so… il ’75, ’74 ora io…
P.M.: Ecco anni… anni… quel periodo là, una ventina d’anni fa.
L.M.: Si perché nel ’76 è morto come ripeto.
P.M.: Bevevano insieme
Presidente: Negli anni ‘70
L.M.: Si, si.
P.M.: Senta una cosa lei è anche parente del Vanni?
L.M.: Si sono… diciamo che sono parente…
P.M.: Vanni/postino eh?
L.M.: Si, si vanni Mario, si, cugino della mia mamma, cugino carnale di mia mamma.
P.M.: Senta anche il Vanni, come il suo babbo, era amico del Pacciani?
L.M.: Si, si.
P.M.: Andavano…
L.M.: Si, uscivano, andavano a bere un bicchiere alle cantinette, insomma così, come si fa da amici insomma.
P.M.: Mhmm e il Vanni le ha mai fatto confidenze sul suo rapporto col Pacciani?
L.M.: Mah… Confidenze di cosa scusi?
P.M.: Non lo so, cosa le raccontava?
L.M.: Mah…
P.M.: Le ha mai parlato di una pistola signora?
L.M.: Si in casa mia, per dire la verità, una volta mi disse che aveva un po’ timore di questo Pietro…
P.M.: Pietro Pacciani.
L.M.: Sii, Pietro Pacciani, perché lui quando usciva insieme aveva in macchina, teneva una pistola. Io se questo che dice mio cugino è vero o è falso, questo non lo so.
P.M.: Così le diceva il Vanni.
L.M.: Mario, si questo l’ha detto anche in casa mia.
P.M.: L’ha detto anche in casa sua davanti anche a suo marito?
L.M.: No questo l’ha detto a me
P.M.: A lei.
L.M.: Personalmente. A mio marito l’avrà detto in altri luoghi o in altri momenti.
P.M.: Ecco. Senta una cosa, di questa paura che aveva era a causa della pistola o anche per altri motivi?
L.M.: No, perché è un uomo piuttosto… un uomo robusto, un uomo di forza, capito? Paura un po’ in genere, insomma.
P.M.: Le ha mai detto che era pericoloso per questo motivo?
L.M.: No per la pistola no. Pericoloso perché dietro a quello che aveva fatto, ha capito? Dietro alle cose di tant’anni fa, del suo…
P.M.: Cosa aveva fatto? Cosa le raccontò? O cosa sapeva?
L.M.: Di che? Della persona che ammazzò per la fidanzata, no? Che trovò l’ex rivale insieme.
P.M.: Ecco questo era il motivo, uno dei motivi…
L.M.: Si uno era questo, poi dice era un uomo, un uomo, dice, mi fa un po’… Andarci fuori insieme mi fa quasi un po’ paura, dice…
P.M.: Di questa ex-fidanzata cosa diceva? O il Vanni le raccontava, se erano mai andati a trovarla, se la cercava…
L.M.: Mah cercava… Una volta mi sembra…
P.M.: Cosa le disse?
L.M.: Mi disse che erano andati a vedere dovelei… perché lavorava in un bar, mi sembra eh…
P.M.: Mhmm
L.M.: Però non mi ricordo in dove.
P.M.: Erano andati insieme, chi scusi?
L.M.: Il Vanni e Pacciani.
P.M.: Erano andati a cercarla?
L.M.: Si, così a vedere dove era. Io poi se sono entrati dentro o no…
P.M.: Questo lei non lo sa.
L.M.: No non lo so. No.
P.M.: Era… Questa fidanzata sa come si chiamava?
L.M.: No, no, non loso.
P.M.: Comunque era la ex fidanzata coinvolta nel fatto del ’51? In quell’omicidio…
L.M.: Si, si certo.
P.M.: Senta il Vanni le ha mai parlato di lettera a lui pervenute dal carcere da parte del Pacciani?
L.M.: Si una volta si.
P.M.: Ci vuole spiegare in che termini? Qual’era il contenuto? Che lettera era?
L.M.: Il contenuto era che il Pacciani una volta che sarebbe uscito si sarebbe ribellato a Vanni perché vanni aveva parlato troppo di lui.
P.M.: Ma lo aveva minacciato di morte?
L.M.: Si, minacciato, dice, quando esco di carcere ti sistemo io.
P.M.: Di morte signora?
L.M.: Ecco di morte.
P.M.: E lei queste cose gliele ha raccontate Vanni?
L.M.: Si, si. Che aveva ricevuto questa lettera, si.
P.M.: E nella lettera c’erano queste minacce di morte.
L.M.: Si.
P.M.: E il Vanni a queste minacce come aveva reagito?
L.M.: Eh s’era un po’ impaurito, capirà… Quando uno ti fa certi discorsi, un po’…
P.M.: Senta una cosa, lei è mai uscita, ha mai avuto occasione, con la sua famiglia, di essere a cena o fuori…
L.M.: Si una volta a cena da Pacciani.
