lunedì 5 ottobre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 4 marzo 1998 - Ottava parte

Segue dalla settima parte
Avvocato Mazzeo: Cosa bisogna concludere da tutto questo? Cosa dovete concludere da tutto questo? Io comincio a credere davvero che se si abbandona l'attenzione alle forme, perché in questa vicenda vi sono stati presentati dei simulacri, delle forme. La forma del testimone - ora ci arriviamo - del Pucci; la forma del colpevole, confidente e chiamante in correità. Sono delle forme processuali, ma non vi sono stati presentati contenuti. Ovvero, i contenuti sono quelli che sappiamo, quelli che stiamo vedendo. I contenuti di queste forme. Allora, stiamo attenti, perché un processo che si fa sulle forme - e non lo dico ovviamente al Giudice togato - e che non tenga in considerazione, evidentemente, i contenuti, non è neanche un processo, è un simulacro di processo. E mi torna sempre a martellare alla mente quella frase di Robespierre: "voi vi aggrappate alle forme perché avete perso di vista i principi". Io direi la sostanza. Ma se noi guardiamo la sostanza, forse quell'aggettivo che tanto mi ha disturbato del Pubblico Ministero: 'non dobbiamo affannarci a capire, dobbiamo solo verificare, è più facile, dovete essere sereni e tranquilli'. Forse sì, qualcuno di questi può essere adatto, perché è così evidente. Qui non c'è da fare un grande sforzo per capire quello che sta dicendo quello, ovvero quello che non sta dicendo, ovvero come lo sta dicendo. Scopeti: l'inseguimento e la morte del giovane francese. Perché non è finita, vero, la dinamica è complessa a Scopeti. Quindi, noi sappiamo, attenzione, dato certo: dalla tenda, dallo squarcio nella tenda non si poteva entrare. Falsità quando si dice il contrario. Secondo dato certo: al di là, quindi, di tutto l'affastellamento di contraddizioni, inverosimiglianze, eccetera, sparava correndo, eccetera. Falso. Secondo dato certo, perché? Perché non poteva sparare correndo, in quanto che poteva sparare stando fermo, in quanto che tutti i bossoli sono stati trovati davanti alla tenda. Quindi, incidente probatorio, volume II, pagina 8: “Come lo colpì il francese Pacciani?". Perché noi vogliamo sapere come è morto questo povero ragazzo. Cioè, in realtà lo sappiamo benissimo, perché ce lo dicono le perizie medicolegali. Ma siccome c'è un... non sappiamo la successione delle aggressioni. Le perizie medico-legali dicono che è stato attinto di striscio anche a un, credo, incisivo superiore, verosimilmente, da un colpo di pistola. E sicuramente poi è stato assassinato a colpi di arma bianca, a colpi di coltello. Quindi, è più che naturale chiedere al delatore, al narrante, dice: 'ma insomma lei c'era, no?', dice: 'sì, ho visto tutto'. Benissimo, allora, come è morto?. Dice: "Come lo colpì il francese il Pacciani?", pagina 8. State a sentire questa eh, pagina 8, dell'incidente probatorio, volume II. "Pacciani colpì il francese con il braccio al collo.” Cioè, qui rimanda a qualcosa che ho letto prima, se non sbaglio, cioè che lo avrebbe raggiunto da dietro, lo avrebbe preso per il collo e gli sparò. Poi dice: B... con il braccio al collo." Poi, a pagina 9, sempre dell'incidente probatorio, volume II, dice: "No, io il coltello non l'ho visto. Io ho visto che aveva il braccio al collo; così l'aveva, stringeva." Sembra di capire che l'abbia strozzato. O comunque il coltello non l'ha visto, non ha visto la pistola. Che ne ha fatto della pistola? L'ha buttata via durante la corsa? Perché insomma, le mani sono due, no. Ancora una volta una delle più facili chiavi di lettura di menzogna di un bambino è quando si comincia a ragionare con la matematica. Siccome le mani sono due, ecco, se un bambino sta raccontando una vicenda in cui una mano sola non può essere adoperata ma devono essere adoperate tutte e due, oppure uno c'ha in vari momenti successivi, cose diverse nelle mani, oppure con le mani fa diverse cose, inevitabilmente costui diventa un marziano, perché bisognerebbe che avesse cinque o sei mani, perché il racconto di chi parla abbia un senso logico. E allora guarda che succede, la pistola non si sa più. che fine ha fatto, poi dice che il coltello non l'ha visto e ha visto che aveva "il braccio al collo, così l'aveva e stringeva." Pagina 9 dell'incidente probatorio, volume II. Ma a pagina 11 dell'incidente