lunedì 10 dicembre 2012

Ignazio Spampinato e Pietro Benedetti - Udienza del 4 luglio 1994 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.

A.B.: Lei sa come le labbra del caricatore vengono... questi caricatori come vengono confezionati? Come vengono costruiti, come vengono tagliati? Se c'è una tranche... mi perdoni, la domanda è questa: se è vero che c'è un pezzo di ferro e poi questo pezzo di ferro è tagliato a tranche da una tagliatrice. Vero?  
P.B.: Sì.  
A.B.: Che lascia identica traccia su tutti i caricatori.  
P.B.: Eh, no.  
A.B.: No?  
P.B.: Il ferro non è mica piombo, eh.  
A.B.: Che può lasciare.  
P.B.: Non è mica piombo. Qui stiamo lavorando il ferro. Questi attrezzi hanno una loro durata, una loro usura.  
A.B.: Sì.
P.B.: Chiaramente però il fatto che anche noi, senza tanta difficoltà, una incisione del genere l'abbiamo riprodotta sul fondello utilizzando un caricatore di servizio di quelle pistole che ci hanno dato, vuol dire che lo spigolo anteriore del labbro è abbastanza vivo, e quindi in grado di incidere, ecco.  
P.M.: Di caratterizzare.  
P.B.: E poi di caratterizzare...  
A.B.: Caratterizzare, no.  
P.M.: È una domanda, è una domanda.  
A.B.: La domanda la dovevo fare io, grazie.  
P.B.: Potrebbe...  
P.M.: No, la dovevo fare io, perché stavo conducendo l'esame. È il "potrebbe" che poi, fino a prova contraria è lei che si è intromesso.  
A.B.: No, mi sono intromesso su questo punto, poi mi cheto...
A.F.: L'ha permesso il Presidente.  
A.B.: Cioè la caratterizzazione...  
P.M.: Ci mancherebbe!  
A.B.: ... non è quella, quella traccia non consente di caratterizzare.  
P.B.: Bisogna vedere. Come ho detto, li c'è una microstria all'interno...  
Presidente: Ricordate che però quella traccia è una microstria.  
P.M.: È una microstria all'interno del solco, no?  
A.B.: Certamente, Presidente.  
Presidente: Allora...  
A.B.: Sto parlando della microstria. Questa microstria nel solco, va bene? nel solco, è una microstria che può lasciare... che ha lasciato evidentemente la trancia, quello che ha tranciato, le labbra del...  
P.B.: Sì, vengono formate cosi...  
A.B.: Eh? O no?  
P.B.: Se lei guarda, per esempio, la fo... Aspetti, eh.  
A.B.: Cioè, mi pare che non sia un organo che si possa...  
P.B.: Sulla foto numero 48...  
Presidente: Foto 48, la vogliamo mettere, per cortesia?  
P.B.: Nella foto numero 48, per esempio, questa microstria non c'è. Quindi può esserci o può non esserci. Chiaramente io non gli do l'importanza che hanno tutte le serie di microstrie prodotte dall'otturatore. Quello è una cosa molto più importante.  
P.M.: Che poi, che dobbiamo ancora vedere, eh!  
P.B.: Però, però chiaramente, all'interno di questa, come lei può vedere, di microstrie non ce ne sono, ecco.
A.B.: Ho capito.  
P.M.: Questa è quella non Pacciani. Questa è quella sperimentale.  
Presidente: Sì, questa qui è quella sperimentale.  
P.M.: E non ci sono microstrie.  
P.B.: E non c'è quel solco che le ho detto.  
A.B.: Voqlio... Va bè, le voglio dire, questo, questo però è un organo... questo che lascia questa microstria, che lascia questo solco, è un organo che non ha sollecitazioni di sorta. Non è che si usura.  
P.B.: Mah, dipende dalla press... No, è la pressione che esercita chi introduce la cartuccia nel caricatore.  
