mercoledì 3 luglio 2013

Lorenzo Nesi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 04 luglio 1997 - Terza parte

Segue dalla seconda parte.

P.M.: Senta una cosa, lei sa dirci qualcosa della moglie . del Vanni, la conosce lei?
L.N.: Dunque, la moglie del Vanni Ora qui bisogna fare un pochino di cronistoria, non so se...
P.M.: Ce la faccia.
L.N.: La moglie del Vanni Io credo che il Vanni voleva una moglie. Credo non l'abbia... Insomma, trovò questa donna che questa donna, insomma, proprio... la Luisa io la conosco bene, siamo andati, quando la gli scappava di casa, siamo andati diversi volte a trovarla a...
P.M.: Come mai scappava di casa? Lei lo? sa perché scappava di casa?
L.N.: Arrivo.
P.M.: Prego, prego. Mi scusi se l'ho interrotta.
L.N.: Lui trovò questa donna. .. 0 che la gli sia stata trovata, o che l'abbia trovata lui io non glielo so dire. Trovò questa donna e questa donna dopo 15 giorni, un mese di matrimonio, o due mesi, questa donna non è una donna che la c'abbia un cervello normale, questa donna la chiuse bottega. Vanni forse... Bisogna fare ima considerazione, credo la sia giusta. Vanni l'è un...
Avvocato Pepi: Presidente, le considerazioni il teste non le può fare.
P.M.: Mi sembra sta dicendo fatti, avvocato…
L.N.: Io, per l'amor di Dio.
P.M.: Facciamogliela fare e poi vediamo dopo.
Presidente: Vediamo.
P.M.: Prego, prego.
L.N.: Io ho in visione un ricordo molto preciso: Vanni che porta le legne in casa, che fa da mangiare, che fa la spesa, che dà il cencio in terra e si raccomanda alla Luisa: 'o Luisa, non mi mandare a Firenze me', io gli spiego le cose reali, dottore. 'Non mi mandare a Firenze ma, fo il postino, sono...'
P.M.: A Firenze a prostitute, per capirsi?
L.N.: Sì, senza andare da puttane, 'Fammi fare una caricatina te, una volta ogni tanto'. E la Luisa a questo la rispondeva sempre con; picche. La rispondeva con picche e al che, Mario, a quel punto lì diventava un po' violento.
P.M.: Ci vuol spiegare? Ha assistito lei a episodi di violenza?
L.N.: Sì, sì, diverse volte.
P.M.: Ce lo spiega Diverse volte.
L.N.: Diverse volte perché questa Luisa la si faceva forte. La si faceva forte perché Mario fu arrestato, perché gli tirò una manata proprio per questi fatti qui, gli tirò un ceffone, non so che fece. Fu arrestato quattro o cinque giorni. La Luisa la si faceva forza di questa...
P.M.: Questo precedente.
L.N.: Di questo precedente. Lei la pigliava il telefono e la chiamava i Carabinieri. A questo plinto, Mario diventava violento. Diventava violento fino a rincorrerla, gli aveva una baionetta, un mezzo pugnale. E quando ci sono stato io, gli posso dire in tutta franchezza, Mario l'è lì, lo può dire, l'ho fermato, gli ho detto: 'lascia fare', fino ad arrivare a consigliargli: 'o Mario' - ma questo 20 anni fa - 'se un tu vai d'accordo con questa donna dividiti, fai qualcosa perché codesta la ti scappa, tu vai a ricercarla all'albergo popolare dalla tu' cugina a Firenze'. Cioè, io gli voglio far capire: Mario nel concetto familiare della moglie - questo glielo dico di mio, mi scusi - l'era l'uomo che; sì faceva ogni cosa in casa, però d'altra parte quando questa... il poveretto, voleva una donna per andarci a letto e questa la gli rispondeva sempre picche. Allora poteva diventare, diventava, aveva una certa violenza.
P.M.: Ricorda in episodio particolare? Sta parlando di quello col pugnale...
L.N.: Un episodio? Gii poteva tirare fuori l'uccello, dice: 'guarda che uccello ho', parliamoci franchi, chiari. E questo Mario, è inutile che tu rida, è vero.
P.M.: Senta una cosa, e di questa baionetta. . .
L.N.: No, è gl'è inutile che vu rida, capito signori, sono cose serie.
P.M.: Ne siamo tutti convinti, anche perché... Signor Nesi, è un processo che...
L.N.: Io sto parlando di una cosa per me angosciosa, tragica.
P.M.: Lei...
L.N.: Che le genti che le ridano, le mi garbano poco.
P.M.: Noi cerchiamo di seguire il suo racconto e...
L.N.: Io sto facendo un sacrificio, ha capito?