P.M.: Ci vuole spiegare cosa successe? Perché le rimase impresso questo episodio? Se le è rimasto impresso…
L.M.: Mah successe… Di gran cose non le posso dire…
P.M.: Quello che successe, lei non deve né potere…
L.M.: No, è…
P.M.: lei ci dice la verità e noi siamo soddisfatti.
L.M.: Si certamente, certamente io sono stata a cena, ci ospitò cordialmente, quello che mi rimase un po’ impresso, lui non voleva che le sue bambine e sua moglie stesse a tavola insieme a noi.
P.M.: Vi invitò a cena ma a cena con lui praticamente, in casa sua solo con lui.
L.M.: Con lui, in casa sua solo con lui.
P.M.: E la moglie e le bambine?
L.M.: Non le riteneva di essere… di stare insieme a noi, insomma… La sua presenza, dice, tanto quelle non capiscan nulla lasciale fa’ di là. Invece mio marito intervenne e gli disse: Pietro se tu fai così io non ci resto a cena perché non la vedo giusta che la tua moglie e le tue figlie stiino dall’altra parte mentre noi stiamo a cena nell’altra stanza.
P.M.: Lei disse qualcosa? Anche li fu d’accordo con suo marito?
L.M.: Si, certo.
P.M.: E come andò a finire?
L.M.: Andò a finire che vennero lì anche le bambine e la moglie.
P.M.: E cenarono con voi?
L.M.: Sss… Cenarono… Ma cenare mi sembra… mi sembra di no, le si misero a sedere lì insieme a noi… sa, ha visto, cenare vale fino a un certo punto uno non ci può ave’ nemmen fame…
P.M.: Comunque non…
L.M.: Comunque erano lì presente insieme a noi, questo contava già molto.
P.M.: Cioè furono presenti dopo che lei e suo marito avete fatto presente questo fatto.
L.M.: Si, si.
P.M.: Prima erano in un’altra stanza?
L.M.: No erano lì però a cena insieme a noi lui non le voleva far restare ecco, le voleva far stare nell’altra stanza, dice, no, no voi qui a farci i’ che? State di là voi noi si cena da noi. Ma a noi non ci sembrava giusto.
Avvocato Bevacqua: Presidente mi scusi io… Mi perdoni se sono… non voglio infastidire ma cosa c’entra questo…
Presidente: Avvocato…
A.B.: Cosa c’entra col processo? Con l’oggetto del processo?
Presidente: Allora…
A.B.: Articolo 187 del codice
Presidente: Avvocato…
A.B.: …di procedura penale, non stiamo facendo il processo delle bambine…
Presidente: Avvocato, avvocato…
A.B.: Non c’entra nulla.
Presidente: Sono circostanze che possono avere, nell’ottica del Pubblico Ministero, un qualche rilievo.
A.B.: Ma su… abbiamo le sentenze
Presidente: Noi non mettiamo vincoli a nessuno…
A.B.: Siamo d’accordo ma vincoli… ma qua si fa un altro processo
Presidente: No.
P.M.: No Presidente mi scusi…
Presidente: Vuole dimostrare, evidentemente…
A.B.: Ma ci sono le sentenze
P.M.: No, le sentenze cortesemente su opposizione dell’avvocato Bevacqua per ora non ci sono.
Presidente: Avvocato via…
A.B.: No le sentenze ci sono, c’è la sentenza della Corte di Assise di Appello del ’51, c’è una sentenza del tribunale di Firenze del 1987 o ’88 delle bambine, Presidente…
Presidente: Comunque, tronchiamo qui, io ammetto queste domande punto e basta.
A.B.: Va be’ mi consenta di riservarmi l’impugnazione…
Presidente: Benissimo, certamente, lei farà tutto quello… il controesame… avrà ampia libertà…
A.B.: Grazie.
Presidente: Perché tutto mi direte ma insomma… tranne che io sia uno vessatorio in questa materia. Prego.
P.M.: Signora Ricci, mi perdoni un attimo, ricorda se in quell’occasione o prima o dopo il Pacciani tenne un comportamento che a lei e suo marito sembrò scorretto in qualche modo?
L.M.: Mah…
P.M.: Rimase perplessa di qualcosa?
L.M.:
P.M.: Lei ha riferito in proposito, ce l’ha detto anche suo marito, qualcosa alla Polizia. Nei confronti…
L.M.: Ha visto… Casomai un po’… Dagli sguardi un po’… perché un uomo…
P.M.: Ci spieghi signora.
L.M.: E’ nn uomo almeno per quello conosco io è un uomo molto apportato alle donne insomma… Un uomo che gli piacciono, comunque perlomeno per quello che vedo io, si, degli sguardi così anche verso la mia bambina che stava a sedere lì nel prato, però non posso dire altre cose perché gesti né con me né con mia figlia non l’ha fatti.
P.M.: Quanti anni aveva la sua bambina?
L.M.: La mia bimba avrà avuto 13/14 anni, non di più.
P.M.: Non ho altre domande. Grazie Presidente.
