lunedì 16 novembre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 6 marzo 1998 - Terza parte

Segue dalla seconda parte
Avvocato Filastò: Quindi, è la struttura di questa ipotesi accusatoria che viene a mancare, venendo a mancare la setta satanica. E, diventa, allora, questa setta soltanto una suqgestione che sta là appesa e che a un certo punto permane nelle indagini: affidata alle dovizie di Pacciani; mai sentito niente di più enfatizzato in questo processo. 'Pacciani, come ha fatto...'. Come, come ha fatto? Se io e l'avvocato Mazzeo si vivesse come il Pacciani, lo sai Antonio, si sarebbe ultramiliardari noi. Perché, per aver tutti quei soldi da parte, sai cosa basta? Basta non vivere. Basta mangiare la carne dei cani, quando ci viene affidato gli animali da un altro. Basta andare nelle discariche a raccogliere le mattonelle per rivestire la cucina. Basta lavorare dovunque, dovunque, dovunque si crei l'occasione: zappando l'orticello del vicino, facendo tutto quello che è possibile fare, dodici ore il giorno, come quest'uomo continua a dire. E non spendere niente. Mangiare i frutti dell’orto. Poi mandare le figliole a servizio, prendere i soldi di loro. Monetizzare la pensione dei genitori. E così via. Quando si va... vero Vanni?. 
Mario Vanni:Sì.
Avvocato Filastò: Quando si va al bar e siamo... alla Cantinetta, non pagare mai. 
Mario Vanni: Uhm.
Avvocato Filastò: E allora, poi, ogni cosa si mette lì, fa interessi, raddoppia in dieci anni il capitale, eh. E si arriva alla cifra. E lui, lui dice era il succube. A lui gli avrebbero dato le briciole, a lui, di questi emolumenti. Le briciole. Infatti, a guardare questo allegato qui dell'11 novembre del '97, dal Pubblico Ministero, che riguarda le dovizie invece di Vanni, io vi segnalo solamente, in una pagina che qui non è indicata, è la pagina 2, però è la cosa in cui si fa riferimento all'entità della pensione complessiva percepita fino al '97 dalla Landozzi Luisa, la moglie del Vanni. La Landozzi Luisa ha percepito in tutti questi anni una complessiva somma di 96.448.530 lire. Volete dire che ne ha messe da parte la metà? Benissimo, diciamo solo la metà: sono 48 milioni. 48 milioni ha messo da parte, onestamente, come fa lui, accendendo dei buoni postali, come risulta, a nome di Landozzi Luisa e suo. Persona onesta, vedi? Ma a parte queste considerazioni in fatto che farete, che valuterete anche guardando questi documenti contabili che il Pubblico Ministero vi ha fornito e nei quali io, francamente, fra l'altro, ho cercato anche di addentrarmici ma mi ci son fermato perché non mi riesce, non mi piace, io per i numeri c'ho una specie di idiosincrasia fin da quando ero ragazzino, quindi faccio i conti e li sbaglio. Questo l'ho fatto bene, però, eh 96 milioni, la metà fa 48, siamo d'accordo, ecco. E voi, fra l'altro forse qualcuno di voi è anche un tecnico della materia e qui io, fra l'altro in certi tipi di tabulati fatti dalle banche, anche quando arrivano a me per il mio conto corrente, mi fanno arrabbiare perché sembra lo facciano apposta a rendere le cose complicate. Va be', insomma, lo valuterete, vedrete. Ma a parte questo, che si può, a un certo punto, dire: 'c'è i soldi, quindi c'è l'introito dei feticci'? Ma dico, ma scherziamo? Si vuol far fare un salto acrobatico di questa natura che il massimo, il più'grande atleta di circo non farebbe mai, per arrivare a dire una cosa di questo genere. Ma come si fa? Intanto bisognerebbe dire: ma, insomma chi li comprava? Già di per sé, almeno a me pare, poi può darsi mi sbagli, ma insomma, io a me, io ho quest'impressione, già di per sé, messa sul terreno l'ipotesi che tutti questi milioni — che poi,' voglio dire, come entità poi sembrano la fine del mondo, ma non lo sono, ma insomma, mettiamo anche una cinquantina di