lunedì 2 maggio 2016

Processo contro Mario Vanni +3 - Udienza del 19 marzo 1998 - Quarta parte

Segue dalla terza parte

Avvocato Filastò: E poi non mi piace, questo Pubblico Ministero sempre dal punto di vista dello stile, perché poi persona, per carità, persona degnissima e simpaticissima, ma dal punto di vista dello stile, sto parlando dello stile processuale dell'impostazione - dal punto di vista dell'autoritarismo. Non solo le indagini sono perfette, approfondite... eccetera, non solo i risultati sono indiscutibili, non criticabili da nessuno, al punto da prendere un certo tono di offesa personale per le critiche. Ma c'è, proprio, un non dei tutto larvato autoritarismo che proprio non mi va giù. Per tutto il dibattimento, le interruzioni, gli interventi ostativi, obiettivamente tendenti a complicare il lavoro altrui — leggi del sottoscritto - a renderlo più difficile. Anche nelle tre fasi della sua discussione il Pubblico Ministero non ha fatto altro che dirvi, implicitamente: 'sono io che ho il mestolo dalla parte del manico, posso fare o non fare quello che è utile alla mia tesi, posso scartare quello che potrebbe contrastare con essa. E quindi, per esempio, consulenza psichiatrica per Lotti e Pucci ma per Vanni no, non serve. Lui si sa che è un perverso, prova ne sia che va in giro dalle prostitute, qualche volta usa il vibratore'. E' una riserva, scusi, perché? Se lei ha sentito il bisogno di approfondire questo aspetto per quanto riguarda la personalità di Lotti, perché non anche nei confronti di Mario Vanni?' E lui dice:" 'perché a me non è utile, se ne occupi la difesa se crede'. Ma come? Istituzionalmente l'ufficio a me risulta che abbia altri compiti, dovrebbe avere altri riguardi, anche per un imputato. 'Perquisizione della casa del Ponte Rotto? non l'abbiamo fatta perché non ci è utile, e non ci è utile perché abbiamo le dichiarazioni di Lotti e siccome Lotti è il Vangelo e lui dice che ha avuto un ruolo solo passivo lo dice lui, no?' Lotti dice: 'io ho avuto un ruolo solo passivo, a me mi portavan là come un cane, al guinzaglio, arrivavano dove stavo, al Ponte Rotto, per l'appunto, Baccaiano, io me ne stavo tranquillamente a casa mia, arrivavano: ‘vieni Lotti si va a fare il lavoretto'. E lui, come il canino, vero, al quale si fa un fischio, subito dietro. Quindi lui, poveraccio, ruolo solo passivo. E quindi a che pro andare a cercare nella casa dove ha abitato per otto-nove anni, per esempio, la calibro 22, visto che lui dice che sparava Pacciani? Una volta però dice: 'ho sparato io'. O magari un proiettile Winchester, H, 1, 2, 3, 4, 5, una serie. Dice: 'macché, ma scherziamo? Ma dove siamo? Ma questa è una casa che non ci stava più da anni'. Che vuol dire? Il proiettile nell'orto di Pacciani… 
P.M.: Ma ci stava. 
Avvocato Filastò: Sì, ma Pubblico Ministero, lei sa benissimo che ci stava, ma siccome stava anche in galera, Pacciani, e c'era stato diversi anni in galera, si ipotizza che il proiettile sia caduto alla moglie mentre... come nella sentenza... vede com'è? Nella sentenza... Quando fa così, proprio... 
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Nella sentenza di I Grado si dice che l'Angiolina ha scosso i pantaloni e gli è cascato il proiettile, mentre lui magari era in galera chissà quanto tempo prima. Eh. (voce fuori microfono) Però i pantaloni erano di Pacciani.
Avvocato Filastò: Come? 
(voce fuori microfono) I pantaloni l'eran di Pacciani.
Avvocato Filastò: L'eran di Pacciani sì, ma forse il Pacciani non c'era in quel momento lì. Capito? Certo l'eran di Pacciani i pantaloni. E non si può ipotizzare che questo signore, dopo aver vissuto là per tanto tempo, abbia nascosto, magari che so io, dentro un anfratto nel muro, in una buca, mettendoci poi terra, sassi, erba secca, non so io, un pezzo della pistola, un due o tre proiettili Winchester che ha tenuto per ricordo, un feticcio, accidenti a lui! Potrebbe aver messo anche questo no? Come, sì deve scartare all'origine uno che è confesso? 
