lunedì 22 aprile 2013

Michele Giuttari - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 26 giugno 1997 - Quarta parte

Segue dalla terza parte.

« DOPO LA SOSPENSIONE »

Presidente: Ci siamo tutti? Sì. Allora, il dottor Giuttari è al suo posto ancora per un po'. Allora, le parti civili, chi vuol parlare?
Avvocato Saldarelli: Avvocato Saldarelli, difensore di parte civile. Dottor Giuttari, lei ha parlato delle dichiarazioni del Calamosca, riferendo anche il luogo ove il Calamosca abita, o dove vive che è quella località La Caburaccia, come lei ha riferito. Senta, la domanda che le volevo fare è la seguente: dagli atti del suo ufficio, questa località è stata oggetto di attenzione o di accertamenti pregressi in relazione ad altri episodi criminosi?
M.G.:Si, sì. Rispondo affermativamente. Risulta dagli atti che è una località, e lo stesso Calamosca per altro ha costituito negli anni '70 soprattutto anche i primi anni '80, oggetto di particolare attenzione investigativa in ordine a sequestri di persona a scopo estorsivo...
Avvocato Bagattini: Mi scusi, Presidente...
Presidente: Si.
Avvocato Bagattini: Sono l'avvocato Bagattini.
Presidente: Prego.
Avvocato Bagattini: Se fosse possibile, prima che il dottor Giuttari completi la sua risposta, spiegare i motivi della rilevanza di questa domanda.
Presidente: Adesso ce lo spiegherà.
Avvocato Bagattini: No, lo spieghi prima chi pone la domanda, ecco.
Avvocato Saldarelli: Se c'è una formale opposizione, Presidente, posso anche spiegarla.
Presidente: Eh, penso di si.
Avvocato Saldarelli: Il senso della domanda.
Presidente: A questo punto penso di sì.
Avvocato Saldarelli: Siccome stiamo parlando, il dottor Giuttari in particolare ha riferito di alcuni elementi significativi relativi ai rapporti e alla conoscenza tra gli attuali odierni imputati e alcuni sardi, o particolare riferimento a Vinci, al fratello e ad altri, la domanda a mio avviso è pertinente, soprattutto laddove fosse individuabile un collegamento pregresso nel tempo e risalente a molti anni prima per l'appunto riferibile a quella tale località, che non è una metropoli, perché la Corte lo sappia. In realtà è poco più di un casolare. Quindi la domanda, a mio avviso, è assolutamente pertinente, perché quella località è stata oggetto di approfonditi accertamenti in relazione ad alcuni soggetti che poi ritroveremo anche in questo processo.
Presidente: Bene. Può continuare.
M.G.: Posso?
Presidente: Sì.
M.G.: Si, stavo dicendo che quella località che effettivamente si tratta di qualche casolare, un vasto appezzamento di terreno dove esistono sempre distanziati l'uno dall'altro altri casolari, alcuni abitabili, altri no di proprietà tutti di Calamosca, nel passato - risulta questo dagli atti - sia negli anni '70 che i primi anni '80, ha formato oggetto di particolare attività investigativa - e lo stesso Calamosca ha costituito oggetto di attività investigativa – in relazione a sequestri di persona a scopo di estorsione e per i quali erano stati sospettati, indagati, imputati, personaggi di origine sarda. Ha costituito inoltre oggetto della ricerca di latitanti anche noti di origine sarda che si riteneva potessero trovare rifugio proprio in quella località. E posso citare anche il nome di Mario Sale, Marino...
Presidente: Non occorre, non occorre.
M.G.: Non occorre?
Presidente: Non occorre, no.
Avvocato Saldarelli: Ecco, risulta dagli atti dell'indagine che quella particolare località, o il Calamosca medesimo in quella sede abbia avuto rapporti con Vinci, con il fratello del Vinci ed altri soggetti di questo processo?
M.G.: No, risulta - e questo l'ho anche detto - che ha avuto rapporti sicuramente con Vinci Francesco il 15 agosto del 1982. È stato catturato, è stato ricercato perché colpito da un provvedimento di cattura per il reato di maltrattamenti in famiglia ed altro, è stato catturato proprio in quella località, proprio in una abitazione del Calamosca. Risulta poi - questo sempre dal verbale del Calamosca di cui ho fatto cenno prima - che il Vinci Francesco, proprio negli anni '70, agli inizi degli anni '70 quasi subito dopo la conoscenza col Calamosca, si era intrattenuto alcuni giorni lì da lui insieme ad una donna che aveva all'epoca, una certa Rescignino Alessandrina (Rescinito n.d.r.) . E aveva fatto anche dei lavori di pitturazione nell'abitazione del Calamosca medesimo. Questo risulta già nel verbale del marzo '97.