Presidente: Io l'ho capito, signor Nesi, almeno io l'ho capito, quindi le sarei grato se potesse andare avanti.
L.N.: Sì, sì, io vo avanti.
P.M.: Senta una cosa, di questo pugnale che aveva in quest'occasione l'ha visto lei?
L.N.: Sì, sì.
P.M.: Era una baionetta, cos'era?
L.N.: Io non me ne intendo di pugnali. Io credo che...
P.M.: Era una cosa di... >
L.N.: Un pugnale.
P.M.: ... dimensioni?
L.N.: Un affare così, con un manico o con un coso qui. Io però, bisognerebbe lo vedessi, ecco. Capito?
P.M.: Dove lo teneva lei l'ha visto?
L.N.: L'aveva in casa.
P.M.: In camera?
L.N.: Mah, io un lo so. Questo pugnale l'è circolato diverse volte.
P.M.: Ecco. Senta, lei può darsi abbia riferito, in un'occasione: "Mario prese questo pugnalone da un cassetto che si trovava nella camera senza aperture, che si trova tra la cucina e la stanza da letto".
L.N.: No, no la un era la camera. L'era la stanza, in casa di Mario, che dopo si entrava nella camera.
P.M.: Una stanza di passaggio, insomma.
L.N.: Sì, sì, sì.
P.M.: Ho capito. E' mal verbalizzato "camera". Ho capito. Senta una cosa, lei sa se il Mario Vanni andava, frequentava il Mugello, Vicchio, Scarperia?
L.N.: Con Pacciani, si.
P.M.: Con Pacciani andava.
L.N.: Sì.
P.M.: Chi gliel'ha dette queste cose?
L.N.: Frequentava il Mugello, io l'ho sentito una volta, tornarono con la 500 dal Mugello. Mah, io dopo questa volta che gli aprirono la macchina, perché gli avevan bevuto per la strada, gli apriron la macchina, il tettino della 500.
P.M.: Sa se erano stati a Vicchio?
L.N.: No, io in dof erano stati non gliene so dire.
P.M.: Cioè...
L.N.: Nel Mugello. Ma se erano stati a Vicchio o in un altro posto non lo so.
P.M.: Lei, in un momento in cui ricordava almeno in questo modo, ha riferito alla Polizia: "Se non ricordo male a Vicchio e a Scarperia".
L.N.: O Vicchio o Scarperia, io di preciso non gliene so dire, dottore.
P.M.: Ho capito. Senta una cosa, ci può raccontare...
L.N.: Nel Mugello, sì.
P.M.: ... raccontare l'episodio relativo alla lettera che il Vanni ricevette?
L.N.: Sì, sì, è molto preciso.
P.M.: Ecco, se può essere preciso nel raccontarlo, con i particolari.
L.N.: Non c'è nessun problema.
P.M.: Lei l'ha già raccontato.
L.N.: Non c'è nessun problema.
P.M.: Vediamo...
L.N.: Dunque, io ero a lavorare, era un pomeriggio verso le cinque.
P.M.: A lavorare dove, nella sua ditta?
L.N.: A lavorare in ditta mia, sì. Ero a San Casciano nel viale San Francesco. La ditta allora, a quel tempo, l'avevo lì. Dopo mi spostai alla Sambuca. Venne Mario...
P.M.: “In quel tempo”, in che epoca siamo?
L.N.: '80...
P.M.: Lei ha parlato...
L.N.: Io avevo il Ducato, sicché '80, lo comprai nell'81. .. '83,' '84.
P.M.: E' sicuro, perché poi...
L.N.: E un me ne ricordo, dottore.
P.M.: ... l'ha localizzato in epoca ben successiva...
L.N.: Non me lo ricordo, dottore.
P.M.: ... negli anni '90.
L.N.: Non me ne ricordo, dottore, gli anni; non me ne ricordo.
P.M.: Bene. Anche perché poi l'ha detto lo stesso Mario - Vanni - che questa lettera l'ha ricevuta negli anni '90.
L.N.: Venne Mario, mi disse: 'mi porti a Mercatale dall'Angiolina? Perché gli ho da fare... mi ha scritto Pietro dal carcere che gli devo portare una lettera'. Io: 'Boh, un tu puoi andar da te?', perché teniamo presente che Mario la mattina passava, però pioveva, sicché forse in Vespa non ci voleva andare.
P.M.: Quel pomeriggio.
L.N.: Quel pomeriggio.
P.M.: Lei gli disse: 'perché non ci vai domattina?'.
L.N.: Io dico: 'tu passi di lì domattina', passa a 500 metri, un chilometro. Va be', comunque insistè e io lo portai. 'Che ti scrive Pietro di carcere'...