A.B.: Ah, quindi la pressione della persona che introduce la cartuccia.  
P.B.: Sì, certo.  
A.B.: Ah, è solo della persona che introduce...  
P.B.: Se uno spinge la cartuccia contro le labbra del caricatore può incidere. Se invece, come si potrebbe fare su un caricatore del genere, uno abbassa l'elevatore e introduce le cartucce senza forzare, alla fine si trova la sua colonna belle riempita, ecco.  
A.B.: Ecco, scusi, un'ultima cosa: quella smussatura che avete visto sul proiettile, va bene?  
P.B.: Quell'incisione rettilinea, dice lei?  
A.B.: No, no, sul proiettile.  
Presidente: Sull'ogiva, si, quella bombatura, via.  
P.B.: Sì.  
A.B.: Quella bombatura, è...  
Presidente: Bombatura all'interno, via.  
A.B.: Doppia bombatura. Ecco, la doppia bombatura era, poteva essere fatta prima, fatta dopo, fatta durante...  
I.S.: Abbiamo detto, poteva preesistere e... Abbiamo escluso che si potesse... 
A.B.: Ma non avete fatto... Sì, ho capito. Ma non avete fatto delle indagini, delle prove, su come si può fare questa bombatura?  
I.S.: Abbiamo escluso prima che si potesse ottenere in fase di introduzione in canna della cartuccia.  
A.B.: Sì.  
I.S.: E quindi abbiamo dedotto forzatamente, perché ce lo avete chiesto, che poteva preesistere o addirittura essere susseguente. E doveva, e questa volta doveva, essere stata procurata, essendo concava, da una pressione, da una discreta pressione contro un corpo convesso.  
A.B.: Ecco, non avete fatto la prova? Chiedo scusa, se cadendo...  
I.S.: No.  
A.B.: ... buttandola per terra, una cartuccia normale può portare...  
I.S.: Ma no, perché se l'avessimo buttata a terra su un terreno perfettamente piano, non ci sarà stato una concavità, ci sarebbe stato una deformazione pressoché piana.  
A.B.: Ho capito.  
I.S.: E invece, siccome è stata una deformazione concava... Ecco perché diciamo che deve essere stato prodotto dall'urto o dalla pressione contro un corpo convesso.  
A.B.: Comunque quello che è certo - mi scusi e poi mi cheto; mi scusi il Pubblico Ministero, anche, e il signor Presidente e la Corte - che in tutti gli altri 60 o 50 bossoli che sono stati repertati non vi era mai stata, non è mai stata reperita una doppia introduzione in canna. Grazie, grazie.  
I.S.: Non... non mi pare. Io adesso poi non li ho fatti tutti...  
A.B.: No, no, no...
I.S.: ... e quindi non lo so. Ma credo che non ce ne siano.  
Presidente: Su questo punto non c'era mai stato un quesito specifico, eh.  
A.B.: No, no, ma non c'è. L'ha visto, mi scusi Presidente...  
Presidente: No, no, no...  
A.B.: Siamo d'accordo, però mi apre che il signor... non ricordo come si chiama, mi perdoni...  
A.F.: Benedetti.  
A.B.: Ha detto che dal suo esame non risulta che vi sia stata una doppia introduzione degli altri bossoli.  
P.B.: Vorrei precisare a questo proposito una cosa. Non si può escludere, perché come ho detto, come ho detto, in alcuni casi queste microstrie non rimangono incise. Noi abbiamo una serie di bossoli, mi pare del primo omicidio, dove non abbiamo nessuna stria. Quindi, se introduciamo e non rimane... è stata introdotta, ma non ha lasciato traccia, chiaramente non si può...  
A.B.: Comunque voi non ne avete trovate.  
P.B.: Cioè, noi non abbiamo trovato su un bossolo due serie di strie. Ecco  
A.B.: Su nessun bossolo due serie di strie.  
P.B.: No.  
A.B.: Grazie.  
