giovedì 18 aprile 2013

Michele Giuttari - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 26 giugno 1997 - Seconda parte

Segue dalla prima parte.
 
M.G.: Quindi il Nesi riferiva l'episodio della lettera inviata da Pacciani a Vanni specificando che era di pomeriggio, pioveva, Vanni era andato a trovarlo pregandolo di accompagnarlo a casa della moglie di Pacciani perché aveva ricevuto una lettera, aveva necessità di recarsi in quel posto. Una lettera, specificava il teste che Nesi che conteneva, per come gli era stato riferito, 'fatti brutti, fatti di sangue, cose grosse'. Lui aveva accompagnato col furgone il Vanni a casa di Pacciani e giunti là, il Vanni gli aveva detto di andare via che poi sarebbe tornato con la SITA o con altri mezzi. Comunque non era il caso di attenderlo lì a casa di Pacciani.
P.M.: Ecco, dottore perché... in un altro, no?
M.G.: Si, il teste Nesi abitava all'epoca a San Casciano e il Pacciani, quindi la moglie di Pacciani a Mercatale. Sull'episodio della lettera, per seguire un ordine logico, rilevavo altri riscontri nelle testimonianze di Ricci Walter. Ricci Walter aveva dichiarato in più occasioni, esattamente il 5 novembre '91, il 13 novembre '91, il 27 novembre '95 di essere a conoscenza di lettere di minacce inviate da Pacciani a Vanni. E quindi aveva riferito di uno stato di paura in cui si trovava il Vanni. Specificava di sapere ciò per aver ricevuto le confidenze direttamente dal Vanni. Sullo stato di paura del Vanni cito anche come riscontro la testimonianza di Nesi Aldo, armiere di San Casciano che sentito il 19 marzo '96, dichiarava che circa sei ani prima, intorno all'anno '90 - e come riferimento temporale dà l'epoca in cui ancora era in servizio alla stazione di San Casciano il maresciallo Lodato - il Vanni si era recato più volte nella sua armeria, per cinque volte, dice il teste, seriamente intenzionato ad acquistare una pistola. Lui gli aveva chiesto come mai volesse acquistare quest'arma e gli era stato risposto che intendeva acquistarla perché aveva paura. Gli aveva fornito le notizie per poter acquistare la pistola, i documenti che era necessario presentare e diceva il teste: 'mi sembrava preoccupato, lo indirizzai dai Carabinieri per il prescritto nullaosta e lo vidi pure entrare poi dai Carabinieri. Comunque la pistola non l'ha acquistata'. Andò cinque volte, ma non l'ha acquistata.
P.M.: Le precisò, cioè, lei ha potuto chiarire, dottore, in che epoca siamo quando fa questo... Il Nesi Aldo a che periodo si riferisce?
M.G.: Al '90-'91.
P.M.: Ecco. Così dice
M.G.: Sì.
P.M.: Bene, grazie.
M.G.: E siamo all'incirca nello stesso periodo di cui parla il Nesi Lorenzo. Perché dice: 'quando Pacciani stava dentro per la questione delle figlie'.E viene scarcerato Pacciani il 5 dicembre '91.
P.M.: Bene, grazie.
M.G.: Sempre sullo stato di paura, di preoccupazione di Vanni... 
P.M.: Ma il Vanni esternò al Nesi Aldo i motivi per cui aveva paura?