milioni, poi gli interessi diventano i centocinquanta che hanno trovato a Pacciani. Tutti questi milioni, cinquanta dicevo prima, arrivino dalla vendita di questi oggetti a qualcuno. Ma chi è che fa... ma chi è che acquisterebbe? Per farsene che? Per farsene che? I filtri d'amore? Cosa dovrebbe fare uno, non so, mescolarli? Ma non lo so, ma capite dove siamo arrivati in questo processo? Quando appena appena un tantino si cerca di entrare dentro alle ipotesi, di fargli passare quel varco che c'è fra la intuizione - per citare il dottor Giuttari - e la attendibilità razionale, no, l'attendibilità di tipo da senso comune, lì subito, subito uno dice: ma fammi il piacere. Ma quando mai è successo? Siete stati in grado di citarci un episodio in cui è avvenuta una cosa di questo genere? Altrove. Altrove, per carità! In paesi sottosviluppati, di gente ignorante, di stregoni, di quello che volete, in Africa, ma siete stati in grado di citarci una cosa di questo genere? Avete sentito parlare di effetti afrodisiaci di questi poveri resti? Oppure no? No. E allora che cosa resta? Resta quell'ipotesi criminologica, seria, attendibile,che è stata fatta, che vi è stata portata in questo dibattimento, per cui questa persona che fa queste escissioni le fa perché ha quella perversione e vuole provocare il male; poi l'escissione e il ricordino... il ricordino, insomma, per parlarci in termini volgari, è brutto dir cosi, ma insomma, questi poveri resti se li porta via e li conserva gelosamente, perché gli richiamano alla memoria l'episodio, il momento. E quindi, come farebbe un feticista, perché è anche feticista, con le mutandine o con il reggipetto o con l'oggetto appartenente ad una persona, lui con questi oggetti riesce a rivivere il momento, e a riprovare di nuovo quel sentimento di appagamento di tipo sessuale che, quando ha commesso quei gesti, ha provato forse per le uniche volte nella sua vita, perché è un personaggio così. E a tutto questo, con questa attendibilità scientifica - poi vedremo meglio quando parleremo di quest'aspetto - voi cosa contrapponete? La compravendita? Lo scopo di lucro? Dicevo, naufragata questa ipotesi della setta satanica, nonostante le indagini ampie, approfondite, eccetera, sulla casa di Faltiqnano, sul mago Indovino, sul mago Manuelito col camper, sul sangue sulle lenzuola — in una casa dove c'è un moribondo di cancro, ci sono delle lenzuola con del sangue - sui filtri amorosi, sul cartellone con le lettere, con i numeri e il "sì" e il "no". "Prova documentale" del rapporto, questo ha detto il dottor Giuttari, "prova documentale", questa è la sua — aperte virgolette — "prova documentale" - chiuse virgolette — del rapporto di Pacciani col gruppo dei maghi di Faltignano. Prova documentale. Il bar di Prato. Momentino di riflessione su questa prova documentale, ne ho già parlato. Anche qui mi tocca fare un'altra citazione: "Il Giardino dei Finzi Contini" di Bassani, grandissimo libro. Ne "Il Giardino dei Finzi Contini" si parla appunto di questo gioco, che si fa in, che devo dire, diciamo, una casa su tre in Italia. Sa, Presidente, io ci stavo per rimettere la tesi di laurea. Avevo lavorato come un cane per prepararmi all'esame di laurea e, insomma, poi, alla fine, decisi di andare a fare una girata, andai a trovare un amico. Verso le dieci e mezzo, arrivo in questa casa, c'è questo amico con altri amici, intorno a un tavolo, con questo cartellone, con questa, tazzina, fanno questo gioco - sto parlando di quando mi son laureato, eh, che è passato molto tempo — e insomma dico: ma mi state prendendo in giro? Ma che roba è? Ma cos'è? Insomma, ci feci le due della mattina e la mattina dopo dovevo discutere la tesi. E tutti lo fanno. Addirittura c'è, non so se sia una leggenda o sia la verità che, via Gradoli sia