P.M.: Per.. .  
Presidente: Su quelli che avete esaminato. Va bene.  
P.M.: Chiedo scusa, eh, per correttezza nei confronti, a questo punto del signor Benedetti, devo ricordare a lui, e comunque è nella perizia, che lui ha esaminato dei campioni. Quindi non li ha esaminati tutti e 50, ma omicidio per omicidio ne ha avuti due soli. Quindi l'indagine sua è limitata a quei campioni. Quindi se la domanda si rivolge a tutti e 50, il signor Benedetti ne ha visti 2, 2, 2 e 2... quindi 8 e 8, 16. Poi li avete visti tutti.  
P.B.: Nel secondo incarico, tutti.  
P.M.: Nel secondo incarico li avete visti tutti. Perfetto.  
Presidente: Va bene.  
P.M.: Vogliamo passare, signori periti, al punto che invece ha permesso di concludere in voi la perizia nel modo che sappiamo, circa le microstrie sull'anello? Con quelle deformazioni che sappiamo. Avete fatto una quantità di fotografie in cui continuamente mettete in evidenza coincidenti, coincidenti, coincidenti, con ogni, in ogni omicidio. Dovete spiegarci entrambi perché c'è questa coincidenza e da cosa è data. Ci sono un centinaio di fotografie, a coppie. Ne possiamo prendere alcune a mo' di esempio. Io le ho indicate, se vuole; mi sembra che le più evidenti sono quelle dal 176 in poi - poi ne possiamo fare tante altre - in cui sono state confrontate le microstrie del proiettile Pacciani non sparato con quelli... il bossolo Pacciani non sparato, con gli altri. Ecco, vogliamo prima vederle e poi spiegare. Non so. O prima spiegare, come credono loro.  
I.S.: Se mi è consentito volevo fare un... per poter, per maggior chiarimento... 
P.M.: Certo.  
I.S.: ...un piccolo, scusatemi, preambolo.  
Presidente: Dica, Generale.  
I.S.: Abbiano da una parte la cartuccia che è stata trovata nell'orto del Pacciani, e dall'altra... Perché adesso parliamo di comparazione tra i segni sulla cartuccia trovata nell'orto del Pacciani con quelli rilevati sui bossoli e sui proiettili dei vari omicidi, della serie degli omicidi precedenti, precedenti al ritrovamento del reperto. Si tratta di una cartuccia che quindi non è stata esplosa e non ha subito nessuno stress termico. E dico questo - scusatemi, non vorrei sembrare né prolisso, né fare cattedra, per l'amor di Dio! - devo semplificare, devo mettere in evidenza che il principale, la principale funzione del bossolo, che è di ottone, non è quella di contenere la polvere ed il proiettile, bensì quella di assicurare, per la dilatazione delle sue parti metalliche sotto lo stress termico, la perfetta chiusura della canna, che poi è anche chiusa meccanicamente, stavolta, dalla testa dell'otturatore. Quindi, per intenderci, mentre un bossolo esploso subisce una deformazione elastica, sì, ma deformazione del bossolo, viceversa la cartuccia non l'ha subita. Ergo le deformazioni che vengono riscontrate sul proiettile trovato nell'orto del Pacciani, che non ha subito lo stress termico e quelle repertate, individuate sui bossoli che sono stati esplosi nei vari omicidi, hanno già una loro differenza dovuta allo stress termico subito dagli altri e non dall'uno, quindi c'è già una certa differenza, perchè indubbiamente il materiale elastico ritorna un pò a quelle che... dopo lo sparo... a quelle che sono le sue condizioni, ma non perfettamente. Perché la lega, indubbiamente, subisce una deformazione. E questo significa che pur essendo state procurate, come è stato dimostrato, le deformazioni sulla parte anulare del bossolo, essendo state procurate meccanicamente - perché è stato l'otturatore che le ha provocate nel suo avanzamento - ciononostante ci deve essere una diversità. E probabilmente c'è; e ora poi lo dirà il perito Benedetti, se c'è o non c'è. Io lo so già, voi l'avete letto. Se c'è una differenza, questa può essere in parte dovuta al fatto delle diverse condizioni in cui si sono presentati i due elementi a comparazione. Ma ce n'è ancora un'altra, e l'altra è dovuta al fatto che questa ricerca di comparazione è resa difficile - lo ha già detto il perito Benedetti - perché su queste microstrie si è sovrapposta l'impronta del percussore. Quindi fate attenzione e adesso io pregherei Benedetti...  
