mercoledì 23 dicembre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 9 marzo 1998 - Dodicesima parte

Segue dall'undicesima parte.

Avvocato Filastò: Il Perugini che vi ha parlato di firma e vi ha parlato di firma in rapporto a quelle lesioni che gli appaiono gratuite, rispetto all'evento morte dice: "La firma dell'assassino è l'escissione delle parti anatomiche. La firma più vistosa è quella. Cioè, è un comportamento che non solo è gratuito rispetto al conseguimento dell'evento morte, ma è un comportamento che gli consta in termine di rischio, perché significa perdere tempo." Immaginatevi il quadro: i quattro "amici di merende" che arrivano sul posto, uccidono, poi devono fare... Insomma, o non c'è nessuno che, a un certo punto, dice: 'mah, andiamo via, scappiamo, che si sta a fare qui?' Poi ci sono gli altri che guardano, nessuno scappa. Almeno a sentire Lotti, Pucci. Mah, insomma... De Fazio., fascicolo 78, pagina 27 verbale di dibattimento del processo Vanni: "Dato obiettivo la coppia in amore..." "Le escissioni in certe parti anatomiche nella donna e solo in lei..." "Comparativamente le omesse escissioni sui cadaveri dei tedeschi." Perché sono due uomini. E c'è stato l'errore, ingenerato dai capelli lunghi. A domanda del Pubblico Ministero, se l'azione dello sparare e del tagliare possa rinviare a due soggetti diversi - una domanda precisa, puntuale, che riguarda l'ipotesi accusatoria di questo processo - cosa risponde De Fazio? "Se la domanda è se è possibile, io non trovo" -"non trovo" - "personalmente elementi di possibilità in questo senso. Certo, nei momenti in cui uno spara e un altro taglia dei pezzi corporei, evidentemente" - cioè a dire con evidenza - "mi riesce difficile riportare a sintesi e ad unità questi due atti nella configurazione di un delitto sessuale." Se questo è un delitto sessuale, come vi ha detto prima e come vi ha spiegato e come l'evidenza richiama. E insiste. E qui, guardate, mi sono fotostaticato proprio... qui l'ho copiato, ma qui proprio ho fotostaticato la pagina, che è questa pagina che vi ho citato: 27, fascicolo 78. "Ma se la domanda è se è possibile, io non trovo personalmente... Io non so cosa ne pensano i miei colleghi, è giusto che ognuno si esprima... Non trovo che esistano elementi di possibilità in questo senso", che uno spara e l'altro escinde. "Certo, nei momenti in cui uno spara e un altro taglia dei pezzi corporei, evidentemente mi riesce difficile riportare a sintesi, ad unità questi due atti nella configurazione di un delitto sessuale." Lei annuisce, Pubblico Ministero. Ma allora dica che non è, che questi non sono delitti sessuali, facciamo questo. Per 17 anni, questi... Non sono delitti sessuali, sono un'altra cosa. Sono delitti a scopo di lucro per prendere i feticci e venderli a qualcun altro. Io voglio vedere scritto una cosa di questo genere in una sentenza, ecco. Io aspetto di vedere una cosa di questo genere. "Fate di me quel che volete. Uccidetemi. pure, ma almeno salvatemi la vita", diceva Petrolini. Con quelle connotazioni, con quella esibizione del corpo straziato della ragazza a gambe larghe, sconciata a quel modo. Guardate, guardate... "Dal. punto di vista medico-legale...", dice Beduschi, fascicolo 77, pagina 111 di questo processo. Verbale del processo Vanni, in cui si affronta questo tema. "Dal punto di vista medico-legale di quello che può essere stato il modus operandi, non c'è dubbio che si è visto nelle modalità di taglio, nei perimetri, una matrice unitaria, che riporta suggestivamente ad una mano unitaria." Questo, anche per, poi, dopo, sui due coltelli nel 1985; ne riparleremo, ma intanto vi anticipo che qui siamo di fronte ad un equivoco in cui sono caduti i medici legali. Perché tutto si fonda sul fatto che prima che ci sia stata l'escissione del seno e poi quella del pube. Perché se viceversa si dice: prima c'è stata l'escissione del pube, poi quella del seno, coiti è molto più probabile, perché la ritualità porta a questo: che prima si fa quello che si faceva prima e poi si fa quello che si fa dopo, tutto torna. Il coltello può essere meno tagliente durante la seconda escissione. E basta, fine del discorso. Non