Avvocato Saldarelli: Ecco, dottor Giuttari, vorrei da lei sapere con precisione, se ovviamente è in grado di riferirlo, proprio la collocazione geografica di questo sito, cioè della Caburaccia.
M.G.: È un posto sicuramente isolato. Ma per raggiungere la casa del Calamosca e poi le altre case e gli altri casolari di proprietà del Calamosca su questo appezzamento esteso di terreno di proprietà del Calamosca bisogna percorrere una stradina in terra battuta che in alcuni punti anche non è agevole. Diciamo che, ecco, se può interessare, il luogo nell'ottica anche investigativa, in una indagine sui sequestri di persona, è sicuramente con tutta probabilità, direi meglio, un posto che si presta a quel tipo di gestione di reati
Avvocato Saldarelli: Ecco...
M.G.: E anche per i latitanti.
Avvocato Saldarelli: Ma a me, quello che più interessava, era sapere per esempio come ci si arrivava, percorrendo quali strade statali.
M.G.: Ma guardi, si può arrivare da più posti.
Avvocato Saldarelli: Ecco.
M.G.: Io posso indicare la strada che ho fatto io per arrivarci. Uscendo al casello di Barberino, usciti dal casello, si va poi a sinistra, l'indicazione Firenze; a un certo punto c'è il bivio Firenze- Bologna sulla strada chiaramente provinciale si va verso Firenze, quindi si torna indietro verso Firenze. Si arriva ad un altro incrocio dove c'è un cimitero americano. In questo posto, a questo incrocio dove c'è il cimitero americano, si svolta a sinistra, si percorre questa strada verso Firenzuola. Ad un certo punto c'è un altro bivio sulla destra che indica proprio Firenzuola. Si percorre questa strada quindi sulla destra di questo bivio che c'è a questo bivio. Percorrendo questa strada, dopo cinque-sei chilometri circa, sulla sinistra c'è questa strada in terra battuta che porta alla proprietà del Calamosca e che si raggiunge dopo circa un chilometro di percorrenza.
Avvocato Saldarelli: Quindi è collocabile nella direzione Mugello?
M.G.: Sì, esatto. Sì, sì.
Avvocato Saldarelli: Grazie, non ho altre domande.
Presidente: Avvocato Colao? Chi è che vuol parlare?
Avvocato Curandai: Dottor Giuttari... Sì, avvocato Curandai per Laura Rontini. Avrei una sola domanda dottore: proprio ai fini di sondare la attendibilità di Lotti, il quale ci riferisce alcune cose e ci fa capire, ci fa dedurre determinati particolari indirettamente. Allora la domanda è questa: per quanto riguarda le sue conoscenze, gli sportelli di sinistra e di destra del furgone delitto di Giogoli, come si presentavano ai primi inquirenti? Cioè ai Carabinieri al momento dei primi sopralluoghi, al momento delle prime ispezioni? Vale a dire, chiusi o aperti?
M.G.: Sì, ho capito. Dunque, chiaramente io all'epoca non andai sul posto, che non c'ero. Però leggendo gli atti, vedendo le fotografie, abbiamo fatto anche vedere qui le foto, posso dire che gli sportelli lato destro accanto al guidatore, per intenderci, era aperto. Tant'è che effettivamente ho fatto vedere, c'era il bossolo sul sedile, segno che avevano, era stato esploso il colpo di pistola, almeno uno all'interno del furgone. Mentre gli sportelli del lato sinistro erano chiusi. È questo quello che risulta dalla lettura degli atti.
Avvocato Curandai: Grazie, dottore.
Avvocato Colao: Dottor Giuttari, lei si è riferito a quel famoso cartellone col "Sì" e col "No" che faceva precisamente risalire a riti quantomeno occulti. Non voglio dire magici, ma riti occulti dell'inconscio. Ora io chiedo: queste pratiche dove venivano esplicate?
M.G.: Sì...
Avvocato Colao: Lei ha potuto nel corso delle sue indagini accertare dove venivano esplicate questi riti di interrogazione del cartellone?
M.G.: Sì.
Avvocato Pepi: Presidente, opposizione. Avvocato Pepi.
Presidente: Cosa?
Avvocato Pepi: Opposizione, avvocato Pepi. È irrilevante ai fini del processo, i riti magici che eventualmente si siano verificati.
Presidente: Va bene, può darsi che ci sia una motivazione. Continui.
Avvocato Colao: È una precisazione...
M.G.: Posso?
Presidente: Sì, sì.
M.G.: Risulta dalla attività che ho espletato che – e questo da più fonti - che...
Presidente: Scusi un attimo. Noi non conosciamo il movente di questo delitto, tanto per essere chiari, questi delitti. Quindi i motivi possono essere tanti. E una pista potrebbe essere questa. Tutto qui.
P.M.: Siamo qua per accertarlo.
Presidente: Bene. Siamo qui per accertare la verità.
P.M.: Se ci riesce.
Presidente: A favore e contro gli imputati, tutto nel limite in cui è consentito stabilirlo. Bene.
