lunedì 2 settembre 2013

Maria Grazia Frigo - Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 07 luglio 1997 - Prima parte

 

M.G.F.: Buongiorno.

Presidente: Buongiorno. Signora, come si chiama lei? Come si chiama?
M.G.F.: Frigo Maria Grazia:
Presidente: Signora, vuole essere ripresa dalle telecamere o no?
M.G.F.: No, non sono neanche fotogenica. Ne farei a meno.
Presidente: Allora, niente telecamere. Frigo Maria Grazia, dov'è nata?
M.G.F.: Nata a Xxxxx il XX/XX/19XX
Presidente: Residente, dove?
M.G.F.: Residente a Xxxxxx. Devo leggerla?
Presidente: Sì.
M.G.F.: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza." Scusate, sono un po' emozionata.
Presidente: Niente. Signora, stia tranquilla. Prego, Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Signora, può spiegare innanzitutto alla Corte qual è la sua professione? Se lei ha una attività.
M.G.F.: Io sono titolare con mio marito e i miei figli di una ditta artigiana di produzione di borse portadischi e portanastri, articoli della pulizia dell'alta fedeltà. Mi occupo delle mansioni amministrativa e anche manuale, al caso.
P.M.: Senta, signora, ricorda lei, di avere, di essere stata, anzi, innanzitutto, la domenica del 29 luglio dell'84 a Vicchio nei pressi della fattoria La Rena presso presso una abitazione di amici, o conoscenti, o parenti e di aver notato qualcosa che successivamente ha poi raccontato alla Polizia e al P.M.?
M.G.F.: Sì, certo.
P.M.: Ci vuole raccontare innanzitutto come è venuto questo ricordo e cosa ha visto.
M.G.F.: Va bene. Allora, con mio marito e con la bambina che allora aveva nove anni e mezzo, eravamo ospiti in casa di parenti
P.M.: Siamo, scusi, alla domenica 29 luglio dell'84?
M.G.F.: Certamente, 29 luglio. Eravamo lì già dal pomeriggio, anche forse a mangiare - in questo momento non lo ricordo - e ci siamo trattenuti per la cena. E dopo cena, siccome c'era presente anche la bambina di un fratello della famiglia... Sì, questi bambini giocavano fuori nel giardino prospicente alla vallata. Era già...
P.M.: Siamo, mi scusi se interrompo, ma è per focalizzare. Siamo, in linea d'aria, sopra la piazzola di Vicchio dove avvenne l'omicidio.
M.G.F.: Sì.
P.M.: Poi vediamo su una cartina.. .
M.G.F.: Certamente, certamente....
M.G.F.: Sì.
P.M.: Siamo in una casa
M.G.F.: Sì, più avanti...
P.M.: ... su quella strada lì.
M.G.F.: Più avanti.
P.M.: Verso la collina, la montagna.
M.G.F.: Verso la collina, certamente.
P.M.: Bene.
M.G.F.: E le bambine giocavano fuori tra i cespugli, eccetera. Io e la signora Lidia eravamo uscite a fumare una sigaretta, perché...
P.M.: Lidia, scusi, ricorda come si chiama?
M.G.F.: Lidia F..
P.M.: F.
M.G.F.: E siamo uscite, con la scusa di guardare le bambine, a fumare una sigaretta. Perché eravamo le uniche due che hanno questo brutto vizio. Era già molto scuro, proprio... le bambine si vedevano appena. Si nuotava la bambina dei Bianchi perché aveva una maglietta bianca. E quello era un giorno che aveva, diciamo, inaugurato la sua prima minigonna, perché aveva un anno e mezzo circa più della mia. Loro giocavano...
P.M.: Che età aveva, che età avevano?
M.G.F.: Nove e mezzo.
P.M.: Bene.
M.G.F.: Sì. E loro giocavano tranquille, noi si guardava il panorama, perché chiaramente, anche se buio e fresco, si vedevano le luci delle varie casette anche molto lontane, eccetera. All'improvviso si sente un boato assordante proprio lungo, un'eco, diciamo, di questo rumore.
P.M.: Continui.
