martedì 30 giugno 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 23 febbraio 1998 - Ottava parte

Segue dalla settima parte.
P.M.: Allora, abbiamo fatto qualche passo ulteriore in questo dibattimento per verificare questo? Come no, abbiamo trovato qualche altra testimonianza. C'era rimasto il dubbio dell'omosessualità dei rapporti? Anche lì abbiamo avuto quei due ragazzi, quei due fratelli, i fratelli Giugni, che non hanno avuto... anzi, hanno avuto difficoltà nel raccontare quali erano i rapporti del loro padre, deceduto, con il Giugni, erano rapporti che sicuramente erano invisi alla madre e comunque alla famiglia in termini di rapporto di amicizia fra maschi: 'andavano insieme' - ci dicono - 'il sabato a prendere l'acqua in quel del Mugello'. Ma ancora abbiamo acquisito elementi ulteriori su questa figura Faggi legata ai nostri autori, sicuramente a Vanni e Pacciani. E cosa... che altro riscontro abbiamo trovato? Abbiamo trovato quel riscontro, obiettivo, che anche questo è sotto i vostri occhi e solo voi avrete la possibilità, insieme a tutto ciò che ho detto finora, di valutarlo in pieno, circa un coinvolgimento della persona Faggi in questi fatti, che è quell'identikit, che chiunque l'abbia fatto, abbiamo speso più di una udienza - in questo dobbiamo, come sempre, dire grazie alla Corte che non ha trascurato nulla - per vedere chi aveva fatto quell'identikit. Chi l'ha fatto lo sappiamo, lo hanno fatto Tozzini e Parisi Rossella, Tozzini Giampaolo e Parisi Rossella, i quali hanno identificato quella sera quella persona che aveva quelle caratteristiche fisiche impressionanti e che era nei pressi del luogo dell'omicidio di Travalle. La somiglianza di quell'identikit con la persona di Faggi, se qualcuno non solo ha esperienza, ma qualche minimo di emozione nel vedere delle figure, dovrete riconoscere con me che è difficile trovare un'identikit e una figura di persona, a distanza di dieci anni, così somiglianti. E anche questo dato non era emerso allora ma è emerso in una operazione di Polizia molto semplice, mettere a fianco - e voi lo avete avuto - l'identikit di allora e la foto di Faggi presa nel dibattimento nella stessa identica posizione. Io non sto a descrivervi la corrispondenza identica della forma dei capelli, la forma del viso, gli zigomi, il mento stretto; ma se non è lui è il fratello gemello. Non si può pensare che in zona ci fosse una persona simile, o peggio ancora che i coniugi Tozzini-Parisi abbiano visto persona diversa. Quindi, anche quell'identikit ha a carico, porta a carico di Faggi elementi talmente forti di presenza in quell'omicidio, che non è possibile oggi pensare a una situazione di presenza occasionale. Abbiamo fatto una serie di accertamenti sulla FIAT 131 e sulle auto di Faggi. Questa è una serie di accertamenti che ha portato un dibattimento nel quale abbiamo avuto qualche elemento in più che ci ha consentito oggi di valutare meglio questo fatto. Noi ricordiamo che l'elemento forte è Lotti e Pucci che dicono: 'è colui che aveva una 131'. Non hanno mai detto, perché non l'hanno riconosciuta, che la notte di Scopeti hanno visto una FIAT 131. Era una persona che aveva una 131. Anche questo è un elemento obiettivo, però il dibattimento ha, onestamente, dimostrato una circostanza: se FIAT 131 Argenta(?), il Faggi l'ha posseduta - nel senso abbiamo avuto prove del possesso di una simile macchina - è sicuramente in epoca successiva all'85. Questo il dibattimento ha permesso di chiarirlo molto sicuramente, per quello che riguarda, è ovvio, un possesso: iscrizioni al FRA. Ci sono i documenti, sono stati forniti dalla difesa, ma erano già stati acquisiti dalla Polizia Giudiziaria in epoca lontana; ci sono stati dei testi che vi hanno dimostrato come questo 131, di cui sicuramente ha avuto il possesso e la proprietà il Faggi, è successivo all'’omicidio. Quindi noi sul punto: attenzione, il Faggi era 11 quella sera con la propria FIAT 131; non abbiamo nessun elemento. Però non lo avevamo nemmeno in partenza, perché nessuno ci ha detto che era quella FIAT 131; era un'auto scura. E c'è un elemento ancora importante, su questa presenza di qualche altro sul luogo dell'omicidio del 1985. Perché voi sapete che il Lotti, come sempre, a mio avviso, è stato corretto nei confronti degli inquirenti e ancora più corretto nei confronti vostri. Cosa ha detto? 