M.G.: No, non glieli esternò. No. Infatti il Nesi dice: 'mi sembrò preoccupato, mi sembrò strana questa richiesta', ma non glieli esternò. Non glieli specificò. Non glieli specificò, questo no... il Nesi non lo ha dichiarato, ecco. Per quanto riguarda lo stato di paura, di turbamento anche del Vanni, il Nesi Lorenzo ha fornito ulteriori precisazioni. Sentito, sempre su delega del P.M., il 26 febbraio '97, il Nesi Lorenzo dichiarava che, quando aveva affrontato con Vanni il discorso delle imputazioni di Pacciani, Vanni si era turbato. Per cui gli aveva chiesto: "O Mario” - dico testuale - "forse, hai fatto qualcosa anche tu", Mario era sbiancato e gli aveva chiesto di accompagnarlo a casa. Il Nesi faceva presente che, il Nesi Lorenzo, che lui aveva iniziato a sospettare del Vanni, anche perché il Vanni, quando parlava del Pacciani, gli aveva detto che 'con_ Pacciani aveva fatto cose brutte, cose che non vanno bene'. Faceva presente anche il Nesi Lorenzo che aveva esternato questi suoi sospetti agli investigatori dell'epoca e comunque, vedendo poi che era rimasto fuori dall'inchiesta, si era tranquillizzato perché lui era stato un ottimo amico del Vanni e quindi per lui sarebbe stato un trauma vedere che l'amico era implicato in quei fatti. L'aveva pensato, però poi si era tranquillizzato. Riferiva poi, sempre sullo stato di turbamento del Vanni, che negli anni'80-'85 il vanni era molto cupo, triste, come depresso. Diceva 'non era in pratica il Vanni di sempre'.
Presidente: Va be'.
M.G.: Questo per completezza. A proposito della lettera, ho fatto riferimento prima a questo particolare che risultava dai verbali di Ricci Walter e in particolare dal verbale del 27 novembre '95 dove il Ricci Walter dice: "Quando Vanni mi parlava di queste lettere faceva caldo, forse era settembre. Mi ricordo anche che diceva che doveva andare dall'avvocato" - riferendosi all'avvocato di San Casciano - E che doveva fargli vedere una cosa. P.M.: Fatto, anche e soprattutto in merito alla posizione poi del Corsi?
M.G.: Sì, su questo punto dell'avvocato Corsi, sempre su delega, io ho sentito l'avvocato. Il quale ha confermato il rapporto di conoscenza, di saltuaria frequentazione per cene di gruppo...
Presidente: Va be', sappiamo...
M.G.: Però ecco, la circostanza l'avvocato l'ha negata, tant'è che io mi fermai subito col verbale e lo trasmisi poi all'ufficio del Pubblico Ministero. Passerei al Faggi. I riscontri effettuati sui rapporti Faggi-Pacciani.
P.M.: Ecco dottore, scusi. 
M.G.: Prego.
P.M.: Sempre per focalizzare bene. Lei, le viene data una delega a questi riscontri sempre a seguito delle dichiarazioni di Lotti, dico bene?
M.G.: Sicuramente.
P.M.: Stiamo parlando sempre di riscontri che lei ha fatto a seguito di dichiarazioni di Lotti che riguardano la persona del Faggi.
M.G.: La persona del Faggi.
P.M.: È così?
M.G.: Sulla base dei verbali trasmessimi dall'ufficio del Pubblico Ministero degli interrogatori del Lotti.
P.M.: Ecco. Vediamo allora per ordine, dando per scontato o comunque come fatto sul quale lei non riferisce, quali sono queste dichiarazioni del Faggi? Ovviamente, se le serve per spiegare, veda un attimo di farci capire anche questo aspetto, che ci consente meglio di capire sennò come mai ha fatto i riscontri.
M.G.: Sì.
P.M.: Grazie.
M.G.: Dunque, i riscontri su questi rapporti li rilevavo da più fonti.
Presidente: Cioè Faggi-Pacciani.
M.G.: Faggi-Pacciani. Ed anche Vanni. Le dichiarazioni innanzitutto di Pucci Fernando, il testimone oculare al delitto degli Scopeti. Il Pucci Fernando, nel verbale di interrogatorio del 18 aprile '96, riferiva di aver saputo da Lotti che nell'85 nel delitto dell'85'… nel delitto dell'85 c'era quello di Calenzano in macchina che lui però non l'aveva visto, l'aveva saputo dopo. A proposito di quello di Calenzano, dice che si trattava di un amico di Pacciani, che era una persona che veniva anche a San Casciano, che lui in un'occasione aveva visto. E poi, in sede di individuazione fotografica, riconosce questa persona proprio per il Faggi Giovanni. Prima la descrive fisicamente.