M.G.F.: Sì, continuo. Un fragore proprio. E le bambine corrono verso di noi spaventate: 'cos'è successo, cos'è successo?' Io, in quel momento, ho detto: ' ma accipicchia, ci son già i cacciatori?' Perché la caccia non doveva essere ancora il momento. E la signora Lidia invece dice: 'mah, io direi più che è stato lo scoppio di un pneumatico'. 'Accipicchia!' - ho detto - 'se è un pneumatico, questo è un tir'. Ma una battuta, cioè, la serata prosegue con cose varie, diciamo, chiacchiere, passeggiatine, eccetera, insomma. Non avevo particolarmente premura di tornare a casa, perché la mia bambina, anche se andava al campo solare in quel mese di luglio, avevo deciso che l'avrei tenuta a casa perché avevo visto che si grattava. E allora ho detto: 'qui ci sono i pidocchi in arrivo, sarà bene che domani gli dia un'occhiata'. E quindi anche se nel chiacchierare si faceva tardi non ci ho fatto caso. Perché altrimenti noi d'abitudine tornavamo via sempre verso le... prima di cena, anche, diciamo. In quel momento, appunto, avevo detto di questo fragore eccetera, allora dopo siamo rientrate in casa, abbiamo finito di fare appunto queste chiacchierate, queste cose. A un certo punto guardo l'orologio che era sul camino e faceva mezzanotte meno cinque minuti. E io ho detto: 'Giampaolo, via, per piacere, andiamo a casa. Guarda che ora...'
P.M.: A suo marito, quindi?
M.G.F.: A mio marito, sì.
P.M.: Giampaolo è il suo marito.
M.G.F.: Sì. Sì, scusi. A mio marito dico: 'Giampaolo, andiamo via. Guarda, la bambina sta cascando dal sonno e non abbiamo mai fatto così tardi. E allora, sì, ci salutiamo tutti. Si esce, si monta in macchina. In quel momento la bambina mi dice: 'ma la zia Lidia non vengono giù a Firenze?' E io gli ho detto: 'no, loro si trattengono a dormire e scendono domani mattina'. Basta. Mio marito mette in moto la macchina. Facciamo un tragitto che può essere 60 metri...
P.M.: Un tragitto in discesa, verso la Sagginalese?
M.G.F.: In discesa. Sì, certamente, in discesa. Ora succede questo: che quella strada è grande proprio come una macchina. Cioè, la Citroen di mio marito o prendeva i rovi a destra, o prendeva i rovi a sinistra. E in più una strada molto, molto sconnessa. Perché con la pendenza, bastava magari un temporale estivo, eccetera, si formavano delle buche tremende. Lui, andavamo ad una velocità si può dire due all'ora, in un certo senso? E mentre fa una manovra di sollevare quel meccanismo che ha la Citroen per alzare le ruote, perché così non picchiava sotto. E io vedo che in fondo, in salita, veniva verso di noi una macchina senza i fari accesi, a una velocità incredibile. Allora ho detto 'guarda, Giampaolo, arriva una macchina'. Perché lui è sempre così, perché con la macchina al buio non... forse non sapeva dove mettere chiaramente le mani; però, questa macchina si avvicinava. E io gli ho detto 'ma Giampaolo, per piacere, questo non ha intenzione di fermarsi'. E lui mi fa 'o Maria Grazia, tu vedrai che se non vuole rimetterci si ferma'. Perché chiaramente la Citroen, con l'avantreno che ha, è una macchina piuttosto ostica da, diciamo, demolire. E in quel momento, siccome io ero seduta nel sedile posteriore, avevo abbassato il sedile davanti perché la mia bambina si può dire che si stava addormentando, io ho detto: 'questo lo guardo come si deve, in faccia, perché se, giuro, mi capita di incontrarlo di giorno, lo fermo e gliene dico quattro. Io ero veramente spaventata. Insomma, fa una, curva velocissima, viene talmente veloce verso di noi che ero proprio...
P.M.: Pensava a un urto frontale.
M.G.F.: Sì, io pensavo a un urto frontale, perché la strada, come ripeto, è grande come una macchina. E quella è una strada che anche di giorno, se si incrocia qualcuno, bisogna farsi una serie di convenevoli - 'passa lei? passo io?' -, trovare uno slargo per mettersi, per spostarsi, eccetera. Questo invece viene a tutta velocità, e all'improvviso a una distanza - direi cinque metri a una distanza così, fa una virata inverosimile sulla nostra destra.