'Signori, io l'ho vista una macchina, era più avanti. Io ho dedotto che c'era uno, perché la macchina è partita, qualcuno l'ha guidata, è andata via. Poi Vanni, il giorno dopo, mi ha detto che c'era quello di Calenzano'. Pucci, secondo me, è ancora stato più specifico, ma perché si trovava in una situazione oggettiva ancora più specifica per vedere cosa era successo. Perché Pucci ricordate che dice: 'no, anch'io ho visto una macchina, c'erano due persone'. Questo porta degli scenari inquietanti sulla conoscenza di questi fatti, però bisogna obiettivamente riconoscere che questo dibattimento ha portato un Pucci che ha fatto queste dichiarazioni. E anche Pucci è credibile, guardate, perché Pucci è colui che vi ha detto sempre: 'guardate, io quando ho visto quello che succedeva laggiù me ne sono tornato alla macchina e ho aspettato lì. Invece Lotti è arrivato all'ultimo momento perché lui è stato sul luogo dove Pacciani e Vanni facevano quello che dovevano. Sono montato in macchina e siamo andati via'. E' Pucci che sta fisso fuori della piazzola, è lui che vede di più, è lui che vi dice: 'in quella macchina c'erano due persone. Io non so altro, chi fossero'. Quindi, quando Lotti dice: 'io ne ho vista una', non dice niente in contrasto, dice: 'io ho visto una macchina che partiva'. Pucci che era 11 dice: 'io ci ho visto due persone'. Che fosse la 131 di Faggi, che fosse un'altra macchina, che noi abbiamo la dimostrazione che ci fosse Faggi perché crediamo, come sempre crediamo e abbiamo il dovere di credere a Lotti e Pucci, a questo punto ha un'importanza relativa. Una macchina c'era, sicuramente noi dobbiamo pensare che, sia pure de relato, in termini di credibilità, c'era Fagqi. Con chi era? Col suo amico Giugni, morto, con altre persone, non lo sappiamo. Ma soprattutto, e questo credo sia un'operazione doverosa da parte del P.M. che fino a cinque minuti fa vi ha cercato di spiegare e di dimostrare che prima di dire che qualcosa è dimostrato occorre essere sicuri e avere la dimostrazione piena di cosa è successo, noi abbiamo sicuramente la prova che: primo, Faggi è non solo amico ma strettamente connesso a queste persone, perché voi avrete anche la possibilità di vedere quegli oggetti che gli sono stati sequestrati, quelle agende in cui è chiaro che nelle agende si parla di sue amicizie omosessuali, di un Faggi che dice: 'come era bello quel muratore che ho conosciuto oggi, che ho conosciuto l'altro giorno'. Le agende sono tutte lì, ci sono le date. Quelle agende da cui risulta che il Faggi, non si sa perché, conosceva Travalle, tant'è che un certo giorno dell'80 o '81 scrive: 'bella girata a Travalle'. Cosa vuol dire? Assolutamente che... esclusivamente il fatto che Faggi conosceva Travalle. Abbiamo ancora la dimostrazione da quelle agende e da quel calendario e da quella cartolina, sequestrata nel processo Pacciani, che i due si conoscevano in quell'epoca. Ma al di là del fatto che Faggi conosceva il nostro Vanni e il nostro Pacciani e che è universalmente, oramai univocamente dimostrato in questo processo, abbiamo una completa convinzione che nell'omicidio dell'81 e che nell'omicidio dell'85 Faggi è sicuramente coinvolto. Questi sono elementi che ci permettono di stare tranquilli oggi. È coinvolto, non è un estraneo. Cosa ha fatto in questi omicidi? Ha indicato la coppia; li ha portati a casa dopo, nell'81, a lavarsi; nell'85 ha fatto da palo. Nell'85 era quello spettatore che era a vedere. Perché a Lotti gli è stato chiesto: 'ma cosa ci faceva il Faggi lì?', dice: 'gli garbava guardare uccidere’. Abbiamo quindi una serie di indicazioni che ci pongono Faggi come persona sicuramente presente sotto questo aspetto della prova. Cosa ci faceva? Cosa ha fatto? Come materialmente o moralmente ha partecipato Faggi a questi due omicidi e alla associazione per delinquere contestatagli? Con tutta franchezza, io vi ho parlato all'inizio di una leggera velina. Noi potremmo dire che questa velina è talmente trasparente che si vede bene tutto. Ecco, io, onestamente, per correttezza professionale perché penso che il P.M. debba avere - come io credo di avere - quella obiettività che si deve riconoscere a chi ha fatto delle indagini, dobbiamo dire che questo dibattimento in punto di ricostruzione certa del perché della presenza di Faggi su questi due omicidi: era qualcuno che favoriva, che guardava, che stimolava, che determinava gli autori ancora nella loro azione criminosa. Era un qualcuno che appoggiava. Abbiamo solo quei discorsi de relato, di Lotti e di Pucci, sui quali discorsi abbiamo solo i riscontri che abbiamo, perché non abbiamo niente di più. E allora bisogna essere onesti. Noi abbiamo sì la prova della presenza, ci manca ima prova sicura, certa, su cosa questo Faggi facesse in occasione di questi omicidi, che cosa abbia realmente fatto. Abbiamo la convinzione - e il processo ce lo ha dimostrato - che c'era. Non credo che possiamo oggi, onestamente, dire: abbiamo la prova che abbia favorito gli altri, abbiamo la prova che fosse lì per aiutare, per fare da palo, era uno spettatore che godeva al solo scopo di soddisfare qualche sua perversione. Era uno che era lì. Onestamente credo che su questo elemento prove certe e sicure oggi non ne abbiamo. Presidente, cinque minuti, se mi consente, per terminare con le ultime emergenze. Grazie.
Presidente: Un quarto d'ora. 

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