P.M.: Ecco quindi, mi scusi, la prima - se non ho capito male - è che facciamo una comparazione fra oggetti non omogenei. Questo è il primo punto: cioè noi dobbiamo pensare che il primo ostacolo, se ostacolo è, nell'indagine vostra è dovuto dal fatto che... Disomogeneità dei reperti. Quindi, quando trarremo le conclusioni, dobbiamo tener presente che abbiamo paragonato proiettili non omogenei.  
Presidente: Questo nella perizia, d'altra parte, è chiaro.  
P.M.: È talmente chiaro. Allora vediamo se, nonostante questa disomogeneità, abbiamo ottenuto qualcosa.  
P.B.: Ma io farei una premessa, per illustrare appunto il metodo usato. Con le tre pistole acquisite da noi sperimentalmente, abbiamo fatto le varie prove e abbiamo comparato queste microstrie fra di loro. Cioè bossoli che venivano dalla stessa arma, cartucce inesplose dalla stessa arma, le abbiamo comparate. E abbiamo visto che ognuna delle tre armi produceva sul fondello della cartuccia delle microstrie che avevano tutte una loro personalità. Cioè tutte una loro peculiarità, riferibili solo e soltanto a quell'arma. Visto che, diciamo, il metodo di approccio che noi intendevamo poi andare avanti, portare avanti nell'indagine ci sembrava corretto perché dava dei risultati, abbiamo proceduto a fare le comparazioni fra le microstrie presenti sulla cartuccia repertata presso Pacciani Pietro e sui bossoli rinvenuti in occasione di alcuni duplici omicidi. Facciamo una premessa, che appunto, sulla cartuccia sequestrata presso Pacciani l'ampiezza dell'arco di circonferenza dove sono prodotte queste microstrie è, diciamo, o più ampio o perlomeno, come ha detto precedentemente il signor Generale, sui bossoli c'è una parte di queste microstrie che vengono alterate dall'impronta del percussore perché capita proprio esattamente in questi punti.  
P.M.: Quindi la quantità di anello è minore?  
P.B.: Sì.  
P.M.: Bene.  
P.B.: Noi abbiamo visto che, iniziando a comparare i vari bossoli, l'identità diciamo dell'andamento delle microstrie e anche del loro profilo altimetrico si manteneva...
P.M.: Quindi sia andamento, mi scusi, che profilo altimetrico.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Sono due, esatto.  
P.B.: Si mantenevano, o perlomeno c'erano delle buonissime coincidenze fino ad arrivare in prossimità dell'impronta del percussore. Poi queste coincidenze andavano scemando perché tecnicamente si può spiegare con il fatto che l'azione del percussore modifica e stira il materiale. Quindi quella deformazione, noi vediamo l'impronta del percussore, sì, è piatta, però vicino ai due lati c'è una specie di arcua... di arco, e chiaramente le microstrie che vengono a trovarsi su quel punto, in quel punto lì vengono a sfasarsi. Comunque, le fotografìe che noi abbiamo allegato, dal 170 in su, dimostrano insomma che su tutti i bossoli repertati, sui quali noi abbiamo trovato queste microstrie, esistono dei fasci di microstrie fra loro adiacenti che hanno una buona identità con quelli rilevati sulla cartuccia sequestrata presso Pacciani. In particolar modo, direi che le maggiori identità le abbiamo rilevate sul bossolo 7H, che mi pare che sia di Mauriot...  