venuta fuori cosi, e che questo venir fuori di via Gradoli a questo gioco in cui viene fuori il nome Gradoli, sto parlando del sequestro e dell'omicidio dell'onorevole Aldo Moro, abbia partecipato l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, l'onorevole Prodi. Per dire che è una delle cose più consuete che si possano immaginare, che non ha nulla a che vedere con la magia nera; ma per carità di Dio, non ha niente a che vedere con i riti satanici. Ma per carità di Dio! Ma che scherziamo, ma chi l'ha detto? Questo è una questione proprio come dire... Beh, lasciamo perdere che questione è perché sennò non si finisce. I ceri, il pentacolo, le carte dei tarocchi. L'impiccagione del Malatesta, c'è anche quella. Si è già parlato ieri, citando il figlio. Non so, che altro? La morte in carcere del Limongiu, perché s'è parlato anche della morte in carcere di un certo Limongiu; tanto, così, per accrescere il pappone con qualche ingrediente che proprio non ci sta. La scomparsa dell'Agnello, si è parlato anche di un certo Agnello che è scomparso. L'Agnello non nel senso dell'animale che bela, e che trotticchia nei prati, no, di un certo Agnello che non si sa bene chi sia, io non lo conosco, non ho mai avuto il piacere, ma pare sia scomparso. Le minorenni nella casa di Faltignano. Che altro? Il misterioso pittore svizzero, ho letto sui giornali anche questo; di cui si è parlato sui giornali e che sembra abbia costretto il dottor Canessa a fare una trasferta fuori via, a dire fuori d'Italia. 
P.M.: Una trasferta?
Avvocato Filastò: Fuori d'Italia. L'ho letto da qualche parte che lei era andato in Svizzera. 
P.M.: Vede, i giornali...
Avvocato Filastò: Eh, non era vero. Lo sapevo io, guardi, c'avrei .... scommesso. Come il pittore svizzero, però, sì. No? Non si può sapere nemmen questo, mistero. Il pittore svizzero meglio lasciarlo perdere, perché non s'abbia a risentire la Svizzera, vero, in una situazione di questo genere. 
P.M.: C'ha un difensore, quindi...
Avvocato Filastò: Ah, addirittura c'ha anche il difensore... 
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Eh, lo so, lo so... 
P.M.: L'avvocato Bevacqua.
Avvocato Filastò: Eh, benissimo. Qui non s'è visto, però, eh; qui non s'è visto pittori svizzeri, eh, qui in quest'aula. 
P.M.: Può darsi sia...
Avvocato Filastò: Eh? 
P.M.: Sono fatti diversi.
Avvocato Filastò: Qui, in quest'aula di pittori ce n'è uno solo ed è il mi' figliolo che sta lì. Ecco, va bene. Indagini, si dice, in corso; si dice o si diceva: non disturbate il manovratore. Invece io lo disturbo eccome, vero. Lo disturbo dicendo che si tratta, e che questo sia chiaro, si tratta di un insopportabile minestrone filtrato sui giornali, non si sa come fondato esclusivamente sotto il profilo della prova di questo processo degli indizi di questo processo fondato esclusivamente sulle illazioni di una prostituta alcolista tale dichiaratasi a più riprese - il bottiglione, il bere, il vino, cioè a dire la Gabriella Ghiribelli; e sulla vita irregolare, certamente anzi sgangherata di uno sfruttatore della prostituzione professionale, vale a dire Salvatore Indovino, malato e morto di cancro. Miserabile sul piano delle sue possibilità economiche poveraccio che abita in una casaccia sfasciata, in cui dentro ci piove, che se le avesse avute le dovizie - Salvatore Indovino – eh, più che comprare feticci io penso che le avrebbe usate per curarsi un po' meglio il cancro, invece. Anzichè accontentarsi delle iniezioni della prostituta, briaca fissa, Gabriella Ghiribelli, e quanto meno per ripararsi il tetto della casa in modo che non gli ci piovesse dentro. Altro che comprare a suon di milioni, che chissà chi glieli dava, i feticci per fare i filtri amorosi.

Segue....

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