Presidente: Parli al microfono.
Avvocato Filastò: Si ha ragione, scusi Presidente, ogni tanto mi faccio trascinare brutta abitudine questa, la dovrei smettere. Dovrei guardare solamente la Corte, me lo dico tutte le mattine quando comincio a parlare: non guardare nessun altro che loro. E poi me ne dimentico sempre, anche perché lui ridacchia. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Dice: 'non l'abbiamo fatta la perquisizione perché, insomma, abbiamo le dichiarazioni di Lotti, insomma, lui ha avuto un ruolo solo passivo, che c'entra andare a cercare nella casa dove ha abitato?' Va bene, non la calibro 22, d'accordo, non l'avete cercato, non era il caso, era difficile che ci fosse — qualche proiettile invece potrebbe esserci stato — ma la documentazione cartacea riguardante le auto? Non potrebbe esserci forse ancora, là, nascosta da qualche parte? Tutta questa ricerca che abbiamo fatto noi, vero, io l'altro giorno mentre si viaggiava in macchina con l'avvocato Mazzeo dicevamo: 'a noi qui ci dovrebbe pagare qualcuno, a noi ci dovrebbe, pagare lo Stato per quello che si sta facendo', si diceva. Non potrebbe esserci stati tagliandi, polizze, quelle polizze che non si sono trovate, eh, capito, che qua la polizza, la polizza dell'assicurazione, qui non è venuta fuori, non c'è stato versi: ne è arrivata una del '96, non ci serve a nulla; e quella del 95? Un posticino dentro a quella immensa casa, perché è grandissima, saranno 150, 200, 250 metri quadri, dove questo poteva tenere delle cose. Ma poi non si sa mai, ci può essere, che so io, un oggetto appartenente a una delle vittime che questo magari si è preso e gli è caduto, l'ha perso, l'ha disperso in quella casa, c'è rima... Questa casa è rimasta, da quando lui se ne è andato - questo è il dato obiettivo — è rimasta abbandonata, non c'è stato più nessuno. Qui arrivano quattro tagliandi, prodotti dall'onnipresente avvocato Bertini, in fase di replica, ma non arriva l'appendice alla polizza dell'assicurazione della 128 che deve esserci per forza da qualche parte. A meno di non ritenere, come vedremo dopo, che il signor Lotti, avendo già pagato due mesi l’assicurazione... 
Avvocato Mazzeo: ( voce fuori-microfono)
Avvocato Filastò: Un mese e mezzo. 
Avvocato Mazzeo: Due mesi e mezzo.
Avvocato Filastò: Due mesi e mezzo di assicurazione, dice: 'no, ' - signorilmente dice — 'io queste cose le abbandono, non me ne importa niente, io ho già pagato per questi due mesi e mezzo; prendo un'altra automobile, la 124, non ci trasferisco lì sopra la mia assicurazione che avevo prima, no, perché, insomma, cosa vuoi che siano queste 30, 40, 50.000 lire in più'. Lui è un signore, il Lotti. É il discorso esattamente inverso rispetto a quello che ipotizzava il collega quando faceva il discorso del... è opposto. Se Lotti è tirchio e non ha soldi, cambia l'assicurazione, la trasferisce come tutti fanno, anche le persone meno attente al danaro, la trasferisce sulla nuova automobile. E quando il difensore dice, sommessamente - non tanto sommessamente, per dire la verità - 'perquisitelo’ - meglio tardi che mai; acquisite ora il suo portadocumenti o quello che caspio è, vediamo se per caso, come ha consegnato quei tagliandi che sono in realtà ricevute, ha conservato anche le polizze e le eventuali appendici di essa. Opposizione vibrata da parte del Pubblico Ministero: 'non serve'. Ma uno poi, dai banco degli avvocati della parte civile, ho sentito anche una voce, che mi pare, tanto per cambiare, di aver riconosciuta come quella dell'avvocato Curandai, il quale ha detto: "ma la privacy”. La privacy... 
Avvocato Curandai: Mi è scappato.