Presidente: E dove lo vide lui? 
M.G.: Prego?
Presidente: Dove l'aveva visto? 
M.G.: A San Casciano,con Pacciani e Vanni. Prima la descrive fisicamente, dice: 'è una persona più alta di me, che sono alto 1,70, mi sembra che avesse i capelli pettinati all'indietro, ‘l'ho visto anche in televisione al processo Pacciani' e poi lo riconosce per Faggi Giovanni. Altro riscontro che ho rilevato: le dichiarazioni di Malatesta Luciano in particolare il verbale del 7 marzo 1996. Il ragazzo, in quella occasione del 7 marzo, dichiarava, a proposito delle persone che frequentavano la sua abitazione quando abitava, quando stava in via di Chiantigiana, alla Sambuca, che un altro frequentatore di quella casa era un uomo che aveva, visto bene nel processo di I grado a carico di Pacciani. Dice: 'era rappresentante di materiale edile di Calenzano, ricordo che teneva un'agenda appoggiata sulle ginocchia e mi meravigliò il fatto che riferiva di una superficialità di conoscenza con Pacciani. Io quest'uomo invece lo vedevo proprio tra le persone che frequentavano casa mia, lo vedevo che girava anche davanti casa mia come in atteggiamento da spiare, a bordo di una macchina grossa di colore scuro'. Questa circostanza della macchina grossa trova riscontro negli accertamenti al PRA, sulle macchine possedute in quegli anni da Faggi. Infatti il Faggi dal '76 all'80 aveva una Peugeot 504, dal '79 all'81 - quindi per un certo periodo due macchine - un'Opel Record, quindi anche una macchina grossa, di colore marrone. E gli anni a cui fa riferimento il ragazzo sono quelli, perché in via Chiantigiana la Sperduto con i figli, è rimasta ad abitare fino all'80. Poi dall'80 è andata ad abitare fino all'83 in via di Faltignano, accanto a Mario Indovino (salvatore Indovino n.d.r.). Quindi in questa abitazione dove c'erano queste frequentazioni, dove c'era questo movimento di persone, dove il ragazzo ha visto questa persona - riconosciuta poi per il Faggi - con la macchina grossa, si riferisce all'abitazione di via Chiantigiana, alla Sambuca, quindi in epoca antecedente all'80. E le macchine, dal '76 fino al 13 luglio '81, del Faggi sono entrambi due macchine grosse: la Peugeot 504 e l'Opel Record.
P.M.: Dottore scusi, stava mettendo in evidenza che in alcuni periodi il Faggi aveva più macchine, o ho capito male?
M.G.: Sì, in questo caso abbiamo accertato che...
P.M.: Almeno al PRA.
M.G.: Al PRA. Sono i dati del PRA che il Peugeot 504, targata Firenze 848679, l'ha posseduta dal '76 fino al 5 aprile '80 e l'Opel Record, targata Firenze A00705 - di questa abbiamo anche il colore - di colore marrone, l'ha posseduta dal 21 luglio '79, e quindi già possedeva anche la Peugeot.
P.M.:Per un anno aveva due macchine.
M.G.: Sì, c'è un accavallamento di cinque... di nove mesi, fino al 13 luglio dell'81.
P.M.: Bene.
Presidente: Queste sono notizie del PRA?
M.G.: Queste sono notizie del PRA. Che ai fini del riscontro nostro, sulla macchina grossa, trovavano comunque conferma. P.M.: Stavamo parlando delle conoscenze... Prego, prego.
M.G.: Stavamo parlando del Faggi e dei riscontri che ho eseguito sui rapporti Faggi-Pacciani-Vanni.