ci fermiamo tanto su questo aspetto. Quanto poi alle lesioni intorno al seno, queste sono delineate dalla zigrinatura della costola del coltello: questo lo capirebbe chiunque, voglio dire. Ma insomma, ne parleremo un po' meglio. Affronteremo questo aspetto specifico del cosiddetto riscontro obiettivo alle dichiarazioni di Lotti. Ancora: "Il contributo dell'elaborazione elettronica delle immagini..." Perché tutto questo ha comportato un lavoro fatto da questi periti attraverso la elaborazione elettronica delle immagini. Cos'hanno fatto? Le hanno messe là, le hanno comparate l'una all'altra per vedere dove spara questo signore, in quale parte del corpo colpisce. 'E mettiamole insieme'. E hanno fatto questo programma computerizzato in cui, ad un certo punto, queste cose sono state messe a paragone. Uno strumento come un altro, eh. Mica che la computerizzazione sia il non plus ultra. Però, voglio dire, è uno studio serio, no? È un approfondimento serio che è stato fatto. E dice: "Il contributo dell'elaborazione elettronica delle immagini è tale da avvalorare ulteriormente la possibilità che ad azionare l'uso dell'arma da taglio sia sempre stata la stessa persona, malgrado le differenti lesioni riscontrate in un caso rispetto all'altro." Pierini dice: “Si rileva un modo molto simile, in tutti i casi, di tagliare." E questo è molto secco, anche questo, da parte del professor Pierini, abbastanza "dry" anche questo, come il Martini. Il Pierini, ancora, verbale dibattimento Vanni, fascicolo 77, pagina 61: "La profondità di discesa del coltello durante l'escissione è uniforme e segue la necessità di separare l'adiposo dal muscolare." Ma che scherziamo! Ma anche la precisione di questo lavoro voi la toccate con mano, in questa osservazione: "L'angolo d'incisura si colloca sempre fra le ore 10 e le ore 11."; Fa parte della ritualità, tutto questo. Fa parte della "memoria muscolare", come dice il dottor Perugini. Ma di chi? Di una persona, no! "La quota di superficie muscolare esposta rispetto ai brandelli di tessuto adiposo che rimanevano, erano pressoché costante." Professor Pierini, fascicolo 77, pagina 59. "Le figure elaborate dalle escissioni pubiche hanno una cosa caratteristica: cioè hanno un centro comune." Ancora De Fazio: "Quello che colpiva, più che il perimento della lesione, era proprio questa doppia incisura, perché questa riportava a due atti separati e quindi riportava ad una manualità abbastanza ricorrente." De Fazio, fascicolo 77, pagina 50: "Da un punto di vista macroscopico, anatomopatologico, si è rilevato sostanzialmente, come elemento che accumunava queste lesioni, queste escissioni pubiche, si è rilevata una incisura ricorrente nel quadrante attorno alle ore 11 del quadrante del cerchio. Cioè, è stato da noi interpretato come un atto a due gesti" - zah, zah - "Quindi, un primo colpo di escissione, poi una sorta di interruzione con o senza estrazione dell'arma, poi un secondo colpo di chiusura: due colpi. Il che ci appariva traumatogeneticamente corrispondente ad una azione a doppia incisura." De Fazio, verbale dibattimento Vanni, fascicolo 77 pagina 48: "La lesività da punta e da taglio, malgrado gli apparenti contrasti, delineava una stessa mano, che però ha avuto una evoluzione nel praticare i tagli. Cioè, prima, solo il pube; poi anche il seno." E questo corrisponde a quel discorso sul perfezionamento di cui si parlava prima. Ancora, De Fazio, dibattimento Vanni, fascicolo 77, pagina 24 : "Abbiamo nell'81 una escissione pubica..." Questo sempre sotto il profilo del perfezionamento, con riferimento a questo evolversi, sia pure all'’interno di una componente sempre unica, questo evolversi dell'azione: perfezionamento. "...una escissione pubica che diventa più vasta nel caso Cambi, che diventa ancora più estesa nel caso Rontini." È sgradevolissimo parlare di questo: la maggiore estensione corrisponde alla volontà di procurarsi anche la parte posteriore. Capito? "Cioè, c'è uno stesso tipo di tecnica nella stessa sede; una stessa, probabilmente, motivazione nella escissione; si coglie praticamente più o meno una stessa mano con evoluzione nel modus operandi." La memoria