P.M.: Cioè vi passa davanti?
M.G.F.: Ci...
P.M.: Vi taglia la strada.
M.G.F.: ... taglia la strada - Taglia la strada. Anche se la strada era unica, lui in quel momento ci ha tagliato la strada. Quindi l'ho visto molto bene, quando l'ho... perché lui. aveva i fari spenti, e io invece, noi avevamo i feri accesi.
P.M.: Cioè veniva su al buio, o con delle luci piccole?
M.G.F.: Solo le lucine di posizione.
P.M.: Ho capito.
M.G.F.: Proprio niente, oserei dire, non poteva vederci con quella luce lì, chiamiamo la così. Mentre noi invece, illuminando la macchina, io l'ho visto molto bene. E ho visto che era una , persona piuttosto col collo taurino, capelli tagliati a spazzola, un grigio come potrei essere io, diciamo; ben pettinato, sembrava che fosse, andato dal parrucchiere dal barbiere anzi, nei paesi c'era, la domenica mattina, o al massimo il sabato. E una camicia scozzese colore sui toni dell'azzurro, collo aperto, niente collane, le braccia, aveva le maniche lunghe la camicia, rimboccate; niente orologio. E mentre gira così velocemente in questo posto che praticamente ha fatto una frenata, e mentre frenava noi eravamo già con la macchina al livello della macchina che si era fermata.
P.M.: Gli siete passati accanto.
M.G.F.: Praticamente accanto, sì. E ho detto: 'ma guarda, è incredibile...'
P.M.: Siete scesi, suo marito è sceso?
M.G.F.: No, mio marito ha detto, voleva quasi scendere, poi, è un carattere molto accomodante, molto - per me, io sarei scesa, e davvero gliene avrei dette due. Ma lui dice: 'va be' non è successo nulla questo si vede che conosce bene il luogo, e quindi è entrato dove poteva pensare che...'
P.M.: Per evitare la collisione.
M.G.F.: Sì, perché dalla nostra posizione praticamente noi passavamo in una strisciata di rovi, canne, insomma un.. .
P.M.: Va be', una strada difficile.
M.G.F.: ... piuttosto selvaggio, sì. E non eravamo nella condizione di vedere che invece subito dietro a questa siepe c'era questa possibilità di svoltare.
P.M.: Sulla vostra destra.
M.G.F.: Sulla nostra destra.
P.M.: E la sua sinistra, di lui che veniva in su.
M.G.F.: Sì sì, e la sua sinistra, certamente. E a quel punto dice : 'ma guarda-, ma è possibile? '. Mio marito mi pare che ha detto: 'ma guarda, ubriaco di sigaro, ma che vuoi? Sarà stato a un festival'. Luglio, è particolarmente tipico che ci siano delle feste del genere. E niente, ha detta: avrà bevuto, insomma. Però io gli posso assicurare, la faccia da bevuto non ce l'aveva. Aveva uno sguardo determinato, era proprio convinto dii non volerci né, diciamo, né avere un incidente
P.M.: Ma come mai lo guardò così bene? Per la manovra? Cioè perché...
M.G.F.: Sì sì, per la... Capisce? Fino all'ultimo momento non mi è sparito davanti, per me lui ci veniva incontro e facevano un incidente.
P.M.: Ho capito. Vada avanti.
M.G.F.: Ecco, era proprio una cosa così drammatica|. Io poi sono un tipo piuttosto strano, quando sono in macchina che non guido io, freno prima degli altri, vedo il semaforo prima degli altri, insomma sono un po'...
P.M.: Ho capito.
M.G.F.: Un po' rompi.
P.M.: Poi cosa accadde?
M.G.F.: Niente, a quel punto dice mio marito: 'va be', è andata bene, tiriamo dritto'. Ma addirittura mi ricordo che aveva fatto l'accenno di frenare e fermarsi.
P.M.: Suo marito.
M.G.F.: E poi ha detto: 'no no, via, lascia fare, la bambina dorme, andiamo'.
P.M.: Ricorda di che colore era questa macchina, che tipo di macchina?
M.G.F.: la macchina era bianca, un bianco che lì per lì mi poteva sembrare anche un panna, o polverosa.
P.M.: C'era polvere lì?
M.G.F.: Eh, beh, è una strada sterrata di quel tipo bianco, insomma, tutto...
P.M.: Ho capito.
M.G.F.: Non terra nera, ecco terra bianca.

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