Avvocato Filastò: Eh, ti è scappato. Il mancato esame nelle indagini preliminari, non a dibattimento. Perché uno interroga queste persone durante le indagini preliminari, no? Vedete che queste persone non sanno nulla - non è vero niente, sanno eccome! — e dice: 'beh, non mi servono, al dibattimento non le porto'. No, vorrei fosse chiaro questo. I 15 testimoni 15 — come le 15 ballerine 15, dell'avanspettacolo - di: 'Baccaiano, sono stati ignorati nel corso delle indagini preliminari. Sono rimasti là per aria quei verbalini presi a suo tempo nell'immediatezza e basta. Eh insomma, no, non ci siamo. Non ci siamo proprio. Perché? Ma ve l'ho detto. Almeno nove di queste persone, provenendo dal nord e dal sud in una strada che non ha altri sfoghi in quel punto lì, confluiscono a distanza di minuti sul luogo del delitto, ma minuti, eh. E non sono mica uno. Sono almeno nove. E queste persone, beh, sono state interrogate, hanno fatto determinate dichiarazioni, ma richiamiamole, domandiamoglielo: 'ma scusi, ma è sicuro di non aver visto una macchina rossa scodata sbiadita?' ‘É sicuro di non aver visto una macchina bianca? Vede? Questa è una fotografia di Pacciani, la vede? Questo è Pacciani, gliela mostriamo nell'album fotografico insieme a questi altri. Non ha mica visto, per caso, aggirarsi questo tipo qui a piedi, risalire sulla macchina. Una macchina bianca di questo tipo, l'ha vista?' Quando, a un certo punto, nasce, la ipotesi degli "amici di merende", di questo gruppo che si muove compattamente con almeno due macchine sui luoghi del delitto, come ci dice Lotti, ma come sì fa a non andare ad interrogare queste persone che sono arrivate sul posto nella immediatezza? Che poi, tra l'altro, questo arrivare sul posto nella immediatezza, è un fatto più unico che raro, non è mai successo prima. É capitato in questa occasione perché quella macchina è finita nel fossetto, c'è stata questa concitazione. Allora, a questo punto, questi ragazzi erano intorno, hanno sentito gli spari... Hanno sentito gli spari. Quattro di loro hanno sentito gli spari. Sono arrivati che, non voglio dire, ma insomma, quella canna di pistola era ancora fumante. E invece, dice: 'no, non sono stati sentiti?' 'Di che si lamenta il difensore? Di che si immischia, lui? Che gliene importa?' 'No, non mi servivano, non li ho ascoltati'. Fu una sola domanda su Scandicci a Lotti. Io su quella avrei voluto ricevere una risposta, perché potevo essermi sbagliato. 'Guardi, avvocato, non è vero', perché poi in questo successivo interrogatorio è stata fatta una nuova' domanda. No. L'interrogatorio è quello che vi ho indicato, con quella data, quella affoliazione che c'é. Sono quattro righe di risposta, quattro righe: una, due, tre e quattro, in cui Lotti dice: "No, no, a me di Scandicci non me ne hanno mai parlato, non ne so nulla." Fine. Fine della inutile digressione. O non era quello della progressione, il Lotti? Il Lotti non era quell'imputato il quale dice a rate le cose? O non ha fatto sempre così anche con rispetto agli altri delitti? accrescendo, per dire la verità no, modificando le dichiarazioni - come vi ha spiegato il collega - nel senso sempre di quella toppa che si mette sul buco, quasi sempre, di questo... Ma comunque, uno che è in progress, no? Il Lotti è in progress. E che si fa, non gli sin chiede: 'ma scusi, no, no, l'altra volta ci ha detto che di Scandicci non ne sa nulla. Ma è sicuro? Eh, scusi abbia pazienza, perché guardi, non ci torna mica tanto, eh. Perché se gli hanno parlato di Calenzano, perché non dovrebbero avergli parlato di un delitto avvenuto quattro mesi prima, scusi. Ci pensi bene, sa, perché... Niente. Di Scandicci.'.. -allontanato.- Non allontanato come ipotesi accusatoria, non come Accusa. Allontanato come indagine fin dall'inizio, sostanzialmente; proprio via, fuori dalle scatole, che non ci rompa l'anima il delitto di Scandicci. Perché ci sono cose, lì dentro, che vengono a conflittare con la tesi degli "amici di merende" in maniera grave. E allora, no, no, non stuzzichiamo Lotti non facciamo parlare su questo non abbia caso mai a dire... Ah, sì sì, ma ha parlato anche di quello e ci tocca fare, intervenire anche su quest'altro caso, che ci crea un sacco di complicazioni. Io la vedo così, io. Io la vedo così. E non trovo altra spiegazione. Ditemene un'altra. Ti viene in mente qualche altra cosa a te? 

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