lunedì 20 maggio 2013

Vittorio Chiarappa - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 30 giugno 1997


P.M.: Sentiamo il signor Chiarappa Vittorio.
Presidente: È Chiarappa Vittorio?
V.C.: Chiarappa Vittorio, sì.
Presidente: Dove è nato?
V.C.: A Xxxxxxx, il XX/XX/XX.
Presidente: Risiede?
V.C.: In Xxxxxx.
Presidente: È il marito di quella signora che è uscita poc'anzi?
V.C.: Sì.
Presidente: Bene. Legga quella formula lì davanti a lei.
V.C.: "Consapevole della responsabilità..." 
(voce fuori microfono) Ad alta voce.
Presidente: Ad alta voce.
V.C.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza."
Presidente: Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Sì, grazie, Presidente. Signor Chiarappa, può spiegare innanzitutto alla Corte qual è la sua professione?
V.C.: La mia professione è musicista, insegno al Conservatorio Cherubini.
P.M.: Senta signor Chiarappa, lei ricorda di aver passato la domenica da qualche parte il giorno prima dell'omicidio degli Scopeti? E se lo ricorda, perché?
V.C.: Sì, me lo ricordo perfettamente per due motivi. Perché quella domenica andammo a trovare dei nostri amici che hanno la villa proprio di fronte alla... questo è un motivo. Dei carissimi amici. Poi, l'altro motivo è che lo stesso giorno scesi a Firenze per fare un necrologio per la morte di F.F., un grande musicista. Mi ricordo esattamente. Il terzo motivo è che comprai, e portai dai miei amici perché siamo tutti e due appassionati, un teleobiettivo, e giocammo tutto il pomeriggio con questo teleobiettivo, facendo diverse inquadrature.
P.M.: Non fece delle foto.
V.C.: Peccato no, peccato no. Sarebbe stato...
P.M.: Eh, più utile anche per noi.
V.C.: Sì.
P.M.: D'altronde... Però c'è il suo ricordo.
V.C.: Sì.
P.M.: Ce lo vuole spiegare...
V.C.: Sì, il ricordo è questo, che...
P.M.: ... cosa vide e cosa fece.
V.C.: Ecco, il ricordo è questo, che con il teleobiettivo, appunto...
P.M.: Mi perdoni, scusi. Se risaliamo a quando voi veniste da Firenze, se ricorda: venivate da Firenze?, mi scusi.
V.C.: Sì, venivamo da Firenze...
Presidente: Ah, scusi. Vuole essere ripreso dalle telecamere?
V.C.: Come?
Presidente: Vuole essere ripreso dalle telecamere?
V.C.: No, assolutamente; no.
Presidente: Sì o no?
V.C.: No.
P.M.: Assolutamente no, ha detto.
V.C.: Non ho nessuna...
Presidente: Ah, va bene.
V.C.: Dunque, andammo, credo il pomeriggio verso le, abbastanza presto, da questi nostri amici e...
P.M.: Venivate da Firenze?
V.C.: Venivamo da Firenze, sì.
P.M.: In macchina.
V.C.: In macchina, sì.
P.M.: Guidava lei?
V.C.: Guidavo io, sì, sì.
P.M.: Bene.
V.C.: E per entrare nella villa, nel vialetto, si deve... qui c'è la strada degli Scopeti che porta poi a San Casciano...
P.M.: Sì, sì.
V.C.: Si deve fare una curva, una specie di curva, e poi rientrare nel vialetto.
P.M.: Cioè allargare un po'.
V.C.: Allargare, sì.
P.M.: Come mai, perché è stretta?
V.C.: Perché è stretta.
P.M.: Altrimenti non ci si riesce?
V.C.: Altrimenti non ci si riesce.
P.M.: Ho capito.
V.C.: Ora, andando non mi .sono accorto di niente, cioè ho fatto bene la manovra e tutto; poi dopo, col tempo, giocando appunto con il teleobiettivo vidi - e purtroppo non ho scattato una fotografia, perché mi è sembrato molto banale - vidi una macchina parcheggiata proprio nello spazio dove serve per fare la curva e rientrare nel vialetto, una macchina con un signore appoggiato. E fino a lì niente di eccezionale. Poi, dovendo ritornare a Firenze per fare questo necrologio, uscendo dal vialetto per ritornare sulla strada dovevo ancora allargarmi, e c'era sempre questa macchina.
P.M.: La macchina che lei aveva visto col teleobiettivo?
V.C.: La macchina...
P.M.: Invece non ricorda di averla vista quando siete arrivati.
V.C.: No, questo no.