probatorio, volume II, insiste, e questa Signori... "Lo colpì col pugno, gli ha strizzato..." L'idea dello strizzare. Ha detto prima: "stringeva", ora diventa "strizzare", "...gli ha strizzato il collo così e poi gli avrà dato dei colpi nello stomaco con le mani." Non lo sa come è morto questo ragazzo. Non lo sa come l'ha ucciso. È uno che non gliene importa niente, neanche della vostra opinione nei suoi confronti. Per tutta la vita al Lotti non gliene è importato niente dell'opinione degli altri, lo ha detto il Pubblico Ministero. E come dice Antonio sulla bara di Giulio Cesare: e certamente il Pubblico Ministero è un uomo d'onore. E quando vi racconta la personalità del Lotti, va creduto. Allora, senti un po' che arrampicatura sugli specchi per capire: pistola, coltello, mani. Come muore questo disgraziato. Allora, a pagina 11 dell'incidente probatorio, volume II, dice: “Lo colpì col pugno, gli ha strizzato il collo così e poi gli avrà dato dei colpi nello stomaco con le mani.” Veniamo al dibattimento. Quindi, allora, nell'incidente probatorio abbiamo accertato che lui non sa come morì il francese e che, invece di dire non lo so, in questa enfasi di raccontare nella sua condizione di protetto dalle leggi premiali, sta dicendo delle cavolate gigantesche, come ha confessato in perfetta buonafede alla povera Filippa Nicoletti. Dice: 'ma io un so nulla, mi dicono che devo di' di più, ma che dico di più io. Ma cosa dico?'. E qui sta inventando ima gran... Attenzione, finito l'incidente probatorio, risultato: questo non è morto in conseguenza di colpi di coltello, non è morto in conseguenza di colpi di pistola, sembrerebbe sia morto proprio strozzato, dice: "Gli ha strizzato il collo così e poi gli ha dato nei pugni nello stomaco." All'udienza del 27 novembre, fascicolo 53, pagina 72. Lotti: "Lo prese per la gola..." e poi finalmente appare un coltello, guarda un po': voilà, il coniglio dal cilindro del prestigiatore. "Lo prese per la gola e poi veddi che l'aveva un coltello e lo cosava, lo cosava davanti, qui." Ma questo coltello prima non c'era com'è che compare dopo otto mesi dall'incidente probatorio? Eh, come va interpretata questa cosa su un dato centrale della narrazione, non secondario o di contorno o di secondo piano? Nell'unico modo ragionevole possibile: come un tentativo - non spontaneo, ma callido - di fare quadrare la propria narrazione con dati processuali, già acquisiti perché noi sappiamo, dai dati processuali già acquisiti, come è morto il ragazzo francese. E lui invece, quando gli hanno fatto l'incidente probatorio non lo sapeva, evidentemente; l'avrà saputo dopo, non lo so io. Pagina 76, sempre dell'udienza del 27/11, fascicolo 53, sempre su come è morto, dice: "Il coltello ce l'aveva con la mano sinistra." Vi ricordate, no, questo particolare? Mano sinistra. Dice: 'ma come mano sinistra? Non risulta che Pacciani sia mancino.' E qui il giorno dopo dice: 'no, mi sono sbagliato era la mano destra'. Ma questa gliela possiamo anche passare, voglio dire, però quello che disturba è il fatto che ha voluto precisare... Una volta che quest'uomo, nelle sue narrazioni, tira fuori un particolare, ovviamente, essendo falso e non essendo lui particolarmente sveglio, il particolare è decisamente sbagliato. In questo senso è rilevante la cosa. Chi gliel'ha detto a lui di dire che era con la mano sinistra? Se l'è inventato lui, se l'è inventato sì, perché non era mancino, non era mancino il Pacciani, era destrimane. Udienza 28 novembre, fascicolo 54, pagina 61: "Con il braccio destro" - insiste con questa storia - "lo prende con il braccio destro, lo prende qui, non vedo bene se lo colpisce alla gola.” Si desume che l'abbia colpito col coltello, con la mano sinistra. E lui, naturalmente si avvia ulteriormente nella sua menzogna. Io sono mancino, Signori, io potrei fare questo. Ma il coltello un mancino lo impugna con la mano sinistra, specie se deve colpire, un destrimane lo impugnerà con la mano destra, e invece con la mano sinistra terrà ferma la vittima. Altra palese falsità, questa non è una contraddizione ma una palese falsità. Perché, come la radio accesa—non accesa nel furgone dei tedeschi a Giogoli, dice; 'io non ho sentito nessuna radio', eccetera. Non è possibile. Non è possibile che tu non l'abbia sentita. Anche qui dice: "Com'era il giovane francese quando