M.G.: Stavo dicendo che ho avuto modo di accertare con l'attività svolta, che questo tipo di riti, da come risulta, satanici c'è chi dice satanici chi...
Presidente: Va bene.
M.G.: Venivano espletati nell'abitazione di via di Faltignano dell'indovino Salvatore. E a tal proposito ricordo la testimonianza della Sperduto Maria Antonietta, la testimonianza della Gabriella Ghiribelli che ha parlato diffusamente delle tracce notate da lei direttamente nell'abitazione dell'Indovino la domenica mattina quando andava a trovare l'Indovino per fare anche le pulizie e sistemare la casa. E ricordo ancora che la Ghiribelli Gabriella, il 27 dicembre del 1995, nell'occasione in cui specificava le tracce che cosa consistevano queste tracce da lei notate, aveva descritto minuziosamente il cartellone che aveva notato, che aveva visto su questo tavolo e che poi, esaminando i documenti sequestrati a suo tempo al Pacciani nel 1990, o meglio, acquisiti nel '90 e sequestrati dal P.M. nel luglio del '91, trovavamo un pieno riscontro, perché Pacciani aveva un cartellone a casa descritto che corrisponde perfettamente, si può sovrapporre in maniera proprio piena alle dichiarazioni della Ghiribelli Gabriella del 27 dicembre 795. Quindi, come luogo che io ho accertato da queste risultanze, da queste emergenze investigative, sicuramente l'abitazione di via di Faltignano del mago Indovino, e lo stesso Indovino non faceva mistero della sua attività di mago. Lo stesso Indovino lo scriveva all'inizio di questa sua inspirazione magica, lo scriveva nelle lettere che mandava dal carcere alla Filippa Nicoletti, alla sua donna. E queste lettere sono state sequestrate a casa della Ghiribelli e sono agli atti. Quindi mi sembra come dato accertato, come riferimento è l'abitazione di via di Faltignano.
Avvocato Colao: Dottore, scusi riguardo proprio a questo punto, a queste precisazioni che lei ha svolte, le indagini hanno preso corso in questo senso per verificare se tra i partecipanti a questi riti vi era anche l'odierno imputato ed anche altri che, non so, Pacciani stesso. In qualche modo lei ha indagato in questo senso per vedere se a questi riti partecipavano il Vanni, Pacciani, Lotti, questi personaggi che poi sono coinvolti nella vicenda che ci riguarda.
M.G.: Ma guardi, per questi riti, le testimonianze sono che quelle raccolte sulla frequentazione di quella casa da parte del Lotti che stava con la Filippa Nicoletti che aveva questo rapporto con la Filippa Nicoletti e che frequentava quella casa più assiduamente, soprattutto nel periodo in cui l'indovino era in carcere. Poi abbiamo le testimonianze che parlano di aver visto in quella casa, andare in quella casa, Vanni e Pacciani. Ecco, quindi sono testimonianze che riportano ad una frequentazione da parte degli imputati di quella casa, ma non testimonianze dirette che hanno visto queste persone, questi imputati che facevano ecco questi riti.
Avvocato Colao: Grazie.
M.G.: Non c'è nessuna testimonianza.
Avvocato Colao: Grazie, dottore.
M.G.: Prego.
Avvocato Colao: Per guanto riguarda però le escissioni che è quello che ci interessa e i feticci, queste indagini che lei ha svolto con riferimento a questi riti magici e satanici che ovviamente potevano degenerare come hanno degenerato, che risultati hanno dato per quanto riguarda le escissioni e i feticci? Che orientamento c'è stato da parte della Polizia Giudiziaria?
M.G.: Ma io su questo punto, in questo momento non posso dire nulla, perché non ho certezze. Ci sono attività ancora in corso su altri segmenti investigativi, però non posso riferire io cose che non sono note, oppure cose di cui non ho la certezza. Quindi, a questa domanda, non posso rispondere.
Avvocato Colao: Ma come investigatore lei vede un nesso...
M.G.: Come investigatore io posso avere...
Avvocato Colao: Un nesso, una connessione.
Avvocato Pepi: Opposizione, opposizione. Questo...
Avvocato Colao: Va bene, allora passo a un'altra domanda. Per quanto riguarda i contatti fra Sgangarella e Pacciani, lei ha detto che Sgangarella promise in dono una casa a Pacciani. Naturalmente avrà indagato i motivi di questa promessa di una casa. Una casa non è una cosa da poco.
Presidente: Ha già risposto precedentemente, non ha...
M.G.: No, questo mi pare di essere stato ieri...
Presidente: Sì, bene.
Avvocato Colao: Allora grazie, non ho altre domande.
M.G.: C'è don Cuba che conferma di questo ruolo, però il motivo non è emerso.

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