P.M.: Era agitato?
L.N.: Sì, sì, sì.
P.M.: Era teso?
L.N.: Sì, sì, sì. 'Che ti scrive?'. Ma qui l'è tutto un fa' qui, l'è tutto un fa' là', il discorso è reale in questa maniera e...
P.M.: È tutto un?
L.N.: L'è tutto un far qui, un far là, c'è sempre da far qualcosa'. 'Ma icché vole Pietro dal carcere? E lui tirò fuori di tasca la lettera. Mentre io guidavo il furgone - il avevo il furgone li davanti e presi quello - mentre guidavo il furgone, dice: 'guarda, m'ha scritto, bisogna porti questa lettera all'Angiolina'. Io non sapevo nemmeno che di carcere si pole scrivere, non lo so. 'Icché vole?'. 'Mah, c'è cose grosse, c'è fatti brutti e c'è cose di sangue'. Io, sa, Mario l'ho sempre...
P.M.: Di sangue.
L.N.: Sì, sangue, sangue. Sì, sì, questa è la realtà. Mario l'ho sempre preso come, come gli.posso dire, non gli so trovare l'espressione giusta, come la persona che non sai mai se fa burletta, se...
P.M.: Se dice le cose scherzando.
L.N.: Se dice le cose scherzando, se - non state dietro che Mario l'era continuamente ubriaco, io credo che Mario ubriaco, Mario beveva ma ubriaco io l'ho visto una volta sola - se aveva bevuto un bicchiere in più, ha capito?
P.M.: Bene.
L.N.: Io lessi la lettera, va bene. Io lo portai lì fino a davanti...
P.M.: Lei, scusi, quando disse 'fatti brutti, fatti di sangue', gli chiese spiegazioni o no?
L.N.: No, no. Gliene ripeto, io lo portai a Mercatale. Gli dissi: 'ti devo aspettare, Mario? Ti devo' ' aspettare?'.
P.M.: Lo portò a casa della...
L.N.: Lo portai davanti al bar a Mercatale, feci il giro così, me ne ricordo bene; pioveva, lo lasciai davanti al bar: 'ti devo aspettare?'. Di solito mi diceva: 'piglia un caffè, aspettami dieci minuti'. 'No' - mi disse - 'vai via'. Io presi e venni via.
P.M.: Ma pioveva, era a piedi, e come tornava da San Casciano a Mercatale?
L.N.: Non lo so.
P.M.: Anzi, da Mercatale a San Casciano.
L.N.: Non lo so.
P.M.: Non lo sa.
L.N.: No.
P.M.: Gliel'ha mai spiegato com'è tornato?
L.N.: No.
P.M.: E cosa andava a fare in questa casa? La lettera era indirizzata a Mario o all'Angiolina?
L.N.: La lettera io credo che la lettera 1 ' era indirizzata a Mario.
P.M.: Ce l'aveva lui, sì.
L.N.: Ce l'aveva lui.
P.M.: Ma cosa doveva andare a fare in questa casa l'ha capito?
L.N.: Non ho idea.
P.M.: Le disse, il Mario, parlando di questa lettera, che ne aveva... le fece capire che ne aveva ricevute anche altre?
L.N.: Sì, sì, sì. Sì, sì.
P.M.: Da Pacciani.
L.N.: Sì, sì.
P.M.: E le disse per caso una frase tipo: 'si era bell'e rotto i coglioni...'.
L.N.: Sì.
P.M.: che il Pacciani scriveva.
L.N.: Sì, sì. Cioè, lui si era rotto le scatole con questo Pacciani che dal carcere…
P.M.: Gli dava istruzioni.
L.N.: Io icché gli dava non lo so, dottore. Icché gli dava non lo so..
P.M.: Gli diceva di fare qualcosa.
L.N.: Mario era molto infastidito di questa corrispondenza con Pacciani.
P.M.: Ma il motivo Nella lettera c'era qualcosa per cui lui si doveva recare in quella casa.
L.N.: Si.
P.M.: Ha capito così.
L.N.: Sì.
P.M.: E non le spiegò perché ci doveva andare così alla svelta quella sera?
L.N.: No, no. Io voglio che l'abbia capito il concetto, no? Questo mi dice: 'portami a Mercatale', l'amico vuol andare a Mercatale da San Casciano: 'io ti porto a Mercatale', dopo...
P.M.: Capito. Le sai se di questa lettera, poi, il Vanni ha parlato con qualchedun altro: con i Carabinieri, con gli avvocati?
L.N.: No, non so nulla.
P.M.: Non lo sa. Direttamente da Vanni non sa niente.
L.N.: No.

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