giovedì 4 luglio 2013

Lorenzo Nesi - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 04 luglio 1997 - Quarta parte

Segue dalla terza parte.

P.M.: Ha mai parlato con Vanni, o ha cercato di capire da Vanni, se Vanni aveva qualcosa a che fare coi delitti del "mostro"?
L.N.: Ma...
P.M.: Ha cercato? Ci vuol spiegare?
L.N.: Vanni, in diverse occasioni - e questo l'è un po' il mi' rimorso - in diverse occasioni...
P.M.: Ci spieghi.
L.N.: Vanni, in diverse occasioni, m'ha detto che con Pacciani, cioè, cominciò una volta che mi disse: 'Pacciani l'aveva ammazzato un omo'. Bah, io anche qui, l'è sempre la solita storia. Perché io Pacciani, quando l'ho conosciuto io, per me l'era una persona squisita. Veniva da me, mi portava le fragole, davo il filato per le monache di Croce di Via, che le facevano le magline alle bambine. Per me l'era una persona... E Mario mi diceva, per lo meno in un paio d'occasioni ha detto che 'Pietro l'ha ammazzato un omo '. Io l'ho sempre preso con le molle, perché l'ha ammazzato un omo e l'è a fare in contadino a Montefiridolfi? Cioè...
P.M.: Le sembrava strano.
L.N.: Mi sembrava strano. In diverse occasioni Mario... Mario 1'ebbe un periodo molto brutto. Io lo addebitavo che l'aveva smesso di bere, che fosse un po' in depressione perché beveva e non doveva bere più. Che Mario m'ha detto: 'col Pacciani si fa delle cose, si fa delle cose', però non son mai entrato in queste cose, perché si ritorna al discorso di prima, io non l'ho mai preso in considerazione, questo...
P.M.: Che cosa facevano gliel'ha detto?
L.N.: Cose, 'si fa delle cose, si fa delle covse'. E questo, in tutta questa vicenda, l'è il mio rimorso. Forse...
P.M.: Cioè, le sembrava... Prego, prego, scusi.
L.N.: Quest’omo se l'avesse potuto capire... Ma che vuole pensare Mario che potesse - io non lo, perché non fo - che potesse -avere un qualche legame con queste cose? Io l'ho sempre tralasciato, ha capito? L'ho sempre...
P.M.: Quindi, le sembrò che...
L.N.: D'altra parte io ero giovane, non avevo questi cosi qui, sicché non gli ho mai dato ascolto.
P.M.: Cioè, le è sembrato, in quel periodo, ripensandoci ora, che lui si volesse confidare con lei di questo fatto.
L.N.: Io... però l'è un'opinione mia, dottore.
P.M.: Era il modo con cui si presentava in questo periodo di depressione.
L.N.: Era il modo con cui si presentava in questo periodo di depressione.
L.N.: La la prenda con le molle, perché questa l'è...
P.M.: Noi tutti la prendiamo con le molle.
L.N.: ... una cosa mia.
P.M.: Ed era il periodo in cui riceveva queste lettere, il periodo...
L.N.: No, prima.
P.M.: Era prima.
L.N.: Sì.
P.M.: E lei è mai andato, specifico, sul discorso: 'ma per caso tu hai a che fare con i delitti del "mostro"?'.
L.N.: No.
P.M.: Gliel'ha mai chiesto?
L.N.: No, no.
P.M.: No.
L.N.: Assolutamente.
P.M.: Facendo questi discorsi, le è mai sembrato che il Vanni avesse una reazione, sbiancasse?
L.N.: No, no; io questi discorsi no, mai, mai.
P.M.: Poi vediamo le...
L.N.: Discorsi del mostro, con Vanni non si son mai affrontati.
P.M.: Direttamente.
L.N.: No, no, no. Vanni era, mi ricordo bene, Vanni era. . . io andai con un amico il lunedì, no il lunedì, il martedì, dopo il delitto degli Scopeti, Vanni era agli Scopeti - e ero con Rolando Nesi - era agli Scopeti con la Vespa, lì, però c'era chiuso. Si andò così, per curiosità. Ma questi discorsi mai.
P.M.: Cosa stava raccontando? Dopo il delitto degli Scopeti trovò Vanni che era sul posto?
L.N.: Sì, sì.
P.M.: Beh, ora vediamo, andiamo per ordine.
L.N.: Ma ce n'era duecento, trecento.
P.M.: Certo, ci passò lei.
L.N.: Posso avere un bicchier d'acqua?
P.M.: Sì, vediamo. Antonio, ci può pensare lei?