P.M.: Lei non lo ricorda.
V.C.: Questo non lo ricordo.
P.M.: Bene.
V.C.: Ritornando dopo aver fatto il necrologio, quindi domenica... ritornando, e ho provato un senso di fastidio, perché dovendo allargarmi per rientrare il vialetto, c'era ancora questa macchina. Allora ho dovuto...
P.M.: Era solo in questa occasione, quando è tornato dopo il necrologio?
V.C.: Sì, sì, solo.
P.M.: È andato lei soltanto.
V.C.: Io soltanto, sì. Perché mia moglie era rimasta nella villa.
P.M.: Lei ricorda le caratteristiche di questa macchina?
V.C.: Sì, le caratteristiche sì. Una macchina rossa, sbiadita, rossa, con... adesso è passato il tempo, ma il finale non era rotondo ma tronco.
P.M.: Lei, venendo da Firenze, vedeva il cofano o questa coda? La macchina era posizionata...
V.C.: La macchina... No, no. Io ho visto il dietro della macchina.
P.M.: Bene. Quindi aveva il fronte vero San Casciano, per intendersi.
V.C.: Il fronte della macchina era verso San Casciano, sì. Posizionata in quella maniera.
P.M.: Bene.
V.C.: Poi, appoggiato alla macchina, questo signore che non ho visto perché era di spalle. Questo non l'ho potuto vedere.
P.M.: La persona che lei ha visto, ricorda di averla vista quando ha visto col teleobiettivo, o anche quando è passato e ha fatto la curva?
V.C.: Soprattutto col teleobiettivo, l'ho vista. Poi anche facendo la curva, stava sempre lì, appoggiata alla macchina, che guardava.
P.M.: Lei ha visto una persona sola.
V.C.: Sì, una persona sola.
P.M.: Di questa persona non ha altre caratteristiche nella sua memoria.
V.C.: No, mi ricordo un persona ben piantata. Una persona che era appoggiata alla macchina e guardava nella direzione dove poi...
P.M.: Lei può, compatibilmente con il suo ricordo, indicare gli orari di quando usava il teleobiettivo e quando l'ha visto...
V.C.: Dunque, saranno state... Sì, il pomeriggio, perché... Le quattro, le cinque, sì.
P.M.: Quanto tempo le è stato necessario per andare a Firenze a fare il necrologio? Se lo ricorda, ovviamente.
V.C.: Mah, il tempo... Avrò impiegato a fare il necrologio, poi era domenica, quindi sarò stato a Firenze un'ora, un'ora e mezza, due ore. Un'ora, due ore.
P.M.: Se le mostriamo, signor Chiarappa, le foto aeree di quel posto, lei è in grado di indicarci la sua manovra e le posizioni?
V.C.: Sì, sì, sì. Questo sì.
P.M.: Vogliamo riprovare con quella foto più chiara? Se non le dispiace, signor Chiarappa, se lei si avvicina a quel signor che ha la foto - se lei riconosce la foto, ovviamente - la guarda un attimo. Sì, magari se va direttamente alla foto originale, magari se la guarda con calma e poi...
V.C.: Ecco sì, questo è lo spiazzale. Si deve, con la macchina, entrare qui.
P.M.: Ecco, allora se ora può parlare a voce alta, se c'è un microfono. Prego, prego, rimanendo lì, c'è un microfono.
V.C.: No, no. È esattamente la foto della... Ecco, qui c'è lo spiazzale dove ci si deve allargare per poi entrare in questo vialetto. Questo è il vialetto della casa dei miei amici. E la macchina era posizionata qui.
P.M.: Ci può indicare dov'è, in quella foto, Firenze e dov'è San Casciano?
V.C.: San Casciano è da questa parte.
P.M.: Bene.
V.C.: E Firenze è da qui. E poi qui c'era l'altro vialetto per entrare anche da... Ma noi soprattutto qui, si entrava qui. Allora, per poter fare manovra, anche facendo attenzione alle macchine, ci si doveva per forza allargare su questo spiazzale. Allora, da qui poi fare attenzione e entrare dentro.
P.M.: Lei, quella manovra l'aveva fatta altre volte?
V.C.: Sì, sì, molto spesso, perché erano, appunto, dei carissimi amici e quindi ci frequentavamo molto.
P.M.: Non ho altre domande, grazie Presidente.
Presidente: Parti civili?
Avvocato: No, grazie.
Presidente: Niente. Difensori?
Avvocato Pepi: Avvocato Pepi. Una sola domanda, che è una precisazione: la stessa già fatta a sua moglie.
V.C.: Sì.