si. perfeziona, perfeziona; il ricordo, come si è fatto la volta precedente. Poi, in questa coazione a ripetere c'è una coazione a ripetere che però si evolve, accrescendosi di volta in volta. Dopo ne parlerò, perché ne dovrò parlare, della ipotesi lottiana dei due coltelli e delle due mani, di due escissori, quando affronterò tre soli temi della prova generica. Questa ipotesi lottiana che viene definita un riscontro oggettivo. Poi Baccaiano e la cosiddetta "ipotesi Allegranti". E poi la data, sabato o domenica, degli omicidi degli Scopeti. Quindi di questo ne riparleremo un po' meglio in un momento successivo quando affronteremo questi tre temi. Poi, altre indicazioni di linea generale. A domanda di questo difensore, il professor Fornari - e a questo punto fanno nove esperti che rispondono su questo argomento: unico autore, più autori - risponde, fascicolo 28, pagina 76, verbale dibattimento Vanni, nelle sue ricerche: "Non ho mai riscontrato delitti seriali come quelli di cui si occupa il processo, commessi da un gruppo di persone." Mai. Bruno, su questo punto della ipotesi del gruppo, dice delle cose molto interessanti, al fascicolo 78, pagina 124. È un criminologo che insegna alla Sapienza di Roma, non è mica uno che passa per la strada, eh: "I gruppi, in ogni caso" - dice - "agiscono per lo più per uno o per due, tre episodi, dopodiché inevitabilmente si sfaldano. Non si può tenere un segreto di questo tipo per 20 anni." Ma questa è una constatazione direi di una ovvietà notevole. È ovvia. "In delitti di altra natura” - di altra natura, però - "che possono assomigliare a quelli del serial-killer, gli atti omicidiari non sono mai più di due o tre, proprio perché il gruppo, poi, tende inevitabilmente a sfaldarsi." E si sfalda inevitabilmente, mano a mano che aumenta il numero di atti in cui ci si coinvolge. Ed ecco un altro motivo strumentale della disgregazione, della parzializzazione di questo caso giudiziario che parte nel 1968 e arriva al 1985 e percorre tutto l'arco di questi atti. Perché riesce assolutamente difficile e impossibile immaginare un gruppo che si mantiene compatto per quasi 30 anni: degli "amici di merende" normali e campagnoli. Ma dove siamo? Lo stesso Bruno, ancora verbale dibattimento Vanni, fascicolo 78, pagina 123, dice: "Tutti i casi della letteratura che abbiamo analizzato - e sono migliaia, migliaia - non hanno individuato alcun caso di un gruppo di mostri. Inoltre si tratterebbe" - dice lui - "addirittura di un gruppo di mosti che agisce non per motivi sessuali ma non si sa bene perché." Infatti non si sa bene perché. E quando io ho detto ho rivolto una specie di interpello, si direbbe in diritto civile, in procedura civile, al Pubblico Ministero: mi vuol spiegare? Abbia pazienza: perversione, perversi e forse il dottore compra feticci... Di questo dottore non si sa proprio niente, vero. È una suggestione il dottore; una suggestione in assoluto. Proprio non se ne può nemmeno parlare, perché non c'è, non si sa chi sia. Infine, dice sempre Bruno: "L'analisi oggettiva degli omicidi non consente di trovare elementi a sostegno dell'ipotesi di più persone." E questo lo avevamo già visto, esaminando e osservando obiettivamente quelle lesioni, quei corpi. E osservandoli nella loro elaborazione computerizzata e tutto il resto. Ancora Bruno, dice: "Il significato del messaggio alla dottoressa Della Monica deriva da una mente che non può essere la mente di un gruppo dì persone, ma che è evidentemente la mente di un'unica persona." Ma certo! Fossero stati in quattro o cinque, dice: 'si manda una lettera alla Della Monica?' Uno diceva: 'ma che sei... guarda, posa il fiasco', si dice da noi in Toscana. 'Posa il fiasco. Non si fanno... Ma che scherzi davvero!' Oltretutto, voglio dire, fosse sai, una inquirente, così, di quelle che... Accidenti, proprio alla dottoressa Della Monica: ne sa una più del diavolo, lei lì, fra l'altro, dal punto di vista indagatorio, vero. Scoperte rilevanti fatte da questo Pubblico Ministero, da quel Pubblico Ministero lì. Si dice in Toscana: 'E' piccina, ma c'è tutta', eh, lei. La carissima Silvia Della Monica. 

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