(voce fuori microfono)
P.M.: Senta, andiamo ancora per ordine. Lei il Lotti Giancarlo lo conosce?
L.N.: Sì, sì.
P.M.: Ci può spiegare come?
L.N.: Lo conosco, ci si trovava a desinare. Io passai un periodo, quando ero divorziato, separato dalla mi' moglie, che andavo a mangiare al Ponte Rotto, ci si trovava a mangiare lì. Andava a far merenda alla Cantinetta, lo trovavo lì, lo trovavo a San Casciano... Lo conosco. Nei paesi ci si conosce tutti.
P.M.: Era amico, il Lotti, del Pacciani e del Vanni?
L.N.: Sì, di Vanni sì, io credo anche del Pacciani.
P.M.: Si frequentavano.
L.N.: Sì, sì.
P.M.: Con lei il Lotti come si comportava, che carattere aveva? Persona -tranquilla, persona educata?
L.N.: Persona tranquilla, persona forse un po' irruente; andava, sapevo che aveva una relazione con questa Filippa, persona normale.
P.M.: Pucci Fernando lo conosce?
L.N.: Lo conosco di vista; ci avrò parlato una volta.
P.M.: E sul carattere del Pucci?
L.N.: No, un gli so dire nulla.
P.M.: Lei ha riferito, in proposito, su queste due persone, delle considerazioni su come li ha conosciuti lei. Gliele leggo e lei mi dice se è la verità. Lei dice: "Il Lotti è una brava persona, buona di carattere, silenziosa, non è capace di far male a nessuno. Conoscendolo, ed avendo appreso ciò che ha riferito agli inquirenti, penso che non ha detto bugie proprio perché conosco bene il suo carattere”...
L.N.: Se...
P.M.: "È anche un tipo caparbio, per cui lo vedo bene come colui che dice al Pucci, dopo essere stati minacciati di nascondersi sul posto" - di Scopeti, dico io - ”per vedere ciò che succedeva...".
L.N.: Codesto...
P.M.: L'ha detto lei.
L.N.: Il carattere di Lotti glielo confermo, a vista mia.
P.M.: Certo, certo. Come l'ha conosciuto lei.
L.N.: Come l'ho conosciuto io. Lotti... Cioè, non son persone...
P.M.: E' mai stato a casa di Lotti, lei?
L.N.: Sono stato una volta, quando gli stava al Ponte Rotto; sì, sì, forse c'era anche Vanni, mi sembra. Stava al Ponte Rotto, lui; dopo, l'è lì Lotti, gliene può confermare lui.
P.M.: Ce la descriva.
L.N.: In un casa un po' diroccata, stava lì. Si rammaricava perchè gli pioveva dentro.
P.M.: Come mai lei e Vanni andaste a casa del Lotti?
L.N.: Perché si sarà stati a desinare al Ponte Rotto, dice: 'vieni a vedere, mi piove in casa', ecco come. Grazie. Prego.
P.M.: Lei ricorda se il Lotti aveva delle auto, o che auto poteva avere?
L.N.: Lotti ci aveva una 124 celeste; e quando voi mi faceste vedere - ero con lei - una fotografia della 128 spider, coupé, io vi dissi: 'no, questa macchina non la conosco'; però sbagliai... no sbagliai, sbagliai involontariamente, sì, sì, dopo ci aveva...
P.M.: Ci spieghi. S
L.N.: Aveva anche la 128 rossa, me lo ricordai dopò, io.
P.M.: Ho capito. Lei ha mai avuto l'impressione, o visto personalmente, o avuto l'impressione di vedere il Pacciani su macchine di Lotti?
L.N.: A me mi sembra: sulla 124.
P.M.: 124 quale?
L.N.: 124 quella celeste.
P.M.: Ho capito.
L.N.: Mi sembra a me d'aver visto Pacciani alla guida di questa macchina.
P.M.: Le ha mai detto, il Lotti, che...
L.N.: Però tenete presente che credo che . il Lotti questa macchina... perché bisogna ricosarsi un po' l'idee...
P.M.: Ce le dica.
L.N.: Questa macchina la c'aveva dietro un coso di peluche rosso, non so se sbaglio.
P.M.: Questa 124. Poi glielo chiediamo. Ora lei parli con noi, con me.
L.N.: Mi sembra che... sì, sì; a me mi sembra che Pacciani, io, su questa macchina l'ho visto, ecco.
P.M.: Insieme a Lotti o da solo?
L.N.: L'ho visto o intorno la Cantinetta, o nel piazzone. Io l'ho visto, però fatevelo confermare anche da Lotti.
P.M.: Glielo chiederemo noi.

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