lunedì 23 maggio 2011

Santina Lalletti - Deposizione del 31 maggio 1994 - Prima parte

 
Santina Lalletti fu ascoltata il 31 maggio 1994 nel processo a Pietro Pacciani. Quelle che seguono sono le sue dichiarazioni.

Presidente: Si accomodi signora, prego, ecco, buonasera, si accomodi lì signora, prego.
S.L.: Non voglio telecamere eh!
Presidente: Benissimo, allora nessuna ripresa nemmeno per la signora. Vuol leggere quella formula signora?
S.L.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Signora come si chiama?
S.L.: Lalletti Santina vedova Mecacci.
Presidente: Senta signora quand’è nata e dove?
S.L.: xx.xx.xx in provincia di Arezzo.
Presidente: Benissimo, vuole rispondere per cortesia alole domande del Pubblico Ministero?
S.L.: Certo.
P.M.: Signora, sua figlia ci ha parlato ora di un episodio che sarebbe avvenuto una mattina presto o una notte e che lei ha visto dalla finestra della sua abitazione, lo ricorda lei? Un episodio simile?
S.L.: Si.
P.M.: Ce lo puole raccontare per piacere? Cosa successe…
S.L.: Quello che ha detto lei..
P.M.: Ora veda di dirci cosa ricorda lei signora
S.L.: Mah, io sentii delle parole un po’ strane, mormorio, così…
P.M.: In casa?
S.L.: Giù nel garage
P.M.: Quindi era… per sentirle… era notte? Era un’ora in cui c’era silenzio?
S.L.: Si c’era silenzio, siccome io dormo poco e quindi sentivo anche le mosche volare e mi affacciai.
P.M.: Sentì dei mormorii in garage, ha detto…
S.L.: Si.
P.M.: Il garage è sotto la sua abitazione?
S.L.: Si, esatto. Mi affacciai e sentii quello che dicevano: “Pena poco!”, “Pena poco, lega qui!”
P.M.: Lo diceva lui? Era un voce di uomo?
S.L.: Lui si, alla moglie. E insomma in quattro e due sei, non so cosa fecero, vidi caricare in groppa alla moglie questo malloppo di roba però io non so quello che c’era.
P.M.: Che fine fece questo…
S.L.: Andò verso i cassonetti della nettezza
P.M.: Lei magari poi andò a vedere se c’era questo…
S.L.: Più tardi si, s’andò giu perché si doveva anda’ via e si alzò il coperchio del cassonetto e si vide questo fagotto di roba, leggermente si toccò con un dito e si andò via, si sentì roba dura…
P.M.: Senta quando vide questo comportamento, insomma, di questi signori, niente di più, si ricorda che ore potevano essere?
S.L.: Sei, sei e mezzo così… Ora con precisione non me lo ricordo.
P.M.: Era buio signora? Era inverno, era buio?
S.L.: Eh si.
P.M.: C’era la luce però?
S.L.: Si, si c’è i lampioni.
P.M.: Come mai non… Oramai, curiosità per curiosità, non guardaste cosa c’era dentro?
S.L.: Mah io… Mi bastò di tastre e basta.
P.M.: Ho capito. Senta signora lei il Pacciani lo conosce? Lo conosceva come suo vicino…
S.L.: Bene, bene.
P.M.: Ha mai avuto a che ridire con lui?
S.L.: Si.
P.M.: Per quale motivo?
S.L.: Eh…
P.M.: Ce lo dica via signora è un episodi…
S.L.: E motivi l’avete scritti anche voi…
P.M.: E’, si ho capito signora, li hanno scritti quelli della Polizia perché lei glil’ha detto, ora dev’essere…
S.L.: Mi dica quello che è io gli posso rispondere…
P.M.: Le ha mai dato noia a lei come persona?
S.L.: Si, una volta.
P.M.: E cioè?
S.L.: Mi toccò la mammella sinistra.
Avvocato Bevacqua: Ehhhh
Pietro Pacciani: Ci mancava questa!
Presidente: Nessun commento, nessun commento.
A.B.: La sinistra però Presidente!
S.L.: S’era sul tetto…
P.M.: Come mai eravate sul tetto?
S.L.: Perchè pioveva nelle stanze allora lui disse: ci penso io a sistemare il tetto. Io non so che cosa arreggevo, una certa vicinanza, così… e mi acchiappa, io mi allentai per dargli una labbrata…
P.M.: Normalissimo non c’è proprio… mhm…
S.L.: Perché se lui seguitava io lo buttavo di sotto.
P.M.: Mhm, mhm, va bene.
S.L.: Almeno non se ne parlava più.
P.M.: Disse qualcosa?
S.L.: No, nessuna.
P.M.: Niente di che. Senta una cosa signora, dei rapporti del Pacciani con le figlie o con la moglie ha mai visto signora, non per sentito dire, se…
S.L.: No io ho sentito perché stavo sopra.
P.M.: Cos’ha sentito?
S.L.: Botte, bocio, t’ammazzo…
P.M.: A chi lo diceva?
S.L.: Mah, l’avrà detto alle figliole, alla moglie perché io in casa non c’ero.
P.M.: Sa mai se in questi discorsi parlava, o sentiva lei, o ha visto se aveva armi, diceva qualcosa del genere?
S.L.: No io questo non…
P.M.: Ha mai detto: Ci ho una pistola t’ammazzo!
S.L.: No io solamente una volta: Ti metto le budella al sole! L’unica volta.
P.M.: Non è che c’era anche un discorso relativo a una pistola? Vi ammazzo, chiappo una pistola…
S.L.: No io quello no.
P.M.: Benissimo, non ho altre domande grazie.
S.L.: Io dico quello che ho sentito.
P.M.: Bene signora, fa bene. Infatti noi quello le chiediamo.

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