venerdì 4 dicembre 2015

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 9 marzo 1998 - Quarta parte

Segue dalla terza parte

Avvocato Filastò: Siamo a pagina 30 di questo verbale, 26 maggio del '94: "a dire poco". "Lei rischia l'incriminazione per falsa testimonianza, con tutti i guai relativi." Poi disse che lo portò il Nesi Lorenzo, dopo... "Ma lei ci è andato?", "Come ci è andato?" Perché lui prima, dice: "Ci sono andato con la SITA..." Il livello è quello là, anche gli aspetti mnemonici sono quelli. Poi . "A me mi ci portò il Nesi Lorenzo." Pubblico Ministero : "Lei ha un atteggiamento non solo di -reticenza, ma di paura." "Mah". - dice lui - "no, non ho paura di, nessuno." Dice Vanni. "Di che dovrebbe aver paura lei?" "Di nessuno." "E allora perché dice queste cose che non stanno né in cielo e né in terra?" Quali sono le cose che non stanno né in cielo e né in terra? Non ne ho mica viste qui dentro, io. "Ma io, insomma, col Pacciani...", perché è un uomo con quelle difficoltà che abbiamo visto, però è un uomo che, insomma, al mondo ci vive. La demonizzazione di Pacciani lui l'ha subita come tutti. È questo il punto. E questo è uno degli aspetti — è molto difficile ad esprimersi, perché non è facile - è uno degli aspetti che, più di tutto, a me mi convince - sono sempre stato convintissimo, ma insomma — mi conforta in questa fatica che sto facendo, per tentare di farlo assolvere, questo poveruomo. Perché, vedete, insomma, lui di Pacciani "mostro di Firenze" ne ha sentito parlare come tutti. La demonizzazione c'è per lui come per gli altri. E allora dice... Quindi lui non sa nulla di questi fatti, perché non sa nulla. Dice: 'ma io...', e lui dice: 'ma Pacciani sarà anche il "mostro", ma io ci ho fatto solo delle merende con lui', continua a dire cosi, eh. Non c'è mai un momento in cui, nemmeno in questo dibattimento, Vanni difenda Pacciani: 'ma guarda, ma che Pacciani. Pacciani non c'entra nulla, è un mio amico...'. No, a lui non lo riguarda questa cosa. E' chiaro che è così. 'Ma io, insomma, col Pacciani non ci ho nulla che vedere. All'infuori di aver fatto qualche’merenda, come ripeto...'.
Mario Vanni: Bravo.
Avvocato Filastò: Grazie. Ma il Pubblico Ministero gli dice: "Non sta che peggiorando una situazione per la quale valuterà il giudice competente." "Insisto perché lei andò di corsa a chiedere un passaggio al Nesi a portare questa lettera diretta a lei e alla signora Pacciani." "Perché la SITA subito non c 'era". Dice lui. "E perché, doveva andarci subito?" Ma si può sapere chi è che lo ha detto che ci è andato subito? Ecco una delle tante amplificazioni, anche del modo per me abbastanza. discutibile di interrogare del Pubblico Ministero. Dà per scontato una circostanza. E su questo, dar per- scontato una circostanza - che non può essere data per scontata, per niente - innestare immediatamente una domanda: "Perché ci è andato subito?" Ma chi lo ha detto "subito"? "Subito", significa appena ricevuta, no? No, non risulta da nessuna parte. La circostanza fondamentale più importante che riguarda questa lettera - ne parlerò poi brevemente perché è una cosa significativa - è che noi non abbiamo il dato cronologico : non sappiamo quando questa lettera è, arrivata a Mario Vanni. Quindi non possiamo sapere, attendibilmente, se in questa lettera, c'erano - come potevano esserci state, eh? - delle preoccupazioni di Pacciani, relative al processo per il "mostro"; o se invece non fosse soltanto una lettera in cui diceva: ‘mitengono in galera per la storia delle figliole -Guarda se tu vai dalla, mi' moqlie a dirgli che, insomma, alleggeriscano un po' la mano, come io ritengo che sia così...' Ma voi potete anche ritenere che questa lettera riguardi, invece no, un momento successivo in cui per esempio, Perugini è andato a interrogarlo in carcere per tutte quelle ore, perché già è sospettato Pacciani per il "mostro". E Pacciani dice, scrive all’amico e dice: 'oh, Vanni, siamo stati insieme tanto tempo a fare delle merende, oh, se ti interrogano e dillo, eh, che io un facevo altro che le merende'. Va be', può essere anche così. E questo signore qui, che viceversa è una persona per bene, e che lui storie di questo genere non ne vuol sapere, al momento in cui riceve una lettera di questo genere, o che si tratti delle figlie, o che si tratti dell'ipotesi "Pacciani mostro", cosa fa? Oh, insomma, eh, ne parla con tutti. Dice: 'mi ha mandato questa lettera, questo qui. Ma icché vuole da me? Io ci ho fatto solo delle merende con lui e basta. E perché scrive a me?' Come avranno fatto sicuramente tutte quelle persone a cui lui ha scritto dopo, vero, dal carcere. Fra tutte quelle persone, 200 quante sono, che hanno ricevuto lettere sue, qualcuno per bene gli ha risposto, tipo il parroco, tipo qualche altro, la maggior parte avrà detto: 'ma cosa vuole da me questo Vanni? Alla larga, per carità di Dio, non voglio sapere nulla'. L'ortolano, per esempio, di via... dove sta, lei? Di Borgo Sartiani, l'ortolano. Riceve una lettera anche l'ortolano. L'ortolano ha detto: 'per carità di Dio! non abbiano a mettermi anche a me nel collettivo amici di merende contro le coppie in amore'. "Questa lettera conteneva delle minacce?” «Eh?» "Questa