uscì dalla tenda?” Vi sta raccontando, Signori, di squartamenti, di scannamenti, di coltelli, di pugni nello stomaco, di sparatorie,, "sparava correndon, eh? Di Vanni che l'ha visto benissimo squarciare. . . Quindi era lì. Come fa a dire che, pagina 42 dell'incidente probatorio, volume II: "A me mi pareva vestito quando sortì fori.” No, eh, era nudo. E allora poi l'aggiusta un po', anche questa. Dopo qualche mese all'udienza del 5 dicembre, fascicolo 61, pagina 19: "Io qualcosa, sotto, mi pare che gl'aveva, dei pantaloncini." Era nudo. Ma insonnia, c'era qualcuna di queste vittime che aveva un qualche contorno di umanità e che non erano semplici fantocci, che dovevano in qualche modo quadrare - come dice la Suprema Corte di Cassazione - nel racconto del Lotti? Allora gli si chiede: 'ma i lamenti, non li hai sentiti i lamenti? Eccetera. Allora, anche su questa, incidente probatorio volume I, pagina 80: "Poi si sente entrare dentro. Sento dei lamenti e tagliare della roba." "Tagliare". "Tagliare della roba" che vuol dire? Che fa un rumore il taglio di parti del corpo umano? Perché a questo sta pensando lui, non alla tenda che è già stata tagliata. Neanche un bambino della prima elementare dice una stupidaggine di questo calibro: 'sento tagliare della roba dopo che sono entrati dentro la tenda'. Sì, perché ancora nessuno ha detto: quella povera figliola dentro la tenda che fine ha fatto? No, giustamente, lei è un fantoccio, lei stava lì pronta per essere funzionale al racconto del Lotti. Eh, ci mancherebbe altro. Però anche su questo si contraddice, perché nell'udienza poi dibattimentale del 5 dicembre, fascicolo 61, pagina 24, non li sente più i lamenti. "No." ,”Ha sentito i lamenti?" "No." Ma insomma, come fu uccisa la ragazza francese? Lotti, pagina 40, incidente probatorio volume II: "No, io sparare alla donna non l'ho sentito sparare alla donna." E invece la donna fu uccisa proprio con un colpo di pistola, che la fulminò quando era stesa dentro la tenda, alla testa. Allora, sono morti i due nel modo che vediamo, nel modo che sappiamo. Dice, insomma: 'e dopo che il Pacciani, dopo aver ucciso il francese, eccetera, eccetera, torna indietro, che succede?' Udienza 5 dicembre, fascicolo 60, pagina 74: "Erano tutti e due insieme lì nella tenda." Sappiamo la questione, la tenda è alta 1 metro e 40, Signori, non c'è versi. E' una tenda canadese di quelle a igloo, non è a capanna, la capanna è così; perché poi ci torneremo col Pucci su questa storia, su come era la forma della tenda. La tenda a capanna è così, la tenda a igloo è tonda. Se voi guardate le foto, quella è una tenda a igloo, è anche distinta così. Quindi, uno che dice: no, non era tonda, era a capanna, dice una bugia, dice una falsità. Dice: "Erano tutti e due insieme lì nella tenda dopo" - Lotti - "poi sono entrati dentro.” - tutti e due, eh - "Poi s'enno entrati dentro la tenda tutt'e due." Pagina 74, fascicolo 60, udienza 05/12. A domanda dell'avvocato Filastò: "Ma come sono entrati, camminando come?" La tenda è altra 1 metro e 40. Lotti: "Camminando." Lui non la capisce neanche la domanda, perché non ha neanche presente come era la tenda, e solo questo può spiegare la risposta, dice: "Camminando come una persona che cammina normale." In piedi ci sono entrati dentro la tenda. Filastò: "Normalmente?" Lotti: "Sì, sì, un andavano mica di corsa." Non ha capito. Non ce l'ha presente la tenda. E insiste, eh, perché qualcuno gli fa ulteriormente delle domande, dice: "Ma insomma, via, non è possibile, ma come entrando normalmente, non li ho visti entrare di corsa." Dice: "Ma se ero presente l'avrò visto bene. La vista l'ho ancora bona, sapete." "La vista l'ho ancora bona." Abbiamo visto come ce l'ha la vista bona, è la faccia tosta che c'ha bona. C'ha una faccia tosta da qui a Pechino. Gli si fa presente, a questo punto, che la tenda è alta 1 metro e 40, per pietà gli si dice: guardi, Lotti, la smetta di dire che questi entrano normalmente non di corsa, sono entrati normalmente tutti e due, ma guardi che la tenda è altra 1 metro e 40. Dice: "Se so..." - allora dopo che ha saputo, finalmente, l'ha appreso qui al dibattimento, non l'ha appreso prima, che la tenda è alta 1 metro e 40, dice - "Se sono entrati abbassando, no. Io li ho visti in piedi." Insiste, eh. 

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