P.M.: Nell'ultimo addirittura ne avete trovati 4, dite voi.  
P.B.: Ecco sì e...  
P.M.: La vogliamo vedere, la foto? Dunque, dovrebbe essere dalla 181 in poi.  
P.B.: Sì. Ecco, lì abbiamo ripreso queste microstrie con diverse illuminazioni, così, però, insomma...  
P.M.: Dalla 181 in poi ci sono una decina di foto in cui...  
P.B.: Il risultato è che queste microstrie, insomma, ha un andamento abbastanza coincidente.  
P.M.: Vogliamo leggere, quindi, la prima di queste foto? Dovrebbe essere la 180. No, scusi, 180. Allora ancora prima, ancora prima perché sono sempre... allora è la 176, probabilmente, la prima.  
P.B.: 176, sì.  
P.M.: 176 in cui voi spiegate, e poi fate sempre nidemn. Leggiamo la didascalia, perché secondo me è molto importante. La leggerei io per praticità. Dice: "Microstrie di comparazione... Microfoto di comparazione tra le microstrie presenti sul bossolo della cartuccia sequestrata presso Pacciani Pietro, a destra, e sul bossolo 2C rinvenuto sul luogo del duplice omicidio Mauriot-Kraveichvili, che è quello dell'85, contenuto nel corpo di reato eccetera". "Le microstrie presenti in alto sono" - dicono i periti "- perfettamente coincidenti. Quelle in basso sono lievemente sfasate, forse a causa dell'incurvamento della superficie adiacente al lato sinistro dell'impronta del percussore nel bossolo". Cioè, se non capisco male, è una foto emblematica di come... Ecco, ora poi questa è la coincidenza, dico bene? È cosi? Ora lei, voi nelle foto successive avete man mano riprodotto con diversi fasci di luce questa coincidenza. Le vogliamo vedere?  
P.B.: No, dopo cambiano i bossoli, eh.  
P.M.: No, andiamo al cento... Ah, bè allora come crede lei.  
P.B.: Come il 5F, lì c'è quella parte in alto. E poi ci sono delle microstrie più in basso, e poi parti... invece con la comparazione fatta col bossolo 7H, che è quella che...  
P.M.: Che foto è?  
P.B.: È la foto numero 178 e numero 179, che sono sulla stessa pagina. Ecco, che sono queste.  
P.M.: Leggiamo: "Idem con la 176". Ma la comparazione è stata effettuata col bossolo 7H, cioè con un bossolo diverso dello stesso omicidio.  
P.B.: Che è quello che ha, fra i bossoli repertati, il maggior numero di microstrie.  
P.M.: E voi dite che sono coincidenti.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Andiamo ancora avanti? Perché nel...  
P.B.: E sulla successiva, diciamo che sono fatti maggiori ingrandimenti, dalla 180 in avanti, e anche con diversi metodi di ripresa.  
P.M.: Le microstrie. Indicate le frecce adesso, ecco.  
P.B.: Ecco, e vedete le frecce.  
P.M.: Ecco ecco. Per mettere in evidenza le coincidenze. Una è quella repertata a seguito del sequestro nell'orto di Pacciani, e una è il 7H dell'ultimo omicidio.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Quelle freccettine sono le coincidenze dei solchi.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Di due foto, messe una accanto all'altra.  
P.B.: Sì, una di Pacciani e l'altra è 7H.  
P.M.: Voi volete dimostrare la continuità delle righe, dei solchi.  
P.B.: Dei solchi, sì.  
P.M.: Ecco, la freccia a sinistra è uno e la freccia a destra è l'altro. E voi dite come in queste frecce si noti questa coincidenza.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Vogliamo andare avanti?  
P.B.: Sì.  
P.M.: Questo è "idem", cioè con maggiore profondità di campo per meglio evidenziare le microstrie coincidenti. Cioè dite ce ne sono di più?  