lettera conteneva delle minacce?" Cioè le minacce della lettera, vero, supposte. Già anche qui siamo, ripeto, a quella data che ho detto: il processo è il processo Pacciani. "No, niente minacce." "È sicuro?" "Mah, sono sicuro." Dice lui. "Però dice che lei' aveva paura del Pacciani..." Insomma, la cosa va avanti in, questo modo fino al punto che a pagina 36 interviene il collega avvocato Bevacqua, che è un signore che l'avvocato lo sa fare, e dice: "Quando ci sono degli indizi a carico di una persona, si sospende l'esame, Presidente. È una regola del Codice." E qui interviene subito: 'no, macché, questo... gli indizi casomai riguardano una falsa testimonianza.' . Eh no, l'avvocato ha capito qualche altra cosa anche lui, come l'ho capita io e come spero l'avrete capita anche voi. Poi si parla della paura di Pacciani; la pistola vista a Pacciani. Dice: "Ma io non me lo ricordo di avergli visto delle pistole.” Lui addirittura ha detto di aver visto un involto bianco...
Mario Vanni: Ah un so icché c'era.
Avvocato Filastò: Insomma, non ha mai saputo icché c'era, vero Vanni? E questo è quello che continua a dire per tutta la sua vita, nonostante quello che dice... E poi si arriva a pagina 55, pagina 55 di. questo verbale. Molto, molto importante. Molto importante: pagina 55. E il Pubblico Ministero, il quale sta facendo domande ad un testimone, rispetto alla responsabilità di un certo signor Pietro Pacciani e. rispetto a delle circostanze che questa persona potrebbe sapere, circa la pistola di questo Pietro Naturalmente, in che senso? Lui c'ha questa donna, questa donna lo rifiuta, e lui se ne ha a male! Reagisce. Perché reagisce? Perché non sa che è malata, lo saprà dopo. Tanto è vero che dirà: "I parenti mi hanno imbrogliato." Dopo lo sa che è malata, dopo sa che non lo fa per disprezzo. Non lo fa per volerlo allontanare, ma lo fa perché c'ha questa situazione e quindi questa donna è così, è inavvicinabile per questo motivo. E dopo che lui ha saputo questo — come risulta a quel verbale dell'interrogatorio ai Carabinieri che vi ho sottolineato e che avete - lui a questo punto, dice: "Io preferirei non averci più a che fare, perché insemina, una donna così, è meglio perderla che trovarla." Però, capirai dice : "Ma e se volesse tornare a casa?" "Allora, se volesse tornare" — dice lui - "che venga a casa. Starà a casa" - dice - "insomma venga, io penserò a lei, la manterrò. E che devo fare?" E al momento in cui lui, poi, questa notizia, questa informazione, questo fenomeno della malattia della moglie l'ha saputo. Ma, insomma, questo non è tanto importante per questa battuta/ quanto per il fatto che, addirittura, il Pubblico Ministero, in questo procedimento, due anni prima che compaiano sulla scena del processo, di questo processo, i signori Lotti, Pucci e compagnia, intanto sta lì già a contestare a Mario Vanni di aver buttato la moglie dalle scale, quindi la perversione, la cattiveria, il sadismo. Probabilmente anche il fatto che... e non è vero nulla, come abbiamo appreso; è tutta una storia che nasce da una lettura disattenta di una carta processuale in cui c'è un vicino di casa che dice: "Ma quando finisce, sulle scale, questa storia?" Ecco. Per concludere in che modo? Questa è veramente un'indagine di tendenza. Questa - ... è veramente è una inchiesta mirata; ma non mirata soltanto ad un'ipotesi, mirata anche a delle persone determinate: abbiam visto Faggi e c'è Vanni.. Benissimo. En passant, o per lo meno così, trascorrendo, nel discorso, vi ho intrattenuti sulla assoluta inconsistenza dell'ipotesi accusatoria della setta satanica. E vi ho citato a questo proposito la Gabriella Ghiribelli, le sue non informazioni, perche una che dice: ' ho visto il cartellone, ho visto le candele, ho visto del sangue' — su un letto dove c'è uno che sta morendo di cancro - mi sembra che sia un'informazione di nessun genere. Ma, soprattutto, l'inconsistenza della fonte — vi ho citato — rispetto all'alcoolismo di questa signora Gabriella Ghiribelli. E quindi, per questo aspetto di alcoolismo, è una fonte da cui bisogna diffidare. Sulle informazioni che lei dà riguardanti fatti, o che non dà — perché in realtà non dà informazioni valide - e figuriamoci sulle illazioni, sulle sue impressioni esoteriche. Vi ho sottolineato l'indigenza del Salvatore Indovino, che allontana assolutamente l'ipotesi che possa essere questo misterioso acquirente di feticci. E questo nascondervi che la casa di Faltignano sarà, con buona probabilità, un gran postaccio. Essendo abitata da uno sfruttatore della prostituzione, in formato sia pure squallido e meschino e da altri personaggi ai margini, quando non..... stavano addirittura dentro, del carcere: tipo il "Manuelito" con il suo camper. Insomma, una casaccia che con termine molto volgare - sono il primo a riconoscerlo - e dialettale si definirebbe un "puttanaio". Discreto oggetto di indagine per reati ex legge Merlin, ma del tutto inconferente per quanto riguarda gli atroci delitti di cui, in parte e incoerentemente - cioè incoerentemente nel senso di modo parziale e disordinato - si sta occupando questo processo e questa Corte.
Segue...

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