L.M.: Prego.
Presidente: Signori avvocati di parte civile?
A.B.: Si grazie. Signora dato che noi…
Presidente: Prego avvocato Bevacqua.
A.B.: …in questo discorso finiamolo… Ecco, chi è venuto da lei a cercare di sapere notizie sul Pacciani?
L.M.: Come? Chi è venuto chi?
A.B.: Si è presentata lei spontanemente oppure…
L.M.: Nooo
A.B.: E chi è venuto?
L.M.: Io non mi son presentata.
A.B.: E chi è venuto da lei?
L.M.: Son venuti l’ispettore, il maresciallo, son venuti loro a cercare me.
A.B.: Ecco e cosa… Come sono arrivati a lei scusi signora?
L.M.: Ma per mezzo del Vanni, Vanni è mio parente… Insomma io… Diciamo che ho parlato… Ho detto quello che aveva detto il Vanni e sono entrata nel mezzo anch’io.
A.B.: Ecco ma cosa le hanno domandato scusi sul Pacciani?
P.M.: C’è un verbale.
L.M.: Cosa mi hanno domandato? Quello che m’ha domandato ora il giudice, queste cose qui, io non posso dire altro.
A.B.: Eh ma cosa le ha domandato?
P.M.: Non c’era mentre ho fatto le domande?
A.B.: Si c’ero, c’ero…
P.M.: E allora cosa le ho domandato?
A.B.: Senta ma cosa le hanno domandato? Se lei aveva avuto dei rapporti con il signor Pacciani? Se lei lo conosceva?
L.M.: Si queste cose. Queste che mi ha domandato ora il giudice
A.B.: Ecco, lei quante volte è stata con il signor Pacciani?
L.M.: Io?
A.B.: Si.
L.M.: Io l’ho trovato per strada ci ho parlato quando uscì dal carcere per la violenza delle figlie eppoi sono stata a cena una volta e l’ho rincontrato così… Qualche volta in paese…. Perché a San Casciano veniva, poi io non ci ho tanta… Non ho avuto tanta…
Presidente: Frequentazione.
L.M.: …frequentazione col Pacciani.
A.B.: Senta…
L.M.: Quella sera a cena, anzi a mio marito gli dissi: io non ci ritorno più perché uscivo in una condizione… mio marito aveva un po’ bevuto e ci si fermò per la strada sennò…
A.B.: Ecco, suo marito aveva un po’ bevuto?
L.M.: Si aveva un po’ bevuto.
A.B.: Anche suo marito, il Pacciani e suo marito avevano bevuto.
L.M.: Eh certamente tutti e due.
A.B.: Quindi gli sguardi erano gli sguardi di ubriacone oppure no?
L.M.: Mah no questo è successo prima
A.B.: Ohooo…
L.M.: Questo prima
A.B.: Prima.
Presidente: Quando il Pacciani, secondo lei, guardava con un certo interesse la sua figliola era prima che vi..
L.M.: Prima, prima.
Presidente: Prima che bevessero.
L.M.: Si, prima.
A.B.: Ecco signora ma guardava anche lei con un certo interesse?
L.M.: No… Visto? Guardare come si può guardare… Come si può guardare…
A.B.: Una donna.
L.M.: …Una donna. Ecco.
A.B.: Una bella donna. Va bene signora?
L.M.: Si. La un mi prenda in giro eh?
A.B.: No ora è giovane ieri era molto più giovane, quindi Pacciani…
L.M.: Certamente.
A.B.: E lei ricorda, dato che era sicuramente una bella donna, se si sdraiò anche lei su una coperta?
L.M.: Io mi misi a sedere.
A.B.: Si mise a sedere su una coperta.
L.M.: Si sulla coperta, si
A.B.: E in quel momento il signor Pacciani la guardò? La guardava? Non lo sa?
L.M.: Ha visto… ma succede a tutti, ha capito? Un uomo l’è la forza dell’abitudine di guardare una donna se è a sedere o bella o brutta che sia, è proprio…
A.B.: Mi dice il signor Pacciani che lei fosse molto attraente, va bene signora o no? Era attraente lei allora?
P.M.: Ma insomma…
A.B.: L’avete voluto voi…
Presidente: Avvocato via…
P.M.: No, no, no noi questo, ringraziando il cielo, a questo livello non ci siamo arrivati.
A.B.: Va bene, va bene.
Presidente: E’ certamente una signora carina, avanti.
A.B.: Non ho altre domande signor Presidente.
P.M.: Sarà meglio almeno di questo.
Presidente: Dunque allora, comunque a tavola entrambi avevano bevuto sia il Pacciani che suo marito
L.M.: Un po’, non erano mica ubriachi da…
Presidente: Erano però…
L.M.: Un po’ arzilli
Presidente: Un po’ arzilli. Benissimo. Altre domande? Nessuna?
P.M.: Nessuna Presidente.
Presidente: Può andare grazie signora. Buongiorno.
L.M.: Buongiorno.

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