P.M.: Certo.
M.G.: Altro riscontro: che la conoscenza fra Pacciani e Faggi, da come si è potuto accertare con l'assunzione di più testimoni - e cito - non è avvenuta in un ristorante del Mugello. All'atto di quella conoscenza ci sarebbe dovuto essere presente anche un amico del Faggi, tale Giugni Renato, poi morto del '94, ed i i figli di questo Giugni Renato. Il Giugni è morto, ho sentito i figli, Giugni Stefano e Giugni Tiziano, che hanno negato la circostanza. Dice: 'no, non siamo mai stati con nostro padre in un ristorante del Mugello'. Altro riscontro, anzi più riscontri ho rilevato da esiti di perquisizioni domiciliari sui rapporti fra Faggi e Pacciani. Perquisizioni domiciliari eseguite sia a carico di Pacciani che a carico del Faggi stesso.
P.M.: Quindi riscontri documentali?
M.G.: Riscontri documentali che adesso cito. A carico di Pacciani, nella perquisizione a carico di Pacciani era stata rinvenuta una cartolina datata 10 marzo '79 inviata da Calenzano da parte di Faggi con il seguente contenuto: "Caro Pietro, sono stato fuori la Toscana a lavorare, ti ricordo sempre con grande piacere. Fammi sapere se posso venire a trovarti. Quel tuo amico che aveva bisogno di pavimenti e rivestimenti. Sentimi, dimmi quando devo venire, il giorno e l'ora pressappoco, e dove. Ti saluto tanto, dal tuo amico Faggi Giovanni". Altro riscontro...
P.M.: Che data è, scusi?
M.G.: 10 marzo 1979. Il timbro di partenza da Calenzano.
P.M.: Bene, grazie.
M.G.: Poi una lettera con timbro postale di spedizione, sempre da Calenzano, del 12 marzo 1979. E timbro di arrivo del 16 marzo 1979, sempre inviata da Faggi a Pacciani, dai seguente tenore: "Fammi sapere quando devo venire. Dimmi se ti è andata bene la tuta che ti portai. Nuovamente ti saluto tanto, Faggi Giovanni". Perquisizione a carico di Faggi Giovanni, altri riscontri documentali. In un calendario del 1977, in corrispondenza del 3 ottobre...
P.M.: '77?
M.G.: '77. 1977. In corrispondenza del 3 ottobre risultava scritto e sottolineato il nome di Pacciani Pietro, San Casciano. La perquisizione a cui faccio riferimento è quella avvenuta il 30 giugno 1990, a casa di Faggi. In un'agenda dell'anno '77, in corrispondenza del 5 dicembre, quindi sempre anno 1977, vi era la seguente annotazione: "Ore 17.30 circa, a Montefiridolfi, materiali muratori per Pacciani, Pietro. Scritta lettera il 28 novembre 1977" Questo riscontro documentale risultava dalla perquisizione, a casa sempre del Faggi, eseguita il 17 maggio 1996. Altri riscontri a conferma della qualità di “buco” che risultava dal verbale di interrogatorio, attribuito a Faggi.
P.M.: Mi scusi, dal verbale di interrogatorio cioè qualcuno... ciò che dice il Lotti?
M.G.: Si, ciò che dice il Lotti.
P.M.: Ecco, benissimo.
M.G.: Sì, io mi sto guardando dal fare riferimento al Lotti per non creare...
P.M.: No, no, ma sa, sennò veramente...
M.G.: Il Lotti aveva detto...
M.G.: Dal Lotti.
P.M.: Cioè veniva indicato con queste caratteristiche.
M.G.: Sì, come il Giovanni di Calenzano che gli aveva detto Vanni, era “buco”. Questa era la qualità attribuita...
P.M.: Lo indicavano così loro.
M.G.: Lo indicavano così e risultava dall'interrogatorio di Lotti.

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