Avvocato Pepi: Signor Chiarappa, quindi questa macchina lei l'ha vista presente sul posto anche quando voi siete andati via dai vostri amici. Era sempre lì.
V.C.: Sì, era sempre lì.
Avvocato Pepi: Che ore erano più o meno, se lo ricorda?
V.C.: Le sette, sette e mezza, otto.
Avvocato Pepi: Bene.
V.C.: All'incirca.
Avvocato Pepi: Grazie.
V.C.: Prego.
Avvocato: Un'altra sola domanda: se ha visto altre auto in quella spiazzata.
V.C.: No, no, soltanto questa macchina.
Presidente: Pubblico Ministero?
P.M.: Ancora una domanda, chiedo scusa. Quando siete andati via, la persona c'era ancora, se lei lo ricorda, o c'era solo la macchina?
V.C.: Ecco, questo non posso dirlo perché non mi ricordo, anche perché era un po' buio, non ho fatto bene attenzione. Della macchina sì, perché con i fari, dovendo fare manovra, la macchina me la ricordo, perché la persona non mi ricordo se c ' era.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Senta, lei quando ha detto che la prima volta che è arrivato non si è accorto della macchina. Quindi la manovra l'ha fatta tranquillamente.
V.C.: Sì.
Presidente: La manovra di conversione a sinistra.
V.C.: Sì, sì, credo.
Presidente: L'ha fatta tranquillamente.
V.C.: È passato un po' di tempo, quindi non ricordo esattamente.
Presidente: Mentre la seconda... Come?
V.C.: Non ricordo esattamente adesso, ma credo di averla fatta tranquillamente. Poi mi ha dato fastidio dovendo andare a Firenze, ritornando, che c'era questa macchina.
Presidente: La seconda volta, nel ritornare, nell'immettersi sulla stessa strada che porta alla villa, ha avuto difficoltà a fare la manovra o no?
V.C.: Ho avuto difficoltà, difatti sono andato avanti, ho fatto marcia indietro per poi... Allora ho pensato: la domenica la gente si mette qui, va be'. Tutti abbiamo diritto.
Presidente: Come mai non ha preso la stradina più avanti?
V.C.: Perché non c'è stradina più avanti. Lei dice i viali?
Presidente: Sì, la strada lì.
P.M.: (voce fuori microfono)
Presidente: Sono due strade.
V.C.: Quell'altra non si fa mai, quell'altra non si faceva mai.
Presidente: Non la facevate mai.
V.C.: No.
Presidente: Cioè vuol dire...
V.C.: Perché la prima stradina è quella che porta direttamente alla villa; l'altra si deve fare un giro per poi ritornare alla villa.
Presidente: Ah, ritornare su.
V.C.: Sì.
Presidente: Ho capito, va bene. Bene, se non ci sono altre domande, può andare.
P.M.: Sì, scusi.
Presidente: Sì.
P.M.: Scusi Presidente, proprio per chiarezza. Se lei è in grado di poter indicare approssimativamente l'orario in cui lei - se non ho capito male - tornando da Firenze dopo aver fatto il necrologio, ha avuto questa difficoltà. Che ore potrebbero essere state? Perché lei dice: "la prima volta non ricordo se c'era la macchina; la seconda volta, tornando da Firenze, ho avuto questa difficoltà".
V.C.: Saranno state... Dunque, siamo andati verso le sette e mezzo, otto, le sei e mezza.
P.M.: Ecco.
V.C.: Dalle cinque...
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
V.C.: Sei, sei e mezza, ecco.
P.M.: Perfetto.
Presidente: Può andare, grazie.
V.C.: Grazie.
P.M.: Ah, chiedo scusa. Approfitto un attimo, Presidente, della presenza del signor Chiarappa per chiedere una cosa. Il proprietario della casa da cui andavate si chiama Rufo Giancarlo?
V.C.: Si chiamava, perché...
P.M.: È deceduto.
V.C.: È deceduto, sì.
P.M.: Volevo...
V.C.: Sì.
P.M.: Nessun'altra domanda, grazie.
Presidente: Bene.
P.M.: Presidente, questa domanda era per introdurre, e io avevo citato per oggi il teste, appunto, Rufo Giancarlo...
Presidente: Rufo Giancarlo, deceduto. Va bene.
P.M.: ... che fu sentito dai Carabinieri addirittura il giorno 10 settembre dell'85 e fu lui che indicò ai Carabinieri, il giorno dopo l'omicidio, della visita di questi due amici. Quindi vorrei che fosse acquisito, a questo punto, il verbale di quella deposizione e che io produco alla Corte, essendo oggi impossibile ripeterla.

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