P.B.: Sì, diciamo che a volte... Diciamo come si va a maggior profondità di campo, è perché a volte alcune strie, essendo più profonde, rimangono leggermente sfuocate. Allora vanno…
P.M.: Ecco, cosi si vedono meglio: è questo il concetto.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Vogliamo andare ancora avanti perché... Ecco, ecco, questo forse se ne vede. La 182 parla di illuminazione da differente posizione.  
P.B.: Sì.
P.M.: Valgono le stesse considerazioni. Cioè per vedere - se ho capito bene - sono sempre bossolo Pacciani da una parte, cartuccia Pacciani, e l'altra il bossolo dell'omicidio dell'85.  
P.B.: Sì.  
P.M.: Bene. Ce ne sono ancora, mi sembra, ancora volendo di foto in cui la coincidenza è quella lì che si vede. Perché questa è la parte in cui non c'è percussione, è la parte dell'anello che è comparabile perché è omoge...  
P.B.: Ancora, sì sì.  
P.M.: Perché è omogenea - quello che diceva il Generale.  
P.B.: È il settore più ampio che c'è tanto su uno dei bossoli repertati.  
P.M.: L'ultimo, dell'ultimo omicidio.  
P.B.: E poi c'è ancora quella dell'8A: lì c'è un'impronta di percussione che deforma. Però se guardiamo la foto 191, anche lì ci sono una serie di...  
P.M.: Andiamo avanti. 184 è sempre... Ah ecco, voi avete messo - leggiamola.  
P.B.: Le comparazioni indirette anche lì, insomma, si vede che se si dovesse tirare con un righello...  
P.M.: Le linee sono sullo stesso piano.  
P.B.: E per far vedere, diciamo, come è l'andamento esterno della circonferenza esterna del bossolo, che poi vengono avvicinati tutti e due.  
P.M.: Quindi bisogna tener bene presente che sono due bossoli diversi, sennò non si capisce.  
P.B.: Certo, certo.  
A.B.: Ecco però, mi scusi eh, dato che stiamo guardando le foto e poi le foto passano... ma mi pare che non ci sia tutta questa grande coincidenza fra queste foto, no?  
P.M.: Ce lo dica lei, via, se c'è. Ce lo dicono loro se c'è.  
P.B.: Se lei conta il numero delle frecce su una superficie che sarà larga un millimetro e mezzo, le conti quante sono.  
P.M.: Prego, Generale.  
Presidente: Generale, microfono, microfono.  
I.S.: Su questa parte a me sembra palese.  
P.M.: Palese.  
I.S.: Il discorso è sempre vedere, ma nella parte che è stata obliterata...  
P.M.: Noi non sappiamo. È quello.  
I.S.: Cioè il nostro problema è questo.  
P.M.: Un problema di coscienza.  
P.B.: Diciamo che le identità ci sono, però non abbiamo mai potuto vedere la stessa superficie. A me è capitato un caso due anni fa, dove se, nonostante l'esperienza che ho in questo campo qui, mi è capitato un caso dove c'erano due proiettili da comparare. Uno sparato, diciamo un proiettile repertato, e un'arma che si presumeva avesse sparato in quell'occasione. Dopo aver esaminato l'arma, se era stata manomessa o no, la canna non risultava manomessa - almeno apparentemente - abbiamo sparato dei colpi. E su questo proiettile sperimentale c'era un'impronta che aveva una ventina di microstrie perfettamente coincidenti; le altre cinque impronte però no. Da qui, almeno io personalmente mi sono posto questo problema di dire: non ho tutta la superficie a disposizione, la probabilità, la forte probabilità si, la certezza, come faccio? Non ho tutto un campione a disposizione.  
P.M.: Ecco, vi manca la certezza.  
Presidente: È un concetto che fin dall'inizio i periti hanno detto.  
P